Shelepin (ex Kgb) ricevuto a Bonn di Tito Sansa
Shelepin (ex Kgb) ricevuto a Bonn Shelepin (ex Kgb) ricevuto a Bonn (Dal nostro corrispondente) Mosca, 30 gennaio. La notizia che Aleksandr Shelepin, presidente dei sindacati sovietici, si recherà in Germania occidentale (rimbalzata qui dall'Occidente, ma non confermata dalle fonti ufficiali sovietiche) ha destato molta sorpresa tra gli osservatori politici di Mosca. Shelepin, infatti, è considerato soprattutto un uomo dell'apparato del partito, e le sue apparizioni al di fuori dei confini dell'Europa non socialista sono rarissime. Nonostante l'età relativamente giovane (ha • soltanto 57 anni, quando l'età media dell'ufficio politico è di 64 »). Shelepin è considerato uno degli uomini più potenti del « Politbjuro • del Pcus, e sicuramente uno dei più colti e raffinati. Laureato in lettere e filosofia, diploma assai raro nella gerarchia sovietica dove dominano gli ingegneri e gli agronomi, elegante, ottimo conversatore. Shelepin ha incantato per i suoi modi e le sue qualità salottiere i pochi uomini politici e i diplomatici occidentali che hanno avuto l'avventura d'incontrarlo. Ma non sono state queste doti a fare di lui uno degli uomini più potenti e temuti del regime. La sua rapida e fortunata carriera politica (entrò nel -Politbiuro' nel 1964. a soli 46 anni, quasi un record) dipendono piuttosto dalla vasta rete di « clienti », che egli seppe crearsi quando, dal 1952 al 1958, fu a capo del • Komsomol -, l'organizzazione giovanile del partito, ma ancora più dal fatto che egli diresse per quattro anni, dal 1958 al 1961, il « Kgb », la temutissima polizia politica. Quando egli lasciò tale incarico per entrare nella segreteria del partito e poi, tre anni dopo, riusci ad essere cooptato anche nel « Politbjuro ». Shelepin sembrò cumulare nelle sue mani un potere tale da farlo considerare uno dei più seri aspiranti alla suprema carica del partito con il solo «handicap» della giovane età. Ancora alla fine degli Anni Sessanta, egli era considerato uno dei potenziali «delfini» di Breznev. Ma la sua stella politica cominciò a declinare all'inizio degli Anni Settanta (si dice perché aveva tentato una » rivolta di palazzo » insieme con Poljanskij) e il 24° Congresso, che lo vide scendere precipitosamente nella scala gerarchica del Pcus, sembrò sanzionare Il suo accantonamento. Ma le amicizie coltivate negli anni del * Komsomol » e del « Kgb » gli hanno consentito di riemergere gradualmente. p. g. (Dal nostro corrispondente/ Bonn, 30 gennaio. Alexander Shelepin, ex capo dei servizi segreti sovietici « Kgb » e attualmente presidente dei sindacati dell'Urss, è venuto oggi in Germania, benché il 19 ottobre del 1962 la Corte Suprema federale di Karlsruhe lo abbia accusato di avere ordinato l'assassinio di due profughi politici ucraini a Monaco di Baviera. Già l'annuncio della visita di Shelepin aveva suscitato in Germania un'ondata di proteste, il vicepresidente del Parlamento ed ex ministro della Giustizia Richard Jaeger (cristianosociale) l'aveva definita « una provocazione » e uno « scandalo », invitando la magistratura a intervenire. Nonostante le proteste non è accaduto nulla, la ragione di Stato e motivi di interesse politico e pubblico — in primo luogo la Ostpolitik — hanno prevalso, la giustizia non è intervenuta. Sceliepin, che era stato invitato anni fa dal capo dei sindacati tedeschi Rosenberg, è stato accolto all'aeroporto di Duesseldorf dal successore di Rosenberg, Oskar Vetter e dall'ambasciatore sovietico a Bonn, Valentin Falin. L'unica azione di disturbo è venuta da tre profughi ucraini, i quali hanno dimostrato dinanzi alla sede dei sindacati, distribuendo volantini. Nei volantini, che hanno trovato scarsa attenzione tra i passanti, i tre esuli accusavano Sceliepin di omicidio politico. Ricordavano la morte dei due profughi ucraini Stephan Bander e Lev Rebet, uccisi nel 1957 e nel 1959 a Monaco di Baviera con una pistola a gas dall'agente sovietico Bogdan Stascinsky, condannato poi a otto anni di reclusione dalla corte di Karlsruhe; ricordavano pure che la stessa corte aveva accusato Sceliepin di essere stato il mandante dell'assassinio. Tito Sansa
Persone citate: Aleksandr Shelepin, Alexander Shelepin, Bogdan Stascinsky, Breznev, Oskar Vetter, Richard Jaeger, Rosenberg, Stephan Bander, Valentin Falin
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