Dopo l'incredibile razzia al Palazzo Ducale di Giuliano Marchesini

Dopo l'incredibile razzia al Palazzo Ducale Dopo l'incredibile razzia al Palazzo Ducale Chiesto il riscatto per le tele rubate a Urbino: 3 miliardi? Due telefonate ieri: la prima all'Accademia delle Belle Arti chiedeva tre miliardi; la seconda, al sindaco, parlava di cento milioni - Forse quest'ultima è opera di "sciacalli" - Nessuno crede sia possibile vendere i due Piero della Francesca e il Raffaello (Dal nostro inviato speciale) Urbino, 7 febbraio. Gli autori dell'incredibile razzia al Palazzo Ducale avrebbero già richiesto il riscatto per i due Piero della Francesca e il Raffaello. Oggi sono giunte due telefonate, provenienti da chissà dove: la prima all'Accademia delle Belle Arti di Urbino, con la quale si imponeva il pagamento di tre miliardi per la restituzione dei dipinti; la seconda al sindaco della città, Oriano Magnani, con cui la richiesta era calata fino a cento milioni. Il fatto è sconcertante: può darsi che una delle telefonate sia falsa, sia opera di un esaltato o di uno di quegli individui che si chiamano «sciacalli». Tutti si pongono la stessa domanda: quali intenzioni avranno gli autori dell'incredibile razzia al Palazzo Ducale? L'ipotesi più attendibile è che i ladri si propongano di chiedere un riscatto, perché quasi nessuno è disposto a credere che un pazzo abbia « commissionato » due Piero della Francesca e un Raffaello ad un gruppo di professionisti del furto di opere d'arte. E tentare di vendere tre capolavori come questi sarebbe un'idea altrettanto folle. Negli ultimi anni, è stata una catena di assalti a inestimabili opere d'arte: ricordiamo il Giambellino ed i Vivarini trafugati nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia, il Giorgione sparito dal duomo di Castelfranco Vene- to, la pala del Mantegna rubata nella basilica di san Zeno a Verona. Tesori che, dopo giornate di trepidazione, per fortuna sono tornati tutti al loro posto. Ora, con l'impresa dei razziatori al Palazzo Ducale di Urbino, si è toccato un tristissimo primato. Intanto, gravissimi rischi continuano ad incombere sul nostro patrimonio artistico. Il ministro per i Beni Culturali, Giovanni Spadolini, diceva ieri che soltanto nelle chiese della Toscana si rubano in media quattro opere al giorno, e alcuni di questi casi non vengono nemmeno denunciati. Con il trascorrere dei giorni, crescono le preoccupazioni per i Piero della Francesca ed il Raffaello tra le mani dei malviventi. I ladri sapranno adottare gli accorgimenti indispensabili per la conservazione delle tavole? Avranno raccolto l'appello lanciato dall'Istituto del restauro? Un aumento di umidità o uno sbalzo di temperatura potrebbero aggredire i dipinti inesorabilmente. Gli affannosi tentativi di rintracciare il gruppo di uomini che ha dato la scalata al Palazzo Ducale non hanno dato finora alcun risultato. Ci sono decine di posti di blocco, sono in allarme comandi di carabinieri e questure di tutta Italia. I pattugliamenti non si contano, in queste giornate, ma sono rincorse senza una direzione precisa. Nella zona di Urbino, gli inquirenti ascoltano il maggior numero possibile di persone: chissà, può darsi che qualcuno abbia notato qualcosa di sospetto, sia in grado di dare un briciolo di indicazione. Tra l'altro, decine di carabinieri e agenti di polizia hanno compiuto un'accuratissima ispezione nel Palazzo Ducale, in seguito alla telefonata di un anonimo il quale sosteneva che i tre quadri erano nascosti là dentro. Purtroppo non s'è trovato niente. «Stiamo lavorando senza un momento di sosta — dice il procuratore della Repubblica dott. Guido Barboni —. Questa notte siamo rimasti sino a tordi a cercare un orientamento, vagliare tutte le ipotesi». I ladri hanno lasciato qualche impronta? «Di impronte ce ne sono tante — risponde il magistrato — ma con tutta la gente che passa per la galleria, le possibilità ai ricavare qualcosa sono ridotte al mìnimo». Stamane il sostituto procuratore dott. Gaetano Savoldelli Pedrocchi ha interrogato a lungo i due guardiani cui era toccato l'altra notte il turno di sorveglianza al Palazzo Ducale: si è cercato di ricostruire il percorso compiuto dai razziatori per arrivare fino alle sale in cui erano custoditi i tre dipinti. E' probabile che per il primo tratto i ladri abbiano approfittato dell'impalcatura che è stata eretta qualche tempo fa a ridosso del muro per dei lavori di restauro. Ma poi? Restava da compiere un'arrampicata di altri otto o dieci metri. «A'on si capisce come abbiano fatto — dice il procuratore — forse hanno usato una scala componibile». Ma non si esclude nemmeno l'ipotesi che un basista si sia fatto rinchiudere nel palazzo, facilitando cosi l'impresa dei complici. Con il sovrintendente prof. Italo Faldi rievochiamo l'amara storia di un moderno impianto di illuminazione per la galleria, che non s'è mai realizzato. Si parte dal 1973, quando venne impostato il progetto. «Si studiò — racconta il prof. Faldi — un nuovo sistema di illuminazione che ha due requisiti: evitare rischi di corti circuiti, e quindi di incendi, con apparecchi d'interruzione automatica di corrente, e possibilità di tenere le luci accese nelle sale per tutta la notte. Adesso, quando si chiude qui si spegne tutto, i guardiani fanno il giro con le torce elettriche». Dunque, c'era quel progetto. Quale era il preventivo di spesa? «Si parlava — dice il sovrintendente — di un massimo di cento milioni». Con cento milioni si sarebbe procurata una discreta difesa al Raffaello, ai Piero della Francesca e alla fila di altre opere esposte al Palazzo Ducale: per i ladri sarebbe diventata alquanto difficile un'incursione nella galleria completamente illuminata. «L'anno scorso — prosegue il prof. Faldi — il ministero della Pubblica Istruzione finanziò l'inizio dei lavori, che consistette nell'allestimento del quadro elettrico di sicurezza e nel predisporre i punti di partenza per la rete di cavi. Quell'opera venne a costare non più di un milione e mezzo di lire. Quest'anno abbiamo inviato al ministero la perizia per il secondo lotto di lavori, che doveva comportare l'illuminazione di una serie di sale della galleria». Questa storia si tronca qui, perché lo stanziamento non è ancora arrivato. Giuliano Marchesini

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