Si sciolgono le truppe alpine? La Ditesa: "Solo ristrutturate,, di Fabrizio Carbone
Si sciolgono le truppe alpine? La Ditesa: "Solo ristrutturate,, Allarme dell'Associazione nazionale delle "penne nere,, Si sciolgono le truppe alpine? La Ditesa: "Solo ristrutturate,, Si parla di abolire il reclutamento di zona, cioè tra i giovani nati in montagna - Comunicato del ministero: " I reparti non subiranno alcuna contrazione oltre quelle già attuate " Roma, 31 gennaio. «Radio Scarpa», la voce degli alpini, ha lanciato dalle caserme un appello, raccolto in questi giorni dall'Ana (l'Associazione nazionale alpini, che raccoglie le 240 mila «penne nere» in congedo) e rilanciato al Paese: si teme per lo scioglimento del corpo; si parla di una riduzione drastica delle brigate esistenti; è minacciato il sistema di reclutamento per zone (una tradizione secolare). Sono notizie degli ultimi giorni e dopo un'assemblea straordinaria dell'Ana tra gli alpini si sta diffondendo preoccupazione ed emozione. C'è chi vuole a Roma il raduno annuale, già fis¬ sato per metà marzo a Firenze. Una minaccia di «marcia di protesta» che ha spinto oggi il ministero della Difesa a prendere posizione. Per prima cosa si afferma che le truppe alpine «non saranno soppresse, perché sono le più efficienti della Nato». Esiste invece — ed è noto da tempo — un piano di ristrutturazione per le forze armate allo studio di quattro gruppi di lavoro «interforze». Oggi il ministro Forlani si è riservato di anticipare alla stampa le proposte avanzate dal gruppo di lavoro per quanto riguarda le brigate alpine allo scopo di tranquillizzare l'Ana. «Noi comprendia- mo le preoccupazioni di questo corpo che però ci paiono eccessive. Le esigenze del Paese sono mutate ed è in questo quadro che va vista la ristrutturazione delle forze armate. Gli alpini devono stare tranquilli perché il lavoro degli esperti è legato ad una logica precisa. Le nuove soluzioni avranno un loro motivo d'essere. Il problema è trattato con estrema sensibilità». Queste parole le abbiamo raccolte in ambienti responsabili del ministero Difesa. Appare evidente da tutto ciò che le preoccupazioni delle «penne nére» 'sono fondate, soprattutto perché con un ridimensionamento annunciato per tutti anche queste brigate verranno ridotte. Attualmente sono 5 e «Radio Scarpa» parla di un taglio netto per portarle a tre. In proporzione — dicono — calerà il livello del contingente alle armi. Si parla anche dell'abolizione del reclutamento di zona. Da quando questo corpo è nato gli alpini sono stati sempre scelti tra giovani nati in montagna, esperti in chiodi, scarponi e piccozze. Questo perché in caso d'emergenza sarebbe stato più semplice avere, a difesa dei confini, ragazzi esperti piuttosto che soldati di altre regioni della pianura. Di ridimensionamento si parlava da tempo. Già a Napoli, nel raduno del '73, apparve la scritta «giù le mani dagli alpini». A Udine l'anno scorso al pranzo ufficiale il presidente Bertagnollo disse al ministro Andreotti che prima di essere «ridimensionati» gli alpini volevano essere consultati. A sera il servizio pubblica informazione della Difesa ha precisato che « anche se i reparti alpini subiranno un ridimensionamento nel quadro generale della ristrutturazione di tutte le Forze Armate, questo non sarà certamente tale da diminuire l'efficienza e la capacità operativa che, anzi, ne trarranno giovamento. Si può prevedere in linea di massima che non vi saranno sostanziali contrazioni di unità oltre quelle già disposte ed attuate ». Fabrizio Carbone
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