Come la sorte aiuta i migliori di Maurizio Caravella

Come la sorte aiuta i migliori Panatta e Bertolucci ok Come la sorte aiuta i migliori (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 13 febbraio. A certi livelli, il tennis diventa soprattutto una questione di nervi: chi li ha più saldi vince, la classe da sola spesso non basta. Col nuovo sistema di « tic-break » adottato per le gare del WCT, può essere una palla — una soltanto — a decidere tutto per l'uno o per l'altro: e se si tratta della « finalissima » del singolare, ad esempio, un colpo sbagliato può costare quasi quattro milioni, un'enormità. Quattro milioni gettati via, magari, per un « drive » che finisce fuori di un paio di centimetri, oppure per una « volée » che manda la pallina a picchiare sul nastro della rete: e tutto dipende dal fatto che quella pallina ricade da una parte o dall'altra. E, a questo punto, entra in ballo anche la fortuna, senza la quale si possono perdere incontri praticamente già vinti. Perché parlare di fortuna, dopo il trionfo di Panatta e Bertolucci a Bologna nella finale del doppio? Perché anche i due italiani ne hanno avuta, e non sarebbe onesto non ammetterlo. Ne hanno avuta in tre occasioni. Torniamo, indietro, torniamo alla sfida di singolare tra Panatta ed Hewitt. Il sudafricano riesce a trasformare il match in una corrida, Adriano perde la concentrazione e con essa la partita. E' negli spogliatoi, distrutto. Ha un paio d'ore di tempo per rimettersi dallo choc e per recuperare le forze, Kary e Me Nair aspettano lui e Bertolucci per la semifinale del doppio. Due ore sono troppo poche, ne sono convinti tutti, Adriano ha il morale sotto i tacchi: se andasse in campo in quelle condizioni, quasi sicuramente trascinerebbe anche Bertolucci alla sconfitta. Ma gli organizzatori gli lanciano un salvagente, gli dicono che, se vuole, può andarsene a letto e giocare il giorno dopo. E' molto tardi, il pretesto c'è. E Panatta dice subito di si, per lui va benissimo: per « digerire » la sconfitta contro Hewitt, una buona nottata è quel che ci vuole. Questo insperato salvagente è il suo primo colpo di fortuna. Poi, contro Kary e Me Nair, il nostro doppio ha ancora la sorte favorevole. Non rubano nulla gli italiani, questo no: però arrivano ad avere due <> match-balls » a sfavore, cioè sono ad un soffio dalla sconfitta. Proprio un soffio: basterebbe un colpo sfortunato, o anche un errore qualsiasi di un giudice di linea a metterli k.o. E se prima li avevano aiutati gli organizzatori (che avevano aiutato anche se stessi, intendiamoci, per ragioni d'incasso), stavolta se la cavano da soli, magari incrociando mentalmente le dita dietro la schiena. Non hanno più complessi E non è finita. Ashe scende in campo per la « finalissima » esattamente nelle stesse condizioni in cui si trovava Panatta dopo aver perso con Hewitt. Borg lo ha battuto, il negretto è stanco e deconcentrato, ha appena lasciato sul campo seimila dollari. E' la serata conclusiva, se chiedesse di rinviare il match di doppio gli direbbero che è matto. E così Ashe, contro Panatta e Bertolucci, gioca uno dei peggiori incontri della sua carriera, trascinando Okker — che non ha colpe — alla sconfitta. Per i nostri, che si trovano di fronte il fantasma di Ashe, è una vittoria raccolta su un piatto d'argento, o quasi. Con tutto questo, non sarebbe neppure giusto togliere dei meriti ai nostri doppisti di Coppa Davis, che hanno dimostrato di essere ormai tra i migliori del mondo. Hanno saputo sfruttare bene, dall'inizio alla fine del torneo, gli errori dei loro avversari, e questo indubbiamente è un grosso merito. Ed hanno anche fatto dei grossi passi avanti sul piano del gioco, specie in difesa: ora i loro « lobs » sono calibratissimi e quindi più efficaci e la loro intesa (in campo, ma anche fuori) sta diventando sempre più completa. Ora Panatta e Bertolucci, migliorati nel gioco e soprattutto nel morale, non hanno più complessi, possono lottare ad armi pari (o quasi) con chiunque. Nel torneo di Cantù, sabato sera, il nostro doppio si troverà di fronte a HewittMcMillan: un altro match della verità, per Panatta e Bertolucci. Secondo Sirola, un confronto tra il vecchio doppio di Davis e quello nuovo non è nemmeno proponibile, c'è ancora un abisso. Ma perché escludere a priori che in futuro si possa colmare? Panatta e Bertolucci sono anche fortunati, d'accordo: ma è un difetto, forse? Maurizio Caravella Panatta e Bertolucci, un doppio che sta crescendo

Luoghi citati: Bologna, Cantù