Gli "Annali Feltrinelli di Mario Bonini

Gli "Annali Feltrinelli Gli "Annali Feltrinelli Il marxismo oggi Storia del marxismo contemporaneo, voi. XV degli « Annali » dell'Istituto G. Feltrinelli, a cura di Aldo Zanardo, Ed. Feltrinelli, pag. 1499, lire 20.000. 11 tentativo più ambizioso di riassumere e analizzare in uno studio organico l'intera traiettoria ideologica del marxismo era finora la notissima, ma ormai alquanto distanziata Storia del pensiero socialista di C.D.H. Cole: selle volumi che coprono l'arco che va dai precursori (1789-1850) alle soglie della seconda guerra mondiale. Tentativo ambizioso, si diceva, e riuscito nella misura in cui Cole sa desumere il pensiero dalla prassi o. in altre parole, leggere in trasparenza le spinte e le contraddizioni ideologiche nella dialettica dei fatti e degli scontri politici. Del resto quasi tulli i grandi pensatori marxisti, da Marx a Mao Tse-tung. da Kautsky e Hilferding a Lenin e Gramsci, sono stati anche uomini d'azione: agitatori e statisti, organizzatori e parlamentari, burocrati e soldati. Sono rari, sul versante che per comodità chiameremo socialdemocratico e su quello che. sempre per comodità, si può definire comunista, i teorici puramente speculativi: Adler, Korsch, Sweezy e pochi altri. Il quindicesimo volume degli « Annali » dell'Istituto Giangiacomo Feltrinelli non vuole invece essere una ricostruzione complessiva generica, bensì, come afTerma il curatore nell'introduzione, dare conto del marxismo « nella sua dimensione di teoria di ciò che è essenziale o di principi e nella sua totale estensione », ma, nello stesso tempo, anche « nella sua determinatezza, nella sua concretezza e diversità ». Una ricerca così concepita non poteva non richiedere contributi diversi, articolati e in una certa misura contraddittori. Per marxismo contemporaneo s'intende quello successivo all'elaborazione teorica di Marx ed Engels: alla ricerca su questa vastissima materia hanno partecipato una sessantina di studiosi italiani e stranieri. Proprio perché la materia è molto vasta l'area di ricerca è stata volutamente circoscritta ad alcune fasce bene delimitate: da un lato, la teoria della società, dell'economia, dell'organizzazione statale e della transizione al socialismo, lasciando in secondo piano campi problematici come quelli afferenti alla filosofia in generale, alla cultura e alle scienze; dall'altro, l'elaborazione teorica in alcuni Paesi (Germania, Austria, Russia, Italia, Stati Uniti, Inghilterra, Cina), lasciando quasi del tutto da parte il contributo dato al marxismo nell'Europa Orientale e balcanica, in Giappone, in larga parte dell'America Latina. Un'altra importante delimitazione è quella che privilegia i grandi interpreti ed esegeti del marxismo a scapito di quello che il curatore definisce « marxismo collettivo ». direttamente immanente alla prassi politica immediata, che pure non è privo d'intuizioni anticipatrici. Questa molteplice circoscrizione dell'oggetto della ricerca, se da un certo punto di vista nuoce alla globalità e alla continuità del discorso a molte voci, da un altro favorisce l'approfondimento critico, consentendo agli autori di concentrare la loro attenzione sui teorici e sulle teorie che hanno segnato traguardi, o punti di partenza, per l'intero movimento, senza tuttavia tralasciare protagonisti del pensiero e della cultura d'oggi — come Sraffa e Marcuse — che si collocano alle frontiere del marxismo, o addirittura fuori di esse, ma hanno operato su un terreno d'indagine che s'interseca con quello del marxismo. In una raccolta di studi così ampia e complessa non è facile individuare i nodi centrali della discussione, né valutare proporzioni e squilibri. Se comunque è vero che negli ultimi decenni i teorici della corrente che per convenzione abbiamo definito socialdemocratica hanno dato uno scarso apporto all'interpretazione dei mutamenti che avvengono nelle società del mondo occidentale induslrializzato, è pur vero che non è possibile esaurire l'informazione sul socialismo riformista nei saggi su Kautsky, Bernstein, Hilferding e gli altri « austro marxisti », salvo un breve cenno ulteriore sulla critica di Varga alle prime proposte socialdemocratiche di program- mazionc «nell'ambito del capi- ' 1954. talismo », che risale al Tale critica, del resto, era perfettamente in linea con la rozza identificazione staliniana smo, che i comunisti sovietici e occidentali, dopo averla erel-ta a canone fino agli Anni Cin- j ! i quanta. hanno abbandonato I quando e apparso evidente clic, i nelle mutale condizioni del | mondo e delle società occiden- I tali, la via al socialismo non ' passa automaticamente per la distruzione dello Stalo boi-1 ghese. 11 rilievo è comunque margi- dnaie perché l'opera è basata j sul presupposto della « centra- i lità del marxismo nel contesto ; Marx e Hegel, di Levine (Copyrlghl N.Y. Revicw of Books. Opera Mundi e por l'Imita La Stampa) del pensiero moderno » e l'attenzione viene quindi concentrata principalmente sulle scuole che, pur da differenti angolazioni e con esiti talora contrastanti, si richiamano a un marxismo senza correzioni e senza inquinamenti o commistioni di ideologie « borghesi » sopravvenute dopo la scomparsa di Marx ed Engels, e anche dopo la scomparsa di Lenin. A Rosa Luxemburg, per esempio, sono dedicali tre saggi, come a Mao Tse-tung; ben sette a Lenin, fra cui uno di Luciano Gruppi sulla teoria del partito rivoluzionario della classe operaia e uno di Maurice Dobb sulle Considerazioni sullo sviluppo del capitalismo in Russia (l'opera in cui Lenin enunciò il suggestivo ma illusorio dilemma fra « via prus- i | stana » e « via americana » per j la trasformazione del sistema j fondiario russo) e quattro a I Trockij. A proposilo di quest'ultimo, j di grande interesse è l'analisi | di Ernest Mandel sul rapporto | fra democrazia e socialismo. ' Trockij. che nel 1920-21 era I stalo al fianco di Lenin nel ' sostenere e imporre la suprei mazia del partito sull'aulo-organizzazione della classe operaia, fin dal 1925 si rese conio del pericolo costituito dalla crescerne burocratizzazione del parlilo stesso. Mandel osserva che la storia — anche la sloì ria di oggi, preciseremmo — ] dimostra la fondatezza delle rej mole previsioni di Trockij: la ! crescita delle forze produttive | j e l'industrializzazione sono per j j sé insufficienti a garantire lo sviluppo della democrazia so! cialista. i In modo assai più tagliente I lo stesso Trockij. ormai esilia i lo. avrebbe scritto nel 1952: | « Se esistesse un cervello uni I versale... un simile cervello po ' Irebbe evidentemente costruire a priori un piano economico 1 definitivo, senza errori, corniti dando col calcolare gli ettari di foraggio e finendo con i j bottoni da panciotto. In veri i là la burocrazia si immagina ; spesso di avere proprio lei un i simile cervello.. Sono temi, come si vede, perfettamente attuali; ed è ben nolo che uno dei punti nodali della critica di Mao Tse-tung alla concezione sovietica del socialismo riguarda proprio l'imperio dei burocrati. Non è paradossale sostenere che le prime avvisaglie del processo di rivalutazione della «base» (di partito e di massa) nei confronti del vertice burocratico si possono riconoscere nel XX Congresso del pcus. anche se il seguito larda a venire; ed è da sottoscrivere l'osservazione di Giuliano Procacci che in una « storia del marxismo contemporaneo » avrebbe potuto trovar posto, pur non avendo statura di teorico, Nikita Kruscev. Mario Bonini