Una straordinaria vettura elettrica Toyota di Piero Casucci

Una straordinaria vettura elettrica Toyota NEL MONDO DELL'AUTOMOBILE Una straordinaria vettura elettrica Toyota La Toyota ha annunciato sostanziali progressi nella costruzione di un'auto elettrica, problema di cui si occupa attivamente dal 1971. Il suo obiettivo primario era di dare al veicolo le seguenti principali caratteristiche: velocità massima di almeno 80 km l'ora, capacità di percorrere da 180 a 200 km senza ricaricare le batterie, possibilità di superare pendenze di 6 gradi alla velocità minima di 40 km l'ora e di raggiungere i 30 km l'ora, con partenza da fermo, in 3 secondi. Tali caratteristiche sarebbero state raggiunte. Anzi, nel corso di una prova ufficiale, il veicolo ha toccato la velocità massima di 94 km l'ora. Provvisto di 16 batterie tradizionali, l'elettroveicolo della Toyota è lungo metri 3,35 ed ha un'altezza di metri 1,54. Può trasportare 5 persone e il suo peso, a vuoto, è di 1375 kg (1650 kg a pieno carico). Incerto il futuro della spagnola Authi La British Leyland Motor Corporation è sul punto di liquidare il suo stabilimento spagnolo noto sotto il nome di Authi (Automoviles de turismo hispano ingleses). Le vicende di questa fabbrica sono note. Circa unanno fa la Blmc trattò con la General Motors la vendita di quello stabilimento. La somma pattuita era di oltre 41 miliardi di lire. Le trattative, con l'assenso del governo spagnolo, vennero condotte segretamente, ma ad evitare speculazioni in Borsa la Leyland fu costretta a renderle pubbliche. Ora di fronte alle condizioni poste dal governo di Madrid, la General Motors ha fatto cadere la sua offerta. Nell'ultimo anno finanziario, chiusosi lo scorso settembre, la Authi ha perduto circa 9 miliardi di lire, e prima del Natale la British Leyland è stata costretta ad immettere un altro miliardo e mezzo di lire per consentire alla Authi di proseguire la sua attività. Il problema è anche di carattere politico, perché la chiusura degli stabilimenti della Authi farebbe perdere il lavoro a 4500 persone. Le Case inglesi di fronte al Mec Parlando ad Amsterdam, alla vigilia dell'apertura di quel Salone dell'automobile, Gilbert Hunt, ex presidente della Society of Motor Manufacturers and Traders, e presidente della Chrysler-U.K., ha detto che l'industria automobilistica inglese non può fare a meno del Mercato comune europeo ed ha invitato i suoi connazionali a riflettere prima di decidere se restarvi o no. Nel 1970, ha detto Hunt. il 13 per cento delle esportazio¬ ni dell'industria britannica dell'automobile andarono agli allora sei Stati membri del Mercato comune, nel 1973 il 16,7 per cento; nei 4 anni che vanno dal 1970 al 1973 il valore delle esportazioni dell'industria automobilistica inglese è aumentato globalmente del 35 per cento, ma di ben il 74 per cento relativamente all'Europa. Hunt ha ammesso che le fabbriche continentali hanno notevolmente aumentato le loro esportazioni sul mercato britannico ma il loro successo, ha sottolineato, non è dovuto soltanto al fatto di far parte del Mercato comune. «I primi a lamentarci di questo stato di cose — ha sottolineato — dobbiamo essere proprio noi, perché siamo stati incapaci di fare altrettanti progressi. Con i nostri scioperi e con le conseguenti perdite di produzione non contribuiamo a fare l'Europa». Piero Casucci

Persone citate: Gilbert Hunt, Hunt

Luoghi citati: Amsterdam, Europa, Madrid