Suspense e musica per i giovani

Suspense e musica per i giovani PRIME VISIONI SULLO SCHERMO Suspense e musica per i giovani Il colpo della metropolitana", con Mattinili: un intero convoglio della "sotterranea" in staggio dei banditi - "limi Hendrix live concert": un profeta della controcultura musicale Il colpo della metropolitana di Joseph Sargent, con Walter Matthau, Robert Shaw, Martin Balsam, Hector Elizondo. Americano, colore. Cinema Torino. Presentato a San Sebastiano, Pelham, 1, 2, 3, dal romanzo di John Godey edito in Italia da Mondadori, non presenta davvero novità di contenuto; ma è fatto con quel gusto della precisione che risulta determinante nel successo di una pellicola di suspense. Colpo grosso a New York. Quattro banditi sequestrano un convoglio della « sotterranea », trattenendo in ostaggio gli atterriti passeggeri. Il sequestro è frutto di un piano minuzioso che riesce benissimo: il treno, guidato da uno dei malviventi, va a fermarsi in una zona morta, propizia alle trattative, mentre i viaggiatori in quel silenzio, in quella immobilità, su- e . o . n e o a , - a n dano freddo. Si chiede il riscatto d'un milione di dollari; altrimenti gli ostaggi saranno eliminati l'uno dopo l'altro. La terribile rogna ricade su un commissario di polizia che non ha proprio nulla di eroico: svogliatamente dinoccolato e persino un po' buffo, come sa essere, gigioneggiando un po', l'ottimo Matthau. D'altra parte egli ha un fondo inesauribile di pazienza e ostinazione. Palliti nel sangue alcuni tentativi di cogliere i banditi di sorpresa, sembra che costoro l'abbiano vinta, dal momento che la polizia ha dovuto consegnare loro la somma del riscatto. Sennonché proprio a questo punto, quando alla pentola non manca più che il coperchio, la fortuna, come suole, gira al contrario, e il paziente commissario riuscirà a riacciuffare, insieme con la somma, i banditi e il loro capo, tradito, mentre telefonava, da « un piccolo particolare ». La gente della sotterranea, i quattro banditi, il commissario e i suoi colleghi, la stessa New York vista dall'angolo ferro-tranviario, sono caratterizzati con bel risalto; e l'azione, spillata coi dovuti riguardi alla tensione, ha il ticchettio di un meccanismo ad orologeria. Dalla parte dei furfanti si segnalano Robert ì Shaw e Martin Balsam. 1. p. ★ ★ Jimi Hendrix live concert. Regia dì Biard Bryant. Ameri- - I o . o l o a e e o . i i cano a colori. Cinema Arco. (m. c.) Jimi Hendrix era il Profeta. Nipote d'un negro e d'una indiana Cherokee, fu il mito musicale degli Anni Sessanta più di Dylan e della Baez, autentico nella follìa sonora della sua chitarra elettrica, che non dava messaggi di protesta o ribellione, ma solo la voce e il suono del mondo nuovo che i freak predicavano. La parabola di Jimi fu brevissima: una celebrità rapida e folgorante, poi la morte per droga, a soli 24 anni. Era il 18 settembre del '70. Pochi giorni prima c'era stato il Festival dell'isola di Wight, la grande festa della vita in cui i j migliaia di gioVani non s'era o e esaa rna na no accorti di consumare le ul time illusioni dell'ideologia underground. Il film è un montaggio vo lenteroso d'alcuni concerti di Hendrix, con una cinepresa che testimonia tanto la tecnica di Jimi quanto la qualità del comportamento dei giovani che seguono e «vivono» ì suoi show. Il film è del '71: la controcultura era ancora sicura del suo trionfo, la rivolu¬ zione giovanile godeva delle sue conquiste e si sentiva l'occhio del mondo, il Sistema sembrava in ginocchio, come Nixon nel Vietnam e le lunghe marce della pace. I ragazzi che si agitano e si torcono seguendo i giri armonici e le melodie dello strumento di Hendrix hanno ancora questo volto della vittoria e della certezza: visti oggi, richiamano amaramente il sapore della sconfitta che poi c'è stata, documentano l'aspra realtà del tempo che passa e del Potere che recupera a grandi unghiate il suo dominio. Sono storia. Quanto alla tecnica di Jimi, la testimonianza è realizzata con discrezione e fantasia, senza mai prevaricare — con malintese ricerche dello «specifico filmico» — sull'esibizione del chitarrista. E il valore rivoluzionario di questa tecnica è restituito interamente, le cma me nzno le di to la aela, tà onno mi, ta a, on eore nie, con una capacità emotiva che, forse, va oltre le stesse intenzioni di Bryant. Hendrix «inventò» la chitarra elettrica: nacque con lui, e nessuno è andato oltre, da allora. Le potenzialità tonali e timbriche dello strumento, il colore del ritmo vennero esaltati da una sensibilità raffinatissima, capace d'intuire e d'usare tutto quanto faceva nuova e originale l'attrezzatura elettronica. E la chitarra diventa — per esempio, nel concerto ventoso al Rainbow Bridge, che chiude il film — una macchina sessuale, un violino che trova l'archetto nell'asta del microfono, una maschera di rivolta, una lamentosa interlocutrice, il simbolo della nevrosi e della ricerca che si fa suicidio. E' uno spettacolo di poco più di un'ora, ma squarcia ricordi lunghi e dolci d'un mondo che fu Atlantide senza saperlo.

Luoghi citati: Italia, Mondadori, New York, Torino, Vietnam