Il momento dell'attrice, fra cinema e teatro di Franco Mimmi

Il momento dell'attrice, fra cinema e teatro Il momento dell'attrice, fra cinema e teatro Liv Ullmann, com'è arduo dividersi da un Bergman Protagonista di "Scene da un matrimonio" sullo schermo, è a New York per interpretare in teatro "Casa di bambola" - E non sa sottrarsi all'influenza del suo regista Dalle Scene da un mainino- ! Ilio che l'hanno superpremiata Liv Ullmann, che viene clall terra di Ibscn, è approdata al l'America per identificarsi su palcoscenico con la Nora di Casa di bambola, la donna che abbandona marito e figli per trasformarsi da oggetto domestico in persona. E' vero anche per Liv? Qualcosa di più. qualcosa di meno. Favorita da tempi diversi, Liv ha saputo meglio di Nora proteggere la propria personalità. L'uomo della sua vita non è staio il rigido e meschino avvocato Helmer, bensì il «genio» Ingmar Bergman, sicché la «bambola», pur abbandonata, come altre prima di lei, dopo aver avuto dal regista svedese la piccola Linn, non è riuscita del tutto a fuggire dalla «casa» stregata. Ma quale delle donne di Bergman e riuscita a tanto? Nessuna. Finito il rapporto, finito (forse) l'amore, è rimasto in tutte un profondo attaccamento che si sarebbe tentati di chiamare soggezione. Lui, il «genio», trascorre dall'una all'altra senza mai veramente abbandonarne una: in Sussurri e grida hanno convissuto Liv Ullmann e Kabi Laretei, che fu la quarta moglie del regista; Ingrid, sua quinta moglie, e Ingrid Thulin. C'era anche la piccola Linn, in gale ottocentesche. Poi Liv è tornata accanto al suo grande amico per Scene da un matrimonio, girato per la televisione svedese e già applaudito in molte nazioni in una versione cinematografica ridotta. Insieme per un altro successo, poiché anche questo fattore li lega: il periodo che Liv trascorse a Hollywood dopo la separazione dal regista ha dato luogo a film accolli tiepidamente, e tiepida accoglienza ha avuto pure l'unico film girato da Bergman senza Liv, L'adultera (anch'esso, guarda caso, di produzione americana: una conferma che l'aria degli States mal si accorda alle «agonie nordiche» dei due artisti?). Scene da un matrimonio, in- ! vece, ha ottenuto unanimi applausi. Bergman è passato dai laceranti dilemmi della colpa e della morte a quelli, forse non meno laceranti, della vita quotidiana, e nessun volto meglio di quello di Liv poteva esprimere le intenzioni del legista: fattezze che sanno di campagna e che pure stimolano i sensi, intelligenza e semplicità. Bergman ha usato tutto ciò per disegnare la Nora di questi anni, una coscienza femminile che si risveglia, una donna realmente libera e in grado di vivere senza il sostegno di un uomo (purché ci sia, in qualche parte del mondo, il suo Ingmar Bergman). Lo conobbe nel '65, a Stoccolma, mentre passeggiava insieme con Bibi Andersson; Bergman le inconuò, si fermò a parlare con la sua amica Bibi e poi disse a Liv: «Vuoi fare un film con me?». L'anno dopo girarono Persona, con una parte scritta apposta per Liv, una parte muta, poiché lei non parlava svedese e Bergman non accetta il doppiaggio, ma per Liv parlarono gli sguardi, i sorrisi, i movimenti del capo. Poi venne Linn. poi venne una separazione di tre mesi interrotta ogni sera da una lunghissima telefonata, poi al posto della telefonata giunse una lettera di undici pagine in cui Bergman spiegava a Liv che il tempo dell'amore era finito. Erano passati cinque anni. «Non saremmo stati un bene, l'uno . n o per l'altra, se avessimo vissuto insieme per il resto delle nostre vite — disse Liv —. Ci è rimasto, di quel tempo, la parte migliore, o la maggior parie di ciò che era la parte migliore: siamo amici, lavoriamo insieme». Ma ancora oggi, quando parla di lui, le parole scorrono più vcloI ci, sospinte dal rimpianto per un uomo giudicato da tutti duro e inavvicinabilc e che a Liv ha mostrato un altro volto: «Ave| te mai visto una di quelle vecchie fotografie scolastiche, di quando si hanno 12 o 15 anni? Subito l'attenzione si punta su una di quelle facce, e il modo in cui quel ragazzo sorride vi dice senza possibilità di errore quanto si senta solo. Ogni madre, quasi ogni donna, sente che quello, Ira tutti, è il ragazzo che ha bisogno di lei. Ingmar era così. E più tardi, quando vidi una vecchia fotografia scolastica, con Ingmar tra gli altri, lui era proprio cos'i: il più solo di tutti». Hollywood non basta per dimenticare, nonostante le sue attrattive. «E' cos'i facile farsi viziare — ammise una volta Liv —: a me piacciono le belle auto e lo champagne e i fiori, ma a tutto questo ci si abitua troppo, e viene il giorno in cui lì chiedi: | "Perché oggi non mi hanno inandato rose?" ». Così, dopo lo sfavillio degli studios di Hollywood, dopo i trionfi dei ritrovati palcoscenici norvegesi, Liv Ullmann, più e meno libera della Nora di Casa di bambola, se ne torna con Linn in una vecchia casa di legno che sopporta la pioggia triste della Norvegia, a un passo da un mare grigio che si confonde col cielo grigio e fa rinascere le grigie agonie nordiche che ancora legano Ingmar e Liv, in attesa che lui la chiami per un nuovo film e un nuovo successo. Franco Mimmi - ! aao r a i ra o ea , o a el eguo to a, a e o i e a a e a er o à n rictiv I | | La norvegese Liv Ullmann, 33 anni (Foto Grazia Neri)

Luoghi citati: America, Hollywood, New York, Norvegia, Stoccolma