Lord Snowdon salvi la Regina

Lord Snowdon salvi la Regina Lord Snowdon salvi la Regina Il marito di Margaret insorge contro il libro impertinente scritto da un deputato laborista (Nostro servizio particolare) Londra, 31 gennaio. Che Lord Snowdon, discusso marito della discussa principessa Margaret, si sia au- toeletto scudo protettore del-la monarchia, è certo cosa buffa. Difatti il suo atteggia- mento è sempre stato quello del parente controverso, che prende parte alle riunioni di famiglia con una certa reticenza e distacco. Ma, visto che siamo sul pettegolezzo, convien pure aggiungere che gli immensi vantaggi e prerogative dell'essere « reale » gli piacciono moltisimo: e a chi non piacerebbero? La gente, però, si secca che tutto questo sia capitato a lui, occhio turchino, incarnato costantemente abbronzato, conversazione tipicamente giornalistica, consorte infedele. E che abbia voluto mantenere i piedi in troppe staffe: quella del reale, quella del borghese, quella dell'intellettuale, quella del fotografo in incognito (chimera, naturalmente: anche in Patagonia i rotocalchi hanno reso famosa la bella faccia di An- thony Charles Robert Armstrong-Jones, conte di Snowdon). Lunedì Snowdon telefonava dall'Olanda (dov'era per far 1 foto di moda) e chiedeva a j Kenneth Banerji, uno dei quattro direttori della casa , editrice Quartet che ora pubblica il libro My Queen and I (La mia regina ed io) del deputato laborista William Hamilton, di fermare la pubblicazione del libro. O che almeno l'uscita del volume fosse posposta, in quanto My Queen and I contiene un bel numero di errori che lo riguardano; errori che la casa editrice ha giudicato « irrilevanti ». Snowdon ha difatti precisato che non era vero che in un suo viaggio in America avesse portato con sé due camerieri personali: ne aveva uno solo. Il suo nome è stampato come Snowden in una pagina del libro. E quando rifiutò un invito a colazione di William Hamilton, non lo motivò con il fatto che « qualcuno lo aveva avvertito », bensì perché « non desiderava far colazione con una persona che insulta la gente, specialmente delle signore ». Si riferiva al fatto che Hamilton in Parlamento dardeggia la cognata la regina e sua moglie Margaret, con critiche vivacissime tutte le volte che ne ha l'occasione. La Corona, come si usa, non ha fatto alcun commento ufficiale ed ha mantenuto un dignitoso silenzio. In verità per fermare la pubblicazione di My Queen and I (titolo che si ispira alla famosa commedia musicale My King and I) avrebbe dovuto avere motivi legali e rivolgersi a un tribunale, che per direttissima può bloccare la pubblicazione o la distribuzione di qualsiasi libro. Non li ha, perché il fotografo reale non viene offeso nel testo (anzi è descritto come « l'unico membro della famiglia reale che sia creativo ») e con questa sua protesta ha assicurato al libro una tiratura maggiore di quanto Hamilton o Quartet si aspettassero. Willie Hamilton, figlio di minatori, puritano, simpatico, ottimo sense of humour (difatti il libro è spiritoso), fa parte dell'ala destra del partito laborista. E' pro-europeo, popolarissimo nel distretto di Fife Central che rappresenta ai Comuni; e non è anti-monarchico « benché l'esistenza dì una monarchia come la nostra esageri la differenziazione tra le classi ». Hamilton critica la regina per il peso economico. Il Parlamento, dice, è eccessiva- mente restio a far domande pertinenti^ e ^valutare quindi la ricchezza della regina (patrimonio che Hamilton, con conti accuratissimi, valuta in 150 miliardi di lire). Nessuno, nella famiglia reale, paga tasse (meno, in parte esigua, il duca di Edimburgo) e sembra che il mistero sulla ricchezza reale sia un segreto di Stato. In un Paese come l'Inghilterra dove le tasse sono altissime, e vengono pagate, la cosa può cominciare a far rabbia nella nuova atmosfera di crisi economica. Gaia Servadio

Luoghi citati: America, Edimburgo, Inghilterra, Londra, Olanda