La Centrale presenta il bilancio del 1974
La Centrale presenta il bilancio del 1974 La Centrale presenta il bilancio del 1974 Dividendo: 400 lire per azione - L'assemblea convocata per il 19 o il 20 febbraio Milano, 13 febbraio. (mr.) La Centrale ha depositato, a disposizione degli azionisti, il bilancio al 31 ottobre 1974, che verrà presentato all'assemblea del 19 febbraio o (come appare più probabile) il successivo giorno 20. E' il primo, importante appuntamento della ormai vicina campagna assembleare. Le risultanze conseguite da La Centrale sono note: per il secondo esercizio consecutivo il bilancio presenta un utile netto di 6,3 miliardi che consente la distribuzione di un dividendo di 400 lire per azione, pari ali'8 per cento lordo sul nominale e al 3,6 per cento circa se riferito alla quotazione. Per la Società, il periodo dei bilanci dalle grosse perdite, conseguenti alla difficile e laboriosa riconversione degli indennizzi derivanti dalla nazionalizzazione elettrica, è ormai alle spalle. La solidità del bilancio ha consentito di assorbire negli anni scorsi, disavanzi per alcune decine di miliardi e di limitare a un solo esercizio (il 1971) la mancanza di dividendo. I «bubboni» — come li aveva definiti Imbriani Longo che dal 1969 al 1971 ricoprì la carica di presidente de La Centrale — sono stati eliminati o risanati. La controllata Arrigoni Spa che aveva inghiottito miliardi di perdite, è ora in attivo. Molte partecipazioni, che non rientravano più nei disegni operativi del Gruppo Banco Ambrosiano, al quale La Centrale fa capo per 11 tramite della finanziaria lussemburghese Compendium, sono state eliminate. Le ultime cessioni in ordine di tempo sono quelle nelle imprese autostradali (a eccezione della Autostrade Meridionali che dà buoni frutti) e di costruzione, partecipazioni tutte cedute alla Bastogi. Oggi La Centrale possiede un portafoglio azionario di 206 miliardi, concentrato per circa l'B6 per cento — e cioè per circa 178 miliardi — nei settori bancario-finanziario e assicurativo. Fra l'altro vi figurano: il 37,38 per cento della Banca Cattolica del Veneto in carico per 52,2 miliardi; il 36,58 per cento del Credito Varesino in carico per 30,8 miliardi; il 27,6 per cento della Toro Assicurazioni in carico per 65,6 miliardi; vi sono inoltre finanziarie estere per 15 miliardi. E' un grosso patrimonio che al momento procura scarsi utili in termini di dividendi, perdite per svalutazioni o allineamento dei prezzi di carico a quelli di mercato, peraltro largamente coperte dalle possibilità di rivalutazione offerte da alcune partecipazioni. Dando, infatti, uno sguardo al conto economico, si rileva che su 206 miliardi di investimenti in titoli azionari, sono stati incassati dividendi per 2,2 miliardi e inoltre che il maggior indebitamento, per effetto soprattutto dell'acquisto di azioni «Toro», ha comportato un carico di interessi passivi per 6,8 miliardi, a fronte dei quali vi sono interessi attivi e commissioni per 2,7 miliardi. Continuando nell'esame del conto economico che dà la misura dell'andamento della gestione, si rilevano perdite su titoli per 1 miliardo e minusvalenze per adeguamento dei prezzi di carico a quelli di Borsa per 12,3 miliardi. La Società peraltro — nell'ambito della legge sul condono fiscale — ha potuto effettuare rivalutazioni su titoli in portafoglio per 33 miliardi; di questi, 16,3 miliardi sono stati trasferiti al conto economico per coprire le minusvalenze e le perdite di cui si è detto, oltre che per alimentare 1 proventi relativi a utili su titoli. La differenza di 16,7 miliardi è stata portata a Incremento delle riserve di bilancio che ammontano a 68,6 miliardi. In concreto, l'attività concernente la gestione del portafoglio titoli e quella finanziaria propriamente detta, non ha portato benefici al conto di gestione. Un contributo determinante è, invece, derivato dagli utili su titoli ammontati a 13,5 miliardi — che sono scaturiti da movimenti di compra-vendita o dalla cessione di partecipazioni (fra cui una parte delle azioni Setemer). In Borsa si dice: La Centrale ha sistemato il bilancio, ma il conto economico non ha ancora trovato un suo miglior assetto, che sia almeno in parte sganciato dall'attività di intermediazione. D'accordo — si dice — che La Centrale non intende limitarsi a tagliare le cedole sul titoli in portafoglio e che aspira a un ruolo più dinamico nell'ambito del gruppo cui appartiene. Ciò non toglie che uno dei primi obiettivi dovrebbe ora essere quello di rendere un po' più aderenti gli apporti dei dividendi all'entità del capitali investiti.
Persone citate: Arrigoni Spa, Dando, Imbriani Longo
Luoghi citati: Milano
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