Ravenna, benvenuti i «minori»

Ravenna, benvenuti i «minori» Ravenna, benvenuti i «minori» Ravenna, gennaio. A chi, magari tentato dall'ammiccante profumo della piadina al prosciutto, capita in un bar di via Diaz a Ravenna, può succedere di cogliere, tra le morbide e insinuanti figure verbali del dialetto romagno1n, allusioni al « commendatore stampato ». Lo « pseudonimo » non dispiace affatto a un protagonista della vita culturale ravennate: Angelo Longo titolare, con il figlio Alfio, dell'omonima casa editrice. La passione per l'arte tipografica e per la ricerca di testi « su cui mettere le mani dopo un paziente appostamento, proprio come si fa con la selvaggina», è diventata attività editoriale quasi per scommessa: « Da molti anni, abbiamo una libreria in cui capitavano giovani con il dattiloscritto sotto il braccio, che lamentavano la difficoltà di farsi leggere dai grossi editori. Per curiosità, ho dato un'occhiata a qualche lavoro e non sono riuscito a lasciare nel cassetto un paio di saggi decisamente interessanti: "Il Porcico", la collana dedicata ai personaggi e ai movimenti letterari, giunta al cinquantaquattreSimo volume, è nato praticamente così ». In precedenza, a partire dal 1968, Angelo Longo aveva firmato volumi sulle basiliche e i mosaici: « Corsi internazionali sull'arte ravennate e bizantina » è una collezione apprezzata dai cultori non solo italiani. Affiancato da Alfio, non ha poi resistito all'interesse per settori meno circoscritti. Dai diciotto titoli del '68, la casa editrice è passata ai trentacinque del '72 e quest'anno toccherà il tetto delle cinquanta novità. « Per le nostre dimensioni — conferma Alfio Longo — è un numero addirittura spropositato: i costi della distribuzione e l'impossibilità di "spingere" pubblicitariamente i libri, non ci consentono di apparire sovente in vetrina. Il pubblico, di conseguenza, è un po' costretto a cercarci ma ci conforta molto constatare che, negli ultimi tre anni, i "lettori Longo" sono aumentati in progressione geometrica ». « Il Portico », per rimanere alla collana più nota, ha diversi tìtoli ristampati; fra gli ultimi Manoscritto, Libro a stampa, Biblioteca di Enzo Esposito, Solaria e la narrativa italiana intorno al 1930 di Lia Fava Guzzetta e La dimensione narrativa: ipotesi sul romanzo americano di Ruggero Bianchi, sono stati accolti con particolare favore. « Indagini e prospettive » e « Laboratorio di scrittura », due collane relativamente recenti, hanno incontrato immediatamente. La prima ospita saggi e ricerche su temi di attualità, come Lessico prefabbricato, Gli schemi del linguaggio giornalistico dì Cesare Garelli, Politica e scienza di Jorio e Pacilio e quel Figlio assurdo di Carlo Villa che ha messo a soqquadro l'« onorata società » degli enti preposti all'assistenza degli « orfani ». La seconda ha presentato Il linguaggio della pubblicità di Giorgio Cordona e La scrittura da giornale di Giambattista Vicari: due volumetti agili e brillanti, per chi desidera approfondire il senso e la portata dell'informazione, fino alle radici. E la narrativa? Alfio Longo non la trascura: « Abbiamo inteso fare qualcosa di diverso dal solito. La "Longo narrativa", infatti, è una collana gestita dagli stessi autori che propone. Pochi i libri, buoni i risultati: Testo di Felice Piemontese è stato uno dei romanzi meglio segnalati dalla critica, nella stagione '73-'74. Ultimamente, abbiamo pubblicato un curioso discorso di Sebastiano Vassalli sulla reinvenzione del mondo: A.A. Il libro dell'utopia cera¬ mica che, a mio avviso, rimane il romanzo più convincente dello scrittore novarese ». Longo ha inaugurato il '75 presentando una nuova collana dedicata ai « Classici italiani minori ». Il primo volume si fa apprezzare sia per la veste tipografica (« Il libro dev'essere come il pane "erotico" di Bagnacavallo: mentre soddisfa il palato incanta l'occhio! »; una scelta operativa che ha consentito alla casa editrice di assicurarsi l'ambito Premio Bodoni 1974 per la grafica), che per la sensibilità con cui Enzo Esposito ha curato Teditio princeps de II pecorone di Ser Giovanili. Per molti si tratterà di un'autentica scoperta, capace persino di gettare un cono d'ombra sulle arguzie di un novelliere coevo ben diversamente celebrato: il Boccaccio, appunto. I « Minori », un impegno che affascina Angelo e Alfio Longo, mette tra l'altro a fuoco una peculiarità del loro « mestiere »: l'ostinarsi a «fiutare», a non badare alle mode, a puntare sui giovani narratori con le carte davvero in regola, inso.ima a stampare « libri che durano, perché per i piccoli e medi editori contano soltanto i tempi lunghi». Ferdinando Albertazzi Viaggio tra le "piccole,, case editrici: Longo

Luoghi citati: Bagnacavallo, Ravenna