Un confronto per l'arrestato

Un confronto per l'arrestato Proseguono le indagini per il rapimento del piccolo Garis Un confronto per l'arrestato E' probabile che venga messo di fronte all'autista dello scuolabus - Gli manca il pollice sinistro, il bambino l'ha notato? - Il magistrato contesta a Marcello Giganti l'alibi del viaggio notturno sull'autostrada wmmmm olabus, e il gruista di Villastellosello e rientrare subito dopo aver chiesto un biglietto per Fossano. Lei afferma il contrario ». Non si sa come si sia difeso Marcello Giganti: su tutto, il più ferreo silenzio ufficiale. E' probabile che nelle prossime ore il trafficante arrestato sia sottoposto ad un confronto. Esiste un particolare che potrebbe rivelarsi determinante ai fini di un riconoscimento: al Giganti manca il pollice sinistro. Nella concitata scena del rapimento in corso Lanza l'autista dello scuolabus, Mario Tola, ha notato questa menomazione in uno dei due uomini in tuta? L'ha vista Pietro Garis durante gli otto giorni di vcaiSnftlaR one, Guglielmo Solavagione vita in comune con i suoi carcerieri? Ieri pomeriggio siamo tornati a Villastellone nel luogo in cui il piccolo fu liberato. Guglielmo Solavagione, il gruista della Fiat, nelle cui mani fu lasciato il bambino, si è soffermato a lungo di fronte alla foto di Marcello Giganti che gli mostravamo. Ha detto: « Spuntava l'alba, quella mattina, ed era ancora buio. Io quell'uomo non l'ho osservato bene, era grande, imponente, parlava a voce alta ». Gli abbiamo domandato: « Gli mancava un dito? » Risposta: « Aveva una mano in tasca ». — « Parlava con qualche accen¬ to particolare? (Il Giganti è toscano, originarlo di Arezzo N.d.r.) ». « M'è sembrato settentrionale. Ma dt lui ricordo soprattutto la figura: forse un me tro e 80, corpulento ». Una semplice constatazione: l'uomo arrestato a Moncalieri ha più o meno quell'altezza e pesa circa un quintale . Le Indagini continuano nella zona circoscritta fra Moncalieri, Villastellone, Carmagnola e Vinovo: numerose perquisizioni, accertamenti. Pare che ora assuma nuova importanza un episodio che avevamo rivelato prima ancora che Pietro Garis venisse liberato: le transenne stradali e la pala meccanica rubate in un cantiere di Moncalieri ad una ditta di Carmagnola — stessi nomi di paesi che ricorrono con frequenza sospetta in tutta la vicenda — e che avrebbero dovuto, nell'intenzione del rapitori, dirottare il traffico In corso Lanza durante 11 sequestro. Ritornano d'attualità le descrizioni che alcuni testimoni hanno fatto degli strani « operai » che compivano lavori stradali senza ragione ed autorizzazione. Cosi come prende valore 11 racconto di un camionista che la mattina del sequestro percorreva la corsia « a salire » di corso Lanza: « Ero a una cinquantina di metri dalla villa dei Garis quando ho visto due uomini in tuta che fuggivano con un bambino sotto il braccio. Erano di schiena ma ho ancora negli occhi, precisa e netta, la loro figura ». Piccole tessere d'un grande mosaico che sta, a poco a poco, prendendo forma e colori: al centro Marcello Giganti, un uomo senza professione fissa che riesce ugualmente a mantenere due auto, pagare 140 mila lire d'affitto in una casa lussuosa, per¬ mettersi la pesante retta d'una scuola privata per il figlio maggiore. E, attorno a lui, tre o quattro complici dai lineamenti ancora sfumati. Forse proprio 11 commando che ha tenuto prigioniero per otto giorni un bimbo di 5 anni e mezzo. La statura del Giganti Mario Tola, l'autista dello scuoLe indagini sul rapimento del piccolo Pietro Garis continuano senza soste: Marcello Giganti, il negoziante di cavalli arrestato ieri per aver compiuto il sequestro, è ancora nella caserma dei carabinieri a Moncalieri. E intanto si fruga nelle sue amicizie per cercare possibili complicità. Ieri per alcune ore ha preso consistenza la voce secondo cui sarebbe stato fermato un altro uomo, ma gli investigatori smentiscono. « Stiamo battendo tutte le piste — ci ha detto il colonnello Oresta — senza tralasciare nulla. Ma è prematuro parlare di fermi o altri arresti ». Nel pomeriggio il Giganti è stato ancora Interrogato dal giudice dott. Savio, alla presenza del ditensore avv. Lo Greco. Al colloquio oltre al colonnello Oresta hanno assistito anche i capitani Formato e Ruggeri. Pare che il magistrato abbia ribattuto, punto su punto, a tutto il racconto del negoziante. Sarebbe stato messo in dubbio soprattutto l'episodio del breve viaggio in autostrada la sera del pagamento del riscatto. Fin dall'altro ieri l'uomo aveva ammesso: « Verso l'uria ho imboccato la Torino-Savona, ero con un amico idi cui però non vuol dire U nome perché .pregiudicato, n.d.r.) dovevo incontrarmi su una piazzola con un commerciante di cavalli che mi aveva fatto un "bidone" quando ero in carcere: una partita di animali che avevo pagato 6 milioni comprandoli come purosangue. E poi si sono rivelati dei brocchi da macello. Però quel tale non si è presentato all'appuntamento e sono tornato a casa ». Pare che il dott. Savio gli abbia contestato questa versione dei fatti appoggiandosi alla testimonianza del due casellanti in servizio a quell'ora sull'autostrada: « Loro hanno visto un'Alfa 2000 blu come la sua uscire dal carni sechnNMfemsostriumcocolastuGIscvgsdagc rni Marcello Giganti