Tra l'altro, ha assolto l'ex ministro Dayan di Giorgio Romano
Tra l'altro, ha assolto l'ex ministro Dayan Tra l'altro, ha assolto l'ex ministro Dayan L'inchiesta sul Kippur ha deluso gli israeliani (Nostro servizio particolare) Tel Aviv, 31 gennaio. Al nervosismo e all'ansia che avevano preceduto la pubblicazione del rapporto finale della commissione di inchiesta sulla guerra del Kippur è seguita una certa delusione e un senso di insoddisfazione, di cui si fanno eco oggi i principali quotidiani, che osservano come la parte resa pubblica si soffermi su generalità e termini vaghi e non si addentri sulle responsabilità di individui e gruppi di potere. Forse a questo disinganno contribuisce il fatto che la parte politica è appena sfiorata e che. a differenza del rapporto pubblicato in aprile qui non ci sono capri espiatori o persone di cui si chiede l'esonero (anche perché nel frattempo sono intervenuti mutamenti nei diversi comandi). Altro elemento che contribuisce ad un maggiore distacco è poi il fatto che nel governo non ci sono più i per¬ sonaggi compromessi nelle vicende del 1973. L'uomo della strada nota con stupore le differenze tra questa relazione e le due precedenti, in quanto nella parte resa pubblica (che rappresenta appena un trentesimo del tutto) si confermano sì le accuse per certe negligenze e per le trascuratezze nei particolari, per la mancanza di disciplina, ma non si approfondiscono questi aspetti e se ne traggono conclusioni che sembrano generiche. Altro elemento di stupore è l'indiretta assoluzione di Dayan, che è stato ministro della Difesa per sette anni e di cui non si pongono in rilievo le manchevolezze per quanto riguarda la preparazione dell'esercito, né il pessimismo e l'incertezza che l'hanno dominato nei primi giorni della battaglia e sui quali sono unanimi coloro che hanno scritto sulla guerra del Kippur. Quanto agli altri casi personali che la relazione esami- na, il lettore trova che l'insistenza sulla inadeguatezza e gli errori del generale Shmuel Gonen (che aveva presentato ricorso contro il rapporto numero uno) sia fuori di proporzione, mentre appare strano aver citato a lungo il caso limite del generale Arie Sharon, sul diritto di un comandante di disubbidire in circostanze eccezionali agli ordini superiori, un caso che sembra inficiare quel principio della disciplina e dell'obbedienza su cui tanto si insiste altrove. Non ci sono state ancora reazioni a livello governativo, ma c'è stata una dichiarazione del ministro della Difesa e del capo di Stato maggiore dell'esercito, che esortano ad attuare le riforme suggerite e a tener conto di tutti gli elementi indicati nella relazione, che saranno oggetto di studio speciale da parte delle diverse unità dell'esercito. Si accenna qui evidentemente alla parte che non è stata resa pubblica e che pare contenga severe critiche. L'editoriale dell'indipendente Haarez è il più severo nei confronti dell' opera della commissione inquirente. Il quotidiano contesta il criterio di non rendere pubblici molti degli errori compiuti per motivi di sicurezza, perché « è dubbio se il danno che avrebbe causato alla sicurezza una siffatta pubblicazione sarebbe stato maggiore di quello pubblico che deriva dalla inettitudine che ha dimostrato la commissione ». Giorgio Romano
Persone citate: Arie Sharon, Dayan, Shmuel Gonen
Luoghi citati: Tel Aviv
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