Una boccata d'ossigeno per la Borsa e le Società di Renato Cantoni
Una boccata d'ossigeno per la Borsa e le Società I decreti delegati per la miniriforma Una boccata d'ossigeno per la Borsa e le Società In questi giorni sono stati consegnati al «Comitato dei Trenta» (15 senatori e 15 deputati) che li dovrà esaminare e approvare entro il 13 marzo ì testi dei decreti delegati sulla miniriforma delle Società per azioni e delle Società finanziarie quotate in Borsa e sulla Consob, la Commissione nazionale per le Società e la Borsa. Il lavoro di preparazione è stato lungo e complesso, soprattutto per il primo decreto che prevede radicali mutamenti per il controllo e la certificazione dei bilanci. Finora l'esame dei bilanci era quasi una burletta, i collegi sindacali erano formati da professionisti scelti fra quelli più compiacenti, o quanto meno vicini ai gruppi di conti-olio delle Società e quasi mai si erano verificati dissensi di fondo fra le relazioni dei consigli d'amministrazione e quelle dei collegi sindacali. Ora le cose dovrebbero mutare radicalmente. Le Società di revisione avranno compiti più vasti e responsabilità precise e non dovrebbero esservi collusioni fra controllori e controllati. Gli azionisti di minoranza delle Società quotate in Borsa dovrebbero essere maggiormente protetti, i bi- lanci dovrebbero essere più leggibili e gli analisti finanziari dovrebbero avere a loro disposizione sufficienti elementi per giudicare con buona approssimazione l'esatto valore di un titolo. L'iter non è stato facile perché hanno- dovuto essere superati molti interessi corporativi, ma alla fine si è giunti a un compromesso. E' ora augurabile che ì «Trenta» non apportino modifiche sostanziali che potrebbero mandare all'aria il delicato lavoro della commissione presieduta dal consigliere di Stato Dino Marchetti. Naturalmente non ci si deve attendere un'immediata entrata in funzione della nuova normativa. Occorreranno tempi abbastanza lunghi perche vengano costituite le necessarie Società di revisione e di certificazione e perché le imprese interessate siano messe in grado di predisporre la nuova programmazione contabile. Il secondo decreto delegato concerne i bilanci delle Società finanziarie quotate in Borsa nonché le compagnie di assicurazione e gli istituti di credito. I conti di esercizio delle Società finanziarie dovranno essere molto analitici e suddivisi in 21 voci all'attivo e 24 al passivo, in modo da dare una visione approfondita dei ricavi e dei costi dell'impresa. Per gli istituti di credito la normativa dovrà essere esaminata e approvata dal Comitato interministeriale per il credito e il risparmio, considerata la delicatezza e l'importanza della riforma. Purtroppo l'azione della commissione è rimasta forzatamente limitata e le deviazioni osservate in questi ultimi anni, e che hanno sollevato critiche e allarmi, concernono quasi esclusivamente Società finanziarie non quotate ufficialmente che sono tuttora libere di operare praticamente senza alcun controllo. E' auspicabile che la Consob, cui sono delegati molti poteri di sorveglianza e di riforma, trovi il modo di mettere un po' d'ordine in questa terra di conquista dove spericolati «capitani di ventura» fanno, impuniti, scorrerie di ogni genere a danno dei troppo ignari e creduli risparmiatori. Vi sono tuttora in attività grosse Finanziarie che sono controllate da gruppi di primaria grandezza e che svolgono lavori non molto ortodossi. I riformatori dovrebbero trovare la formulazione adatta per costringere le Società quotate in Borsa a pubblicare anche trasparenti bilanci delle consociate e delle collegate. Rimane per ultimo il decreto delegato che riguarda la Consob. In questo caso non vi sono state variazioni di rilievo. Alla Consob sono concessi grandi poteri di controllo, d'intervento e di delega. I cinque commissari (a proposito, a quando le nomine?) avranno un compito difficile, delicato e durissimo se vorranno realizzare veramente i presupposti che hanno portato al l'approvazione della legge 216 nel giugno scorso. Da tutte le parti si auspica, come unica medicina risolutiva dei mali che affliggono l'economia, un mercato dei capitali valido, attivo ed esteso. La Consob dovrebbe met¬ tere ordine, modernizzare una legge sulla Borsa che risale al lontano '93 quando i mercati azionari erano particolari riserve di caccia e interessavano un Paese agli albori dell'industrializzazione. Ora, sull'esempio di quanto avvenuto in parecchi altri Paesi, è necessario dare quell'elasticità e quelle garanzie indispensabili per attirare una più larga schiera di investitori. Un'ultima osservazione si impone. Tutte queste misure di controllo, come si è detto, sono limitate alle Società quotate o quotande. In molti autorevoli ambienti la scarsa attrazione degli investitori per la Borsa deriva dal ristretto numero di azioni iscritte al listino. Non si rischia adesso di limitare ancor di più la propensione di nuove Società ad accedere alla quotazione ufficiale? Renato Cantoni
Persone citate: Dino Marchetti
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