Aperto a Roma il Consiglio nazionale

Aperto a Roma il Consiglio nazionale Aperto a Roma il Consiglio nazionale Dieci punti di Pantani per il rilancio della de Tra i principali argomenti: no al compromesso storico e a un rapporto preferenziale col psi; elezioni regionali in primavera; sostegno al governo Moro; appello alla maggioranza perché approvi le proposte anticrimine; monito contro il frazionismo interno Roma, 31 gennaio. Dieci punti, quasi un decalogo, emergono dalla relazione di ventitré cartelle a spazio uno, con la quale Fanfani ha introdotto stasera all'Eur le tre giornate del consiglio nazionale de che vale un congresso, dinanzi agli altri 278 consiglieri nell'aula rettangolare a gradoni di Palazzo Sturzo. Così, in sintesi estrema: 1) elezioni regionali e amministrative in maggio o giugno; 2) preferenza di Fanfani per un congresso de prima delle consultazioni anziché per un'assemblea del partito come vogliono le altre correnti; 3) « no » al compromesso storico con il pei al centro e in periferia; 4) «no» al rapporto preferenziale «preteso» dal psi; 5) «si» a un centro-sinistra nuovo; 6) impegno deciso di sostenere il governo Moro-La Malfa, da dimostrare in Parlamento e nel Paese; 7) appello perché la maggioranza approvi rapidamente le proposte anticrimine e antiviolenza; 8) richiamo delle forze sociali al rispetto delle compatibilità; 9) rinnovamento della de all'insegna del « personalismo comunitario »; 10) severo monito contro il frazionismo interno sul quale Fanfani scarica l'eventuale calo di voti e di credibilità della de. COMPROMESSO STORICO — La disputa è inutile perché « le proposte comuniste non sono di assetto definitivo della società italiana, ma l'avvio "morbido" della trasformazione del sistema sociale, economico e politico democratico italiano nel sistema totalitario in politica e dì capitalismo di Stato in economia, che il pei non ha mai dichiarato di voler abbandonare, né può dichiararlo, finché resterà coerente alle sue teorie e alle sue connessioni internazionali ». La stessa « equidistanza » italiana fra Nato e Urss, « concessa » dal pei, « non offre alcuna migliore sicurezza all'Italia ». La de risponde « no » perché il compromesso storico « non risulterebbe utile all'Italia né sul piano interno né internazionale; infrangerebbe definitivamente la solidarietà tra le forze politiche, che finora han difeso la democrazia; non rafforzerebbe la nostra economia, né aumenterebbe la nostra sicurezza; accrescerebbe l'inquietudine in tutto il Paese; porterebbe una fatale trasformazione delle strutture politiche e sociali; metterebbe la de in contraddizione » con gli impegni assunti. Fanfani, comunque, ha detto che una scelta del genere imporrebbe un congresso della de e l'eventuale accoglimento del «compromesso storico» dovrebbe essere verificato con elezioni politiche. RAPPORTI COL PSI — Il rapporto preferenziale su « pretese » posizioni di parità, voluto dal psi, indebolirebbe o eliminerebbe la solidarietà del centro-sinistra. Il psi dimentica che un rapporto del genere « non è indicato dalla totalità degli elettori » e poiché si concretizzerebbe « nell'uso di posti e di potere, obbligherebbe a paritarie scelte su problemi di fondo ». Per Lamberto Fumo (Continua a pagina 2 in prima colonna)

Persone citate: Fanfani, La Malfa, Lamberto Fumo, Pantani, Sturzo

Luoghi citati: Italia, Roma, Urss