"L'Alessandria con me ritornerà in A"

"L'Alessandria con me ritornerà in A"Paolo Sacco dopo la gestione Boidi è di nuovo il responsabile della società "L'Alessandria con me ritornerà in A Il giovane industriale ha avuto la completa fiducia del padre ing. Remo ed ora sta varando un programma ambizioso Come si è giunti alla ristrutturazione del vertice dopo colpi di scena e polemiche - Cosa dicono i diretti interessati (Dal nostro inviato speciale) Alessandria, 6 febbraio. Senza scosse violente davanti al mondo e cercando di attenuare al massimo le punte polemiche che avrebbero potuto soltanto nuocere alla tranquillità della squadra, l'Alessandria ha radicalmente mutato, in questo primo scorcio dell'anno, le sue strutture al vertice. Se ne sono andati l'avv. Boidi, amministratore unico, il dott. Testa, che collaborava con lui alla liquidazione della vecchia Alessandria U.S., il segretario Ciceri, l'ing. Garavelli, responsabile del settore giovanile. Ed è ritornato Paolo Sacco che ora. nel bene e nel male, ha in pugno i destini della società. Gino Ressia. uomo di fiducia della famiglia Sacco, è diventato il nuovo amministratore unico, Giorcelli, allenatore in passato delle formazioni giovanili, ha ricevuto l'incarico di ristrutturare II settore. L'operazione, semplice nella sua meccanica ma complicata per gli ovvi momenti di attrito che veniva a creare, riporta in un certo senso la società alle sue dimensioni più « naturali ». La famiglia Sacco, proprietaria della maggioranza delle azioni con un rapporto di 9 contro 1 e garante presso le banche del deficit societario, ha deciso di riprendere direttamente in mano la situazione dopo che l'avv. Boidi, su invito dell'ing. Remo Sacco, aveva gestito l'Alessandria per circa sette mesi. In contrasto con il padre al termine del vittorioso campionato dell'anno scorso per ragioni che lui stesso definisce « inspiegabili », Paolo Sacco ha deciso di occuparsi in prima persona della società ed ha evidentemente convinto il padre a fidarsi ciecamente di lui: « Ciò che fa mio figlio — dichiara Remo Sacco — per me va benissimo. Il calcio lo vedo attraverso i suoi occhi: Paolo rappresenta l'azionariato. la mia fiducia in lui è senza limiti ». Con la possibilità di spendere quattrini senza interferenze, Paolo Sacco ha in primo luogo pensato di creare una struttura a lui favorevole circondandosi di uomini di fiducia. Ha perciò costretto l'avv. Boidi a presentare le dimissioni sul « caso Dalle Vedove », che nelle intenzioni del giovane industriale doveva essere ceduto a novembre e che invece, dietro alla dura presa di posizione dell'amministratore unico era poi ri¬ masto all'Alessandria. A dicembre tuttavia, in seguito alla convocazione dell'assemblea che avrsva decretato la fine della vecchia Alessandria U. S , i maggio ri azionisti della Spa (e cioè la famiglia Sacco) decisero di accettare le dimissioni presentate quasi due mesi prima. Gino Ressia diventò amministratore unico e la politica di grandezza di Paolo Sacco trovò un terreno concreto di azione e (nel futuro) di verifica. « La nuova Alessandria — dice il giovane dirigente — è come una famiglia, non esistono segreti. Che io sia ritornato è logico. La squadra mi appartiene, io sono esposto finanziariamente, mia è la responsabilità se faccio bene o se sbaglio. Mi hanno accusato di dare premi eccessivi ai giocatori, di spendere troppo, ma la verità è che non mi volevano come presidente. Forse perché era comodo così, era più facile sfruttare senza rischi il lavoro che lo avevo impostato in precedenza. Ma ora le cose sono cambiate, I fatti e non le parole mi daranno ragione ». Sull'altro schieramento, l'avv. Boidi espone il suo pensiero sulla questione con fermezza e serenità di giudizio: « Sono uscito con la maggiore dignità possibile — dice — e con la coscienza tranquilla. La mia è stata una gestione austera, d'accordo, ma realistica, onesta. E anche difficile, perché di aiuti non ne avevamo troppi. Credo di non essere fuori dalla verità quando dico che In fin dei conti è stato facile rilevare la società a metà campionato, quando i problemi più grossi erano ormai stati risolti. Noi abbiamo trattato I reingaggi, noi le difficoltà del premio di promozione, promesso da altri e pagato solo in parte. Perché ho accettato questo incarico? E' semplice, per un sentimento di amicizia verso l'ing. Sacco che mi è stato mal ripagato, e per lo passione, il legame che provo nei riguardi dell'Alessandria. Ora c'è chi dice che è disposto a spendere per rendere grandissima la squadra. Spero per il bene di tutti che sia veramente cosi ». Anche Ciceri, ora in forza allo Junior Casale, difende il suo operato in seno all'Alessandria: 'Fino alla partita con il Brindisi — commenta — non ci sono stati grossi intoppi. La società funzionava bene, avrebbe continuato anche in seguito. Comunque io so¬ no alessandrino, se la squadra trarrà giovamento dal cambiamento, ali a mi inchino. Ma accuse non ne voglio sentire perché ho coscienza di avere agito sempre rettamente e alla luce del sole ». Una situazione invero difficile quella in casa dell'Alessandria, sfumata, dove le valutazioni sono al solito soggettive e parziali, dove distribuire ragioni e torti appare impresa quasi impossibile. Una cosa tuttavia accomuna gli opposti schieramenti malgrado le reticenze, le accuse reciproche, le incomprensioni su questioni di principio: l'amore per la squadra. Paolo Sacco ha idee grandiose, programmi ambiziosi: « A tutto il pubblico alessandrino — proclama — prometto già dall'anno prossimo una squadra degna delle sue tradizioni. Non baderò a spese, seguirò alla lettera le indicazioni tecniche di Castelletti, acquisterò ! giocatori che lui mi proporrà, tenterò la scalata alla serie A. Per quanto riguarda i tilosi, sto poi pensando ad una forma di azionariato popolare, anche se per il momento devo ancora studiare il problema nei suoi dettagli. Ma loro devono avere fiducia in me. li accontenterò con i fatti ». • La situazione tecnico-amministrativa è \ buona — interviene Gino Ressia — ci sono tutte le premesse per riportare l'Alessandria agli antichi lastì ». I tifosi intanto, posti di fronte ad una prospettiva tanto allettante, dimostrano di avere accettato la nuova dirigenza e di condividere i sogni di grandezza di Paolo Sacco Anche Castelletti sorride, senza volere entrare però in problemi che, secondo lui, non sono di pertinenza di un tecnico. Di polemiche, di buoni e di cattivi non vuole sentire parlare. « Quello che conta ora per me — dice — è la partita con la Sambenedettese. E la tranquillità dei miei magnifici giocatori ». Carlo Coscia

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