Piano per ridurre la quota che Londra paga alla Cee di Renato Proni

Piano per ridurre la quota che Londra paga alla Cee Piano per ridurre la quota che Londra paga alla Cee (Dal nostro corrispondente) | Bruxelles, 31 gennaio, j La Commissione europea presenterà un piano per sbloccare il rinegoziato britannico e rendere quindi più probabile la permanenza dell'Inghilterra nella Comunità. Il piano riconosce il principio — come da mesi chiedevano i britannici — che uno Stato non può pagare una parte eccessiva del bilancio comunitario in rapporto al suo reddito nazionale lordo. Col sistema attuale, il Regno Unito temeva di pagare il 24 per cento dei contributi totali al bilancio Cee, malgrado il suo reddito nazionale lordo rappresenti solo il 14 per cento di quello comunitario. Questo problema è centrale al rinegoziato e l'apertura verso una soluzione si è avuta all'ultimo vertice europeo a Parigi, in cui i capi di governo chiedevano alla Commissione di approntare un progetto per assicurare un'equa ripartizione di contributi al bilancio da parte di ogni Stato. Se il progetto della Com missione sarà approvato dal Consiglio dei ministri degli Esteri, il problema sarà risol- to entro la fine di marzo e il primo ministro inglese Harold Wilson potrà indire, come programmato, il referendum nazionale per la permanenza britannica nella Cee entro il prossimo giugno, probabilmente con un invito agli elettori a votare per il «sì». Il piano della Commissione è un compromesso tra i punti di vista inglesi e quelli della Comunità per quanto riguarda il finanziamento del bilancio, quindi Londra non ottiene tutto quanto aveva sollecitato. Tuttavia, un complicato meccanismo permetterà a qualsiasi nazione di recuperare sino ai due terzi la somma in più versata al bilancio comunitario se esìsteranno le necessarie condizioni. Queste condizioni sono: 1) un aumento dell'espansione nazionale dell'economìa che non sia superiore al 20 per cento della media di quella della Comunità: 2) un contributo al bilancio superiore al reddito nazionale lordo di almeno il 10 per cento (cioè, il meccanismo scatta quando l'Inghilterra, o un altro Paese, abbia per esempio un reddito pari al 15 per cento del reddito comunitario, ma abbia versato più del 16,5 per cento dei contributi al bilancio); 3) la nazione in questione deve avere una bilancia dei pagamenti passiva e un reddito nazionale pro-capite non superiore all'85 per cento del reddito medio pro-capite dei cittadini comunitari. Attualmente il Regno Unite, in base a queste condizioni, è qualificato ad ottenere rimborsi dalla Cee. Inoltre l'Inghilterra avrà ulteriori rimborsi se per tre anni di seguito avrà pagato un'alìquota maggiore del dovuto al bilancio. Questo piano è stato studiato per il Regno Unito ma potrebbe interessare anche l'Italia. Renato Proni

Persone citate: Harold Wilson

Luoghi citati: Bruxelles, Inghilterra, Italia, Londra, Parigi, Regno Unito