Coinvolte nella crisi agricola

Coinvolte nella crisi agricola Coinvolte nella crisi agricola Miliardi di passivo per le Centrali latte Situazione peggiore nelle municipalizzate - La Centrale di Torino (privata) minaccia di sospendere la vendita del latte fresco Se si sommano i deficit delle principali Centrali del latte, si arriva a parecchie decine di miliardi. E sono quelle municipalizzate a registrare i più elevati squilibri contabili: Roma 10 miliardi di passivo, Milano circa 4, Napoli e altre non sono da meno. Malgrado ciò, queste aziende non hanno grossi problemi: i Comuni, con denaro pubblico, coprono ogni « buco ». Sono invece le centrali private — come quelle di Torino, Venezia, Catania — che, pur con bilanci in pareggio o comunque lievemente deficitari, hanno grosse preoccupazioni, perché non c'è nessuno che paghi i loro debiti. Perché non rende A Torino, la Centrale del latte ritiene di avere nel '74 un passivo di 390 milioni per la « gestione latti freschi ». Roba da poco, rispetto alle altre aziende, urna è un onere insostenibile, dice l'amministratore delegato dott. Wild, perché noi siamo dei privati». Quindi la Centrale del latte di Torino minaccia di non mettere più in vendita latte fresco (che è il vero latte, l'unico a contenere tutte le sostanze nutritive), ma soltanto latte sterilizzato che si conserva per mesi ma che è una "coltura di bacilli morti", come lo definiscono molti scienziati». Perché il latte fresco non rende, a differenza di quello sterilizzato? Perché, cosa apparentemente inconcepibile, il latte fresco ha un prezzo bloccato (a Torino quello pastorizzato costa 240 lire il litro, quello pastorizzato-omogeneizzato 250), mentre il latte sterilizzato è libero, quindi raggiunge cifre anche di 300 lire il litro. E su questo prodotto si innestano una forte speculazione ed elevati guadagni; molte industrie straniere lo fanno arrivare in Italia, conducendo una spietata concorrenza ai nostri allevatori. Ora la Centrale del latte di Torino chiede — ed al proposito venerdì scorso c'è stato un incontro con il presidente della Regione Oberto — che almeno uno dei due tipi di latte fresco abbia il prezzo libero. In questo modo la Centrale potrebbe vendere per i meno abbienti il latte pastorizzato a prezzo bloccato e, a prezzo libero, l'altro Ciò che la Centrale di Torino chiede è già sancito in tutte le città d'Italia. Ad esempio, a Milano (deficit di quasi 4 miliardi) è bloccato soltanto il prezzo del latte pastorizzato (200 lire), che tra l'altro la Centrale non produce più, e il consumatore deve quindi acquistare l'omogeneizzato a 268 lire il litro. Ma tra la situazione di Milano e quella di Torino c'è una grande differenza: 1 ) nella provincia di Milano la raccolta avviene in sole 400 stalle, mentre in quella di Torino le stalle sono 4300; questa polverizzazione incide nella spesa di raccolta; 2) a Milano si raccoglie un quantitativo doppio di latte rispetto a Torino; 3) a Milano c'è una sola distribuzione giornaliera nelle latterie, mentre a Torino ce ne sono due, e ce ne devono essere due, per forza, perché si sono rilasciate licenze a negozi troppo piccoli e non attrezzati per ricevere in una sola volta l'intero quantitativo giornaliero. La Centrale del latte di Torino, inoltre, ha sempre mantenuto la distribuzione in bottiglie di vetro, malgrado la preferenza della massaia vada al cartone. Perché? Soprattutto per motivi igienici (c'è sempre un po' di cessione di benzopirene dalla plastica al latte), ma anche per motivi ecologici: i sacchetti, le bottiglie di plastica o i triangoli di cartone vengono gettati, mentre la bottiglia si utilizza almeno cento volte e poi viene ancora riciclata nelle fabbriche di vetro. La Centrale di Torino ha calcolato che se avesse trasformato i suoi contenitori da vetro in cartone o plastica, la nettezza urbana avrebbe avuto bisogno di dieci autocarri in più. Senza latte fresco Dall'incontro di venerdì alla Regione è venuta un'assicurazione da parte del presidente Oberto di intervenire presso le parti, affinché siano prese in considerazione le ragioni della Centrale. Se la situazione non si sbloccherà, come abbiamo detto, Torino resterà senza latte fresco, ad eccezione di quel poco che arriva da alcune cooperative. Conseguenza: i consumatori saranno costretti ad acquistare il latte sterilizzato (quello che non ha nessun potere nutritivo) a 300 lire il litro, cioè a un prezzo molto più elevato di quello che la Centrale stessa fisserebbe per il suo latte omogeneizzato, se la quotazione fosse lasciata libera (circa 270 lire). C'è poi il problema, non secondario, degli allevatori: dove andrebbe a finire il loro latte, se la Centrale non lo ritirasse più? Livio Burato

Persone citate: Livio Burato, Oberto