Novara crede nella promozione malgrado la "doccia scozzese,,

Novara crede nella promozione malgrado la "doccia scozzese,, Domenica contro il Perugia la partita della verità Novara crede nella promozione malgrado la "doccia scozzese,, Il presidente Tarantola: "Vogliamo inaugurare il nuovo stadio con la serie A" - Seghedoni: "Un obbiettivo che tutti ci proponiamo" Contro la capolista rientrano Ferrari e Giannini - Ghio squalificato (Dal nostro inviato speciale) Novara, 5 febbraio. Il Novara ha incominciato a gettare la maschera all'ottava giornata, quando ha vinto il derby di Alessandria. Nelle due domeniche successive, fermando il Genoa ed andando a vincere a Brindisi, la squadra di Seghedoni ha confermato la legittimità delle sue aspirazioni. Poi il sole si è nascosto dietro la nuvola dei due pareggi casalinghi con il Catanzaro e l'Atalanta, a cui sono seguiti altri due risultati nulli, a Foggia ed in campo amico col Palermo. La sconfitta di Taranto ha obbligato gli azzurri a... rimettersi la maschera, ma la « doccia scozzese » è continuata: trionfo e bel gioco a Brescia con il coronamento dell'assalto al terzo posto, vittoria striminzita in casa con l'Avellino, inatteso insuccesso domenica scorsa sul campo dello squinternato Arezzo. Ora alla vigilia della • partitissima » con il Perugia, che potrebbe veramente essere decisiva per il futuro del Novara, i tifosi si chiedono: a che gioco giochiamo? La nostra squadra è carne o è pesce? Il vero Novara è quello che vince a Brescia o quello che perde ad Arezzo? Per tutti parla il comm. Rocco Galbani, presidente del « Club Fedelissimi Novara Calcio » il quale dice: • Purtroppo quest'anno I giocatori hanno deciso di farci impazzire: tutte le volte che la situazione sembra facile perdono punti, per riesplodere quando il risultato sembra impossibile. Comunque il Novara è ancora in ottima posizione e molto dipenderà dall'incontro col Perugia, in cui gli azzurri dovranno dimostrare di essere ritornati gli "ammazzagrandi" di un tempo ». Tra gli « addetti ai lavori », pur comprendendo la legittimità dello sconcerto del tifosi per quest'altalena di risultati, si rifiuta il dilemma carne o pesce. « // Novara è una realtà — dice Gianni Seghedoni, l'allenatore — che non si può discutere, e la sconfitta di Arezzo è un episodio spiacevole, per il quale sono io il primo ad essere amareggiato, ma non un dramma irrimediabile. La nostra Incostanza è l'incostanza di tutto il campionato, in cui ci sono una decina di squadre di valore più o meno eguale: basta una mediocre giornata di qualche giocatore per cambiare il quadro della classifica, i colpi di scena sono continui. Basti pensare al Palermo, che qualche settimana fa sembrava spacciato ed ora è tornato in corsa per la promozione ». « Squadra da primato — continua Seghedoni — non si diventa da un giorno all'altro. Ci vuole maturità, concentrazione, impegno nel giocare un calcio semplice, senza complicazioni. Noi, a parte la sconfitta di Verona, che fa storia a sé, siamo caduti contro squadre mediocri, il che prova appunto che ci è mancata la concentrazione che abbiamo invece in occasione degli obiettivi Importanti. Sulla nostra volontà tuttavia non si può discutere: al Novara lavoriamo tutti con serietà, perché tutti vogliamo andare in serie A ». Anche il presidente geom. Santino Tarantola crede, malgrado la « doccia scozzese », ad un Novara da promozione e più che le sue parole lo dimostrano i fatti: il nuovo stadio è già quasi pron¬ to, il progetto di un « Novarello », moderno centro di allenamento ad una ventina di chilometri dalla città, sta già prendendo forma, l'entusiasmo e la volontà di riuscire sono indiscutibili, anche se un piccolo scherzo di chi scrive ha fatto apparire domenica il presidente — contro la sua volontà — come rassegnato alla sconfitta di Arezzo. « Vogliamo inaugurare lo stadio nuovo con la serie A e crediamo nella possibilità di arrivare a questo traguardo — dice Tarantola —. Qui a Novara tutti ricordano che, per l'inaugurazione del vecchio stadio, il calcio d'inizio lo diede Josephine Baker. A noi andrebbe benissimo che II calcio d'inizio. In una partita ufficiale, lo desse Altafini, o Mazzola... Scherzi a parte, io credo in questo Novara e ritengo che sarebbe pericoloso deludere ulteriormente questo entusiasmo che si è creato intorno alla squadra'. • In un mese o poco più — conclude Tarantola — sapremo tutto, perché dovremo incontrare Perugia, Parma e Verona. Certo che dispiace buttar via dei punti come ad Arezzo, ma le partite facili sono un trabocchetto. Al limite, per noi è meno difficile domenica col Perugia. In questo caso, almeno, slamo sicuri della concentrazione e del temperamento della squadra. Faremo di tutto per tener viva la volontà della squadra. Ho promesso fra l'altro al vecchio Udovicich, che in tanti anni di fedeltà al Novara ha dovuto accontentarsi di serie B o anche meno, che lo confermerò anche per l'anno prossimo, se finiremo in A ». Nini Udovicich, trentaquattro anni, è la bandiera del Novara, anche se il « capitano » della squadra è Carrera. Anche il « Monte calvo » — cosi lo chiamano i tifosi — conferma i buoni propositi generali: » Lottiamo sempre per la serie A — dice — anche se forse stiamo vivendo un'esperienza da protagonisti a cui stentiamo ad abituarci. CI troviamo sempre a disagio con le squadre mediocri, quasi quasi preferirei giocare contro il Milan ». Tra qualche mese, Nini, questa preferenza potrebbe diventare realtà... In questo clima di riscossa si prepara la « partitissima » di domenica con il Perugia. Seghedoni, come previsto, non avrà a disposizione Ghio, che si è fatto squalificare per un turno, ma potrà valersi del rientro di Ferrari e di Giannini. Domani proverà ad abbozzare una prima linea di emergenza che dovrebbe contare su Gavinelli, Carrera, Turella, Giannini e Del Neri, poi verso la fine della settimana, porterà la squadra in ritiro, probabilmente a Gozzano. L'epilogo del giallo » con l'Avellino è stato favorevole alla tesi novarese, sancendo la legittimità del risultato conseguito anche se la multa e la diffida del campo costituiscono un campanello d'allarme: il Novara insomma ha bisogno che il pubblico lo inciti nella « partitissima » con il Perugia, ma senza eccedere, per evitare che il troppo amore costringa gli azzurri, per squalifica, a dover giocare prima o poi in campo neutro. Gianni Pigliata