"lo ho un alibi sono innocente"

"lo ho un alibi sono innocente" Marcello Giganti si difende "lo ho un alibi sono innocente" Battuta d'arresto nelle indagini sul sequestro Garis - Donna uccisa : si cerca un amico Proseguono le Indagini dei carabinieri per dipanare la matassa del caso Garis. Marcello Giganti, l'uomo arrestato l'altro giorno per il sequestro del bambino, è ancora nella caserma di Moncalleri a disposizione del magistrato che dirige l'Inchiesta, dott. Domenico Savio. Anche ieri sono state compiute numerose perquisizioni nella zona di Villastellone, Carmagnola e Vinovo. Il colonnello Oresta, coadiuvato dai capitani Formato e Ruggeri, batte tutte le piste alla ricerca della prigione in cui per otto giorni i banditi hanno tenuto rinchiuso il piccolo. Sull'esito di questi accertamenti, il più assoluto silenzio ufficiale. Tutto è coperto dal segreto istruttorio, si teme che qualsiasi indiscrezione possa rendere vani gli sforzi degli investigatori. L'accusato, intanto, insiste nel suo racconto: « La notte in cui fu consegnato il riscatto per il bimbo ero realmente sull'autostrada. Dovevo incontrarmi con un tale ». E pare che il misterioso individuo, un commerciante di Piacenza, esista davvero: avrebbe dovuto consegnare al Giganti materiale «scottante», forse merce rubata. Ma il « rendez-vous » sembra che non sia avvenuto. Perché? Fin dalle prime ore dopo il suo arresto, il fantino-carbenàio di Moncalleri aveva accennato ad una pattuglia della polizia stradale che lo fermò quella notte sulla Torino-Savona: « Avevo parcheggiato l'auto su una piazzala in attesa del camioncino dell'amico quando arrivò una "pantera". Un agente mi chiese se non mi sentissi bene. Io risposi che non avevo avuto nessun malore. Se ne andarono ». Forse proprio questo incontro fortuito fece pensare al Giganti che la strada fosse controllata e gli convenisse tornare indietro. ★ Continuano febbrili le ricerche dell'«amico del cuore» di Carmela Cocco, la prostituta trovata assassinata con dieci coltellate alla gola lunedi scorso nel suo alloggio di via Chivasso 18, alla barriera di Milano. Da due giorni negli uffici della Squadra Mobile sfilano i testimoni: inquilini del palazzo, gente del quartiere, negozianti. Le indicazioni fornite sono servite a ricostruire un identikit, ma non a mettere la questura stille tracce di un uomo definito « estremamente utile alle indagini ». Tutti ricordano la sua figura dimessa, piccola, magra: arrivava su una «600», faceva la spesa per Carmela Cocco, attendeva talvolta paziente, talvolta irritato sul marciapiede se la donna riceveva clienti. Sul nome, nulla. All'Astanteria Martini, dove alcune settimane fa la vittima, accompagnata dall'amico, era andata a farsi medicare un occhio tumefatto probabilmente In seguito ad una violenta lite, nessuno ricorda il nome del misterioso personaggio. Il rapporto fra 1 due doveva essere comunque ormai di lunga data: alcuni testimoni ricordano che, la scorsa estate, Carmela Cocco e l'amico erano stati insieme fuori Torino circa una settimana. L'uomo non è stato più visto in via Chivasso da una decina di giorni, cioè dalla data dell'omicidio indicata dall'autopsia. Ma pochi sono propensi a vedere un brutale omicida in questa figura dall'aspetto mite, debole, dal comportamento servizievole. D'altra parte l'ordine in cui è stato trovato l'alloggio e la natura delle ferite sembrano escludere l'opera di un maniaco o di un rapinatore. Le indagini insomma sono ad un punto morto, allo stato attuale delle cose l'interrogatorio dell'amico di Carmela Cocco è l'unico elemento capace di smuoverle. Identikit del ricercato per l'omicidio di Carmela Cocco

Persone citate: Carmela Cocco, Domenico Savio, Garis, Oresta, Ruggeri

Luoghi citati: Carmagnola, Milano, Piacenza, Savona, Torino, Villastellone, Vinovo