Rai-tv: proposta una nuova legge di Gianfranco Franci

Rai-tv: proposta una nuova legge Presentata a Montecitorio Rai-tv: proposta una nuova legge E' firmata dai capi dei quattro gruppi parlamentari di centro-sinistra - Il decreto "congelato" fino alla scadenza del 23 marzo Roma, 8 febbraio. La proposta di legge per la riforma della Rai-tv è stata ufficialmente presentata stamane alla Camera. Il decreto, che il Parlamento non ha potuto approvare a causa del massiccio ostruzionismo missino, resterà così «congelato» fino alla naturale scadenza del 23 marzo, ma pienamente in vigore, almeno fino a quella data. La proposta è firmata, come previsto, dai capi dei quattro gruppi parlamentari di centro-sinistra per dimostrare l'impegno unanime della maggioranza a portare avanti la riforma. Rispetto al decreto, risulta modificata solo la parte riguardante il Comitato nazionale per la radio e la televisione, che non sarà istituito. I suoi poteri sono stati distribuiti tra la commissione parlamentare per l'indirizzo generale e l'alta vigilanza dei servizi radiotelevisivi e il consiglio di amministrazione dell'ente. La parte maggiore spetterà tuttavia alla prima e se ne dovranno perciò aumentare i membri portandoli da 30 a 40. La disciplina concreta per l'accesso ai programmi nazionali e locali sarà affidata a una sottocommissione permanente la quale dovrà ispirarsi a criteri ben precisi per assicurare la pluralità di opinioni e l'interesse dei programmi proposti Della commissione parlamentare fanno parte naturalmente tutti i gruppi politici, in misura proporzionale alla loro consistenza numerica, e cadono quindi le considerazioni dei missini, i quali giustificavano l'ostruzionismo rimproverando al decreto intenti discriminatori. Il capo del gruppo de, Piccoli, ha detto oggi che il presidente della Camera, Pertini, «ha facilitato con una sua paziente mediazione lo sblocco positivo dell'aspra situazione parlamentare». E ha aggiunto: «E' alla sua iniziativa che si sono affidate le forze parlamentari per una rapida approvazione del progetto di legge». Piccoli ha inoltre annunciato che, su concorde invito degli stessi gruppi, Pertini ha già convocato la giunta del regolamento per rivedere alcune norme, per snellirne e per introdurne altre in modo da «garantire il funzionamento del Parlamento che è il cuore del sistema di libertà». Il capogruppo de ha infine nuovamente deplorato l'ostruzionismo dell'estrema destra «mai profilatosi in misura così massiccia nella storia del Parlamento» e ha osservato che esso era diretto «non solo contro la riforma ma anche contro le supreme istituzioni democratiche». La Camera ha tenuto oggi una breve seduta per cominciare simbolicamente, dopo la fiducia concessa la notte scorsa al governo, la discussione generale del decreto prima del suo definitivo accantonamento. Ha parlato, con accenti di vittoria, il missino Delfino. Poi doveva essere la volta del liberale Cottone. «Continuare a discutere su questo decreto sarebbe non solo inutile, ma poco dignitoso. Per questo rinuncio a parlare», ha detto sedendosi di nuovo. E stato a questo punto che il vicepresidente Lucifredi ha an nunciato la presentazione della proposta di legge per la quale il deputato socialdemocratico Poli ha subito chiesto la procedura d'urgenza. La richiesta asrà votata nella seduta di martedì, all'ordine del giorno della quale il decreto non figura più al primo posto. Gianfranco Franci All'Associazione stampa

Persone citate: Cottone, Lucifredi, Pertini, Poli

Luoghi citati: Roma