Cedere o no al ricatto?
Cedere o no al ricatto? Polemica aperta Cedere o no al ricatto? Roma, 7 febbraio. Pioggia di interrogazioni parlamentari: si chiedono notizie, più dettagliate possibili, sul triplice furto di Urbino e si sollecita il governo a fare qualcosa in tutta fretta. Il nucleo dei carabinieri «esperti d'arte» confida, senza avanzare previsioni per i tempi, in un buon esito dell'operazione recupero. E' l'unica nota ottimistica. Dopo l'appello del ministro dei Beni Culturali, Spadolini, per la concessione di fondi necessari a dotare i musei di misure di sicurezza, la domanda del giorno è questa: che farà il governo se i ladri chiederanno un riscatto per la «liberazione» dei dipinti di Piero della Francesca e Raffaello? Subito su questo tema si è aperta la polemica. Ci sono i favorevoli a pagare e i contrari. Il prof. Giulio Carlo Argan, storico dell'arte ha dichiarato all'Agenzia Italia: «Bisognerà pagare, e presto, tinche se non sarà facile reperire una cifra ingente e trovare una giustificazione contabile. E' chiaro però che nel momento in cui 10 Stato accettasse di pagare, l'intero patrimonio artistico nazionale sarà in pericolo». Contro è il ministro Rodolfo Siviero, capo della delegazione del ministero Esteri per 11 recupero dei capolavori rubati, famoso per il ritrovamento dell'Efebo di Selinunte. «Sarebbe indegno per lo Stato cedere ad un eventuale ricatto; equivarrebbe ad una prostituzione. Per un quadro, il più prezioso che sia, non si può accettare un simile compromesso. Ci vuole fermezza di intenti. Le autorità politiche, invece di gettare soldi in questo modo assurdo, dovrebbero meditare e maturare una volta per tutte le decisioni di instaurare nel Paese una vera politica di salvaguardia delle nostre opere d'arte».
Persone citate: Giulio Carlo Argan, Piero Della Francesca, Rodolfo Siviero, Spadolini
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