L'arresto ordinato dal giudice istruttore
L'arresto ordinato dal giudice istruttore L'arresto ordinato dal giudice istruttore Ricca vedova in carcere con il medico di famiglia Accusati di aver falsificato il testamento del notaio Paola - La donna entrò così in possesso di un ingente patrimonio - Coinvolti un autista e un commercialista Adriana Borello, 53 anni, vedova del dottor Carlo Paola, un notalo torinese morto il 3 agosto del 1973 e 11 suo medico curante, il chirurgo Aldo Di Vajo, 56 anni, sono stati arrestati con l'accusa di aver falsificato il testamento « olografo » (scritto dal defunto), in base al quale tutti i beni dovevano andare alla moglie. j Altre due persone, l'autista del ; notaio, Silvio Tessa, 49 anni, e il commercialista che curava gli in- teressi della famiglia Paola, il dottor Franco Cisi, 49 anni, hanno ricevuto un mandato di comparizione per concorso nello stes- I so reato. « Date le mie condizioni di saIute lascio erede universale mia moglie Adriana Borello »: questo j il laconico messaggio del defunto, datato 27 luglio 1973. E' il do- j cumento al centro delle indagini del sostituto procuratore Pochettino e del giudice istruttore Nappi. Difficile valutare il patrimonio del notaio Paola. Ci sono perlomeno duecento milioni in alloggi, accertati fiscalmente. « Poi c'è il resto —, dicono le parti in causa —, diffìcilmente quantificabile». Sono stati i due fratelli del morto, Antonio, 69 anni, e Margherita, 65 anni (ai quali in mancanza di testamento saretbbe andata metà del patrimonio) a spor- j gere denuncia il 2 novembre del | 1973. Si insospettirono per una serie di circostanze attentamente vagliate dai magistrati. Innanzi tutto la forma usata dal defunto, giudicata « impropria », se si pensa che a stendere quel documento fu un notaio. La data, posta in alto a destra, suscita altrettante perplessità. In qualsiasi atto notarile va posta in basso, prima della firma, come ripeteva spesso il dottor Paola alle sue impiegate. « Non farò mai testamento — diceva anche il dottor Paola ai fratelli ed in ufficio — quello che dispone la legge mi sta bene e penso sia giusto » Secondo quanto afferma la vedova, la sera del 27 luglio, quando il notaio si decise a far testamento era presente anche il medico Di Vajo. Interrogato dal magistrato, 11 chirurgo ha confermato la circostanza. L'autista Tessa confermò di vare preso la busta e di averla consegnata allo studio del commercialista Cisi, che però, non era a Torino. Il Cisi, co- munque, al ritorno dalle ferie consegnò la « scheda testamentaria » al notaio Fissore, che ha rilevato lo studio notarile del dottor Paola. Ecco perché passarono 25 giorni dalla morte del notaio alla pubblicazione del testamento. Dopo la denuncia dei due fraj teli! 1 magistrati inquirenti hanno fatto disporre una perizia. La ; risposta del capo della polizia scientifica di Milano, dottor Men to, non ha lasciato molte speranIllllllllllllllll Ili I IIIIMllllllMII ze agli imputati. « Il testamento è faiso, ma non posso escludere né affermare, che a falsificarlo siano state le persone da voi indicate (i quattro indiziati) ». I due fratelli del notalo, che si seno costituiti parte civile con l'avvocato Mlnnl, hanno nominato consulente di parte 11 professor Ghio. Altrettanto hanno fatto la vedova (aw. Zaccone) e il medico (aw. Auberti), nominando I periti grafici Ferrari e Spigo. II Tessa e il Cisi sono difesi dagli avvocati Lageard e Gabri. Adriana Borello, 53 anni, e il dott. Aldo Di Vajo, arrestati
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