Grave frattura al Congresso di Pau di Alberto Cavallari

Grave frattura al Congresso di Pau Grave frattura al Congresso di Pau La sinistra socialista lascia Mitterrand La "sintesi" tra massimalisti e riformatori fu possibile grazie all'accordo con il pcf che creò il cartello delle sinistre - Ora il contrasto con i comunisti ha diviso il partito socialista (Dal nostro corrispondente) Parigi, 3 febbraio. La sinistra unita francese registra la prima lacerazione interna. Per effetto della polemica social-comunista in corso da mesi, il congresso socialista di Pau si è chiuso domenica con un clamoroso divorzio tra la sinistra e i «mitterrandiani» che insieme formavano la maggioranza. La corrente «massimalista» che fa capo al Ceres (Centro studi e ricerche per un'educazione socialista) è stata estromessa dalla segreteria, che resta in mano ai «riformisti» di Mitterrand. La «sintesi» tra queste forze diverse, iniziata ad Epemay nel 1971, confermata a Grenoble nel 1973, non è più stata possibile. Gli attacchi comunisti hanno fornito il detonatore alla rottura. Ora si attendono le conseguenze dell'uscita della sinistra dal governo del partito. Ma i dati del problema sono evidenti. La «sintesi» tra mitterrandiani e sinistra fu la miscela che consentì al socialismo francese di rinnovarsi ad Epemay, di trovare la famosa dialettica unitaria che lo portò a convivere con i comunisti. Questa «sintesi» è all'origine dell'accordo programmatico tra socialisti e comunisti concluso il 27 giugno 1972, messo alla prova nelle elezioni del '73, sigillato dal famoso «balzo in avanti» delle presidenziali del '74. Detto semplicemente, è da una «sintesi» tra massimalisti e riformisti che derivò poi la «sintesi» tra le posizioni dei due partiti. Non si può esclu¬ dere che, saltato l'accordo interno al partito socialista che fece da propulsore all'unità delle sinistre, anche l'accordo tra socialisti e comunisti giunga alla rottura. In questo senso, la «lacerazione di Pau» è la prima lacerazione visibile della sinistra unita. Naturalmente, Mitterrand cercherà di controllare il processo di disgregazione, tentando d'impedire che dall'interno del partito esso si trasferisca subito all'esterno, facendo esplodere immediatamente l'alleanza con i comunisti. Il partito socialista è stato largamente e continuamente beneficiario sul piano elettorale della «dialettica dell'unità». Dal 1973 esso aumenta vistosamente i suoi voti, mentre il partito comunista è in flessione rispetto al 1967. La rottura di Pau tra «massimalisti» e «riformisti» significa che Mitterrand ha voluto le mani libere rispetto alle forze interne che potevano, nell'esecutivo del partito, condizionarlo a una sola politica verso i comunisti. Significa pure che Mitterrand desidera scegliersi da solo, insieme ai «riformisti», il futuro terreno di scontro o di conciliazione col pcf. Da ciò la violenta reazione dell'Humanità, stamattina, che attacca a piena pagina lo «spostamento a destra del partito ». Da tutti questi fatti nasce comunque un panorama. Per il comunismo francese è nato da Pau, ufficialmente, un partito socialista «più a destra» di quello che firmò il patto di Epemay e il programma comune del 1972. Tutte le divergenze che furono elegantemente superate tra i due partiti, ora riemergono come «contraddizioni interne» al partito socialista, e quindi come dati certi per una lunga battaglia politica. Per il partito socialista, dal recente congresso comunista è nato ufficialmente invece un partito comunista più «a sinistra» della vecchia linea Marchais, e ci sono meno illusioni sul cambiamento del pcf. In conclusione, ognuno dei due partiti giudica l'altro «diverso» rispetto ai patti del '72. Effettivamente i due partiti sono diventati diversi nei loro atti congressuali; lo stesso processo (alla rovescia) li ha dominati. L'unità delle sinistre in Francia è quindi adesso un'alleanza formale che imprigiona due partiti divenuti avversari e «carissimi nemici» mentre la guida politica di Mitterrand esce indebolita dall'estromissione di una corrente che faceva da tenace mastice nello scontro violento. Molte domande fino a ieri premature sono quindi legittime. Ci si chiede fino a quando reggerà l'unità formale della sinistra; se inizia da oggi la fine di una esperienza europea pilotata dalla Francia: se i successi della sinistra nel '74 sono stati il suo canto del cigno; soprattutto quale bilancio finale tirerà da tutto questo Mitterrand, che ormai non è più leader di tutta la sinistra. Alberto Cavallari

Persone citate: Marchais, Mitterrand

Luoghi citati: Epemay, Francia, Parigi, Pau