Portogallo: evitata per ora la crisi ma i militari sembrano indeboliti

Portogallo: evitata per ora la crisi ma i militari sembrano indeboliti Portogallo: evitata per ora la crisi ma i militari sembrano indeboliti cero la rivoluzione, divisi fra progressisti e moderati, sono ancora alla ricerca di una collocazione precisa nel quadro politico interno. Molti ufficiali simpatizzano apertamente per il partito comunista, altri vorrebbero prendere le distanze dal pc per far assumere al movimento militare il ruolo che gli venne fissato il 25 aprile, fungere cioè da garante della libertà istituzionale con una netta preclusione verso qualsiasi tentativo di restaurazione di un regime centrista. Il veto alle tre dimostrazioni di domani, annunciato al termine della lunga riunione del Consiglio dei 20, l'organo direttivo del « Mfa » di cui fanno parte i capi di stato maggiore delle tre forze armate e il comandante della piazza militare di Lisbona, sarebbe stato deciso dopo notevoli contrasti. Ha prevalso alla fine la tesi ispirata alla cautela: scontentare socialisti e comunisti ma evitare qualsiasi turbamento dell'ordine pubblico. Il provvedimento, redatto sotto forma di «appello ai promotori» è stato accettato dai socialisti del ministro degli Esteri Soares (che però ha indetto una dimostrazione per il 7 febbraio) e dai comunisti del ministro senza portafoglio Cunhal. Non così, invece, il Movimento della sinistra socialista e alcune frange di «fiancheggiatori» comunisti, che hanno contestato la decisione dell'esercito, facendo trasparire l'intenzione di andare avanti con le loro manifestazioni. Anche i maoisti del «Mrpp» sarebbero dello stesso avviso. Il Movimento delle Forze Armate si è messo in contatto con i dirigenti dei partiti dell'estrema sinistra per dissuaderli, ribadendo con vigore che «qualsiasi manifestazione è rigorosamente vietata». Piero de Garzarolli (Dal nostro inviato speciale) Lisbona, 30 gennaio. Il Portogallo esce dall'ennesima crisi, più grave delle precedenti perché ad innescarla sono stati questa volta i partiti della sinistra che appoggiano il governo. E' una crisi senza vincitori ma con un vinto: il Movimento delle Forze Armate, che esce notevolmente indebolito dal contrasto che lo ha opposto a socialisti e comunisti. All'apparenza i militari sembrano essere riusciti ad imporre il loro punto di vista, proibire i comizi indetti per domani dal pc e dal ps, i due partiti di governo, assieme ai popolari democratici della sinistra moderata, che intendevano manifestare il loro appoggio al governo. Occorre subito chiarire che il Movimento delle Forze Armate, l'effettivo centro del potere del Paese, non aveva nulla in contrario ad essere applaudito pubblicamente da socialisti e comunisti. Ciò che non gli andava a genio era la «controdimostrazione» organizzata per la stessa ora e quasi allo stesso punto da un gruppuscolo di maoisti, con finalità chiaramente provocatorie. Piuttosto che correre il rischio di vedere le strade del centro della capitale trasformarsi in un terreno di scontro, il «Mfa» ha optato per una soluzione drastica, vietando le tre manifestazioni. L'opinione corrente punta invece su un'altra interpretazione: si tratterebbe di una prova cioè di debolezza dei militari, che temevano di vedersi sfuggire la situazione di mano non riuscendo più, come in passato, a controllare la massa popolare. Questa è scontenta e sfiduciata per un insieme di motivi: il costante rialzo del costo della vita, l'erosione del potere di acquisto delì'escudo, l'aumento della disoccupazione, la dilazione delle riforme promesse all'indomani del 25 aprile per migliorare il livello economico e produttivo. Il Paese sta effettivamente attraversando un periodo di profonde delusioni, le cui cause vengono imputate ai militari, latori di enormi speranze nove mesi fa e oggi, secondo il parere della maggioranza dei portoghesi, incapaci a risolvere i problemi lasciati in eredità dalla dittatura salazarista. La tesi è vigorosamente respinta dal Movimento delle Forze Armate che, pur ammettendo le difficoltà incontrate dal Portogallo dopo quasi mezzo secolo di black out, ritiene che gli ostacoli facciano parte dell'evoluzione normale di un sistema democratico alle prime armi. «Non c'è pericolo di guerra civile», ha detto oggi il portavoce dell «Mfa», Vitor Alves. «Le contraddizioni e le polemiche sono naturali in un Paese pluripartitico». I capitani e i tenenti che fe¬

Persone citate: Alves, Cunhal, Piero De Garzarolli, Soares

Luoghi citati: Lisbona, Portogallo