I pericolosi "giochi" di provincia con donnine e droga nei castelli

I pericolosi "giochi" di provincia con donnine e droga nei castelli Scalpore e paura ad Alessandria dopo lo scandalo I pericolosi "giochi" di provincia con donnine e droga nei castelli Gli arrestati sono due - Ora tanti dicono: "Meno male che non c'ero" - E' facile finire nei guai per trascorrere una serata diversa dal solito nell'illusione di sfuggire alla monotonia (Dal nostro inviato speciale) Alessandria, 6 febbraio, Un regista non avrebbe sa-puto far meglio, ci sono tuttigli ingredienti per un «giallo-rosa» all'italiana: il vecchio castello affondato fra alberisecolari, un gruppetto di pim-panti ragazze, ricchi vitellonidi provincia alla ricerca di emozioni esotiche, un pizzico di droga e qualche filmetto pornografico, di quelli girati in Svezia senza troppo mistero. Non basta: ecco il gran finale, con l'arrivo dei carabinieri (scambiati dapprima per ladri) ed il maldestro tentativo di uno dei protagonisti che fa scomparire il corpo del reato trangugiando un'intera bustina di rocaina. Perse per strada le fosche tinte di cui pareva ammantata all'inizio, la vicenda che ha portato all'arresto del dottor Alfredo Bausone e del diri- gente industriale Augusto Pri- j gione, da tragedia si è trasfor- j mata in farsa. Non l'anello di j una lunga catena di orge vi- ! ziose, ma un fatto isolato, j balzato alla ribalta della eronaca più per la notorietà dei protagonisti che per la gravi tà di quanto è accaduto. Al¬ fredo Bausone, erede di una delle più ricche e stimate fa- miglie di Alessandria ed il i suo compagno di baldoria Augusto Prigione sono gli bianchi emuli dei «vitelloni» di Fellini, personaggi anacroni stici che sanno di stantio chiusi in un cerchio vizioso che trae origine dalla noia e nella noia si chiude. Per i carabinieri si tratta di un'operazione di servizio conclusa con successo. Da tempo girava voce che qualcuno degli abituali frequentatori di Piazzetta della Lega fosse dedito alla droga, ma nessuno era riuscito a provarlo. Pazienti indagini non erano andate oltre ai « si dice », « potrebbe darsi ». Quel grammo d'hashish o poco più sequestrato nel castello e quella polverina bianca inghiottita n gran fretta dal Prigione, hanno finalmente dato corpo alle ombre. La particolareggiata denuncia fatta da due ragazze, che hanno riferito di aver ricevuto della cocaina dal Prigione (che l'avrebbe avuta, a sua volta, dal Bausone), suggella definitivamente la responsabilità dei due « play boy » di provincia e tranquillizza i bempensanti rritati dalla loro vita troppo dispendiosa, dalle loro belle auto veloci (distrutte, mi assicurano, con regolarità impressionante), dalle belle e disponibili « sbarbine » con le quali si accompagnavano. Le ragazze meritano una nota a parte. Ce n'erano sei, l'altra notte, nel castello, con i due arrestati ed altri cinque amici. Una studentessa diciannovenne, due infermiere, una pettinatrice, una giovane signora e due eleganti signorine dall'incerta professione. Borsette di coccodrillo (da 400 mila lire ed oltre), stivaloni di pelle all'ultima moda, soprabiti foderati di pelliccia: tutte cose che mal si conciliano con i loro stipendi o con i banchi di scuola. Non hanno mai perso la calma, neppure davanti ai carabinieri comparsi sulla scena all'improvviso in gran numero ed armati, neppure di fronte alle domande del magistrato. Tranquille e sorri lenti anche quando si è parlato di droga. Una avreb be addirittura ammesso di averla assaggiata: «Ma che delusione: non è successo niente». Stasera in Piazzetta della Lega, salotto di Alessandria, non si parla d'altro. Con un pizzico di malvagità («prima o poi dovevano finire in un guaio») nei confronti dei due arrestati. Le battute si intrec ciano, i pettegolezzi si sprecano. Si fa a gara per cercare di scoprire l'identità delle donne the si trovavano al castello, qualcuno fa l'elenco degli as¬ senti e commenta: «Chi non è venuto deve avere la coda di paglia». Risatine nervose accompagnano la battuta: tutti fingono una studiata indifferenza, ma il mondo dei vitelloni è in allarme. «Perbacco, poteva capitare a chiunque di noi». Già: i «party» alla droga vanno di moda da queste parti. O almeno cosi si vuol far credere, speculando sulle disavventure altrui. Un modo come un altro per darsi un tono, per coprirsi d'importanza quando non si ha nulla da fare. f, for.

Persone citate: Alfredo Bausone, Augusto Prigione, Bausone, Fellini, Prigione

Luoghi citati: Alessandria, Svezia