Libero dopo 13 giorni il bimbo strappato al padre ad Acireale
Libero dopo 13 giorni il bimbo strappato al padre ad Acireale E' stato pagato un riscatto di centinaia di milioni Libero dopo 13 giorni il bimbo strappato al padre ad Acireale I banditi lo hanno abbandonato all'alba vicino a un distributore di benzina a Catenanuova (Enna) - Luciano Privitera, 10 anni, ha detto che i rapitori lo hanno sempre trattato bene (Dal nostro corrispondente) Catania, 4 febbraio. Luciano Privitera, il bambino di dieci anni rapito il 22 gennaio ad Acireale, mentre rincasava col padre, è stato liberato all'alba, dopo che i familiari hanno pagato un riscatto di alcune centinaia di milioni. Il bimbo è stato abbandonato dai banditi a Sferro, vicino a una stazione di servizio chiusa. Poco dopo è transitato un camionista che, visto il ragazzo che gli faceva segnali, si è fermato e, quando ha saputo chi era, lo ha preso a bordo e 10 ha portato a Catenanuova, dove c'era una stazione di rifornimento aperta. L'addetto al distributore gli ha dato due gettoni e Luciano ha telefonato a casa dove gli ha risposto lo zio, e all'avvocato Mario Patti che ha condotto le trattative con i banditi. Luciano è ancora sotto choc ed ha parlato soltanto per poco tempo del periodo in cui è stato tenuto prigioniero. Ha raccontato di essere stato sempre bendato e di non avere mai visto in faccia i suoi rapitori, ma di essere stato trattato bene. «Mi hanno dato da mangiare soltanto cibi in scatola — ha detto — e bere liquidi che mi facevano dormire molto». Luciano Privitera ha aggiunto di avere scritto due lettere ai suoi per 11 pagamento del riscatto. Una volta i rapitori gli hanno fatto vedere anche un giornale che pubblicava la fotografia di suo padre che abbracciava la moglie per tranquillizzarlo sulle condizioni del genitore. «Non essere preoccupato — gli disse in quell'occasione uno dei banditi — vedi, tuo papà sta bene e presto potrai tornare a casa». Ieri sera gli hanno detto «preparati perché domani mattina, molto presto, ti riportiamo a casa». Luciano Privitera ha escluso di avere mai sentito voci di donna durante il periodo della sua prigionia. Ha aggiunto di essere stato tenuto in una capanna, sempre al buio. Prima di lasciare andare Luciano, i rapitori gli hanno dettato un'ultima lettera, per il ministro della Giustizia. Il testo: « Al ministro di Gra- zia e Giustizia. Noi siamo i rapitori del piccolo Luciano. Non volevamo uccìdere il pa! dre del bambino; il colpo che lo ha ferito è stato accidentale. Preghiamo quindi il ministro di togliere la taglia e i commercianti di assegnare i 20 milioni da loro raccolti al piccolo Luciano che durante la sua segregazione si è com¬ portato in modo esemplare». Come è noto, il ministero aveva istituito una taglia di 30 milioni per chi avesse tornito indicazioni utili all'identificazione e all'arresto dei banditi. A loro volta i commercianti di Acireale e di Ca tania avevano messo a disposizione altri 20 milioni. Luciano Privitera era stato i rapito mentre rientrava a casa con il padre, Giuseppe, fa| coltoso commerciante di I agrumi. Il bambino era stato j aggredite da quattro uomini mascherati con passamonta1 gna e tutti armati: due di pi| stole e due di fucile con cani ne mozze. Il padre nel tentativo di evitare il rapimento era stato colpito con il calcio di un fucile e quindi con una scarica a panettoni che lo ha ferito al fianco e al petto. L'uomo sarà presto dimesso dalla clinica. I commercianti di agrumi di Acireale e di Catania hanno deciso di assegnare a Luciano Privitera i 20 milioni di lire raccolti per la taglia. Si presume che la somma pagata per ottenere la liberazione di Luciano sia stata di alcune centinaia di milioni. Il denaro sarebbe stato consegnato ieri sera in un luogo ancora imprecisato. Il rilascio del bambino era quindi atteso nella stessa nottata o al massimo questa mattina. f. s. Il sequestro di Casale
Persone citate: Luciano Privitera, Mario Patti
Luoghi citati: Acireale, Casale, Catania, Catenanuova, Enna
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