Auto: per le aziende collegate è stato deciso un altro incontro
Auto: per le aziende collegate è stato deciso un altro incontro Auto: per le aziende collegate è stato deciso un altro incontro Imprenditori e sindacalisti piemontesi, dopo l'incontro di mercoledì, si rivedranno in un giorno da stabilire della prossima settimana, per proseguire la discussione sull'«indotto», cioè sulle aziende collegate alla produzione automobilistica. E' noto che la Fiat nel prossimo bimestre (febbraio e marzo) «perderà» 18 giornate lavorative nel settore auto (13 di Cassa integrazione e 5 della quarta settimana di ferie) corrispondenti a circa 100 mila vetture che non verranno prodotte. Quale sarà l'effetto di questo taglio della produzione di auto sulle aziende fornitrici? La Fiat ha assicurato che nel 1975 non procederà a licenziamenti per riduzione di personale, ma i fornitori come si comporteranno? La Fiat — in base all'accordo stipulato a Roma con i sindacati — discute con i rappresentanti dei lavoratori i programmi e le eventuali riduzioni d'orario. Nelle piccole aziende fornitrici — dove sovente il sindacato ha scarsa rappresentanza — ci sarà, invece, un uso «sei vaggio» della Cassa zione? Le preoccupazioni dei sindacalisti su quest'ultimo punto, riguardante l'uso della Cassa integrazione, sono in parte mitigate dall'accordo nazionale sul salario garantito. L'accordo non è ancora ■ integra- operante perché presuppone i o n a a e » e . i ? l i n a i e . a a n o a una riforma della Cassa integrazione che è di competenza del governo e del Parlamento. Però nell'incontro di mercoledì il presidente dell'Unione Industriale di Torino, Carlo De Benedetti, ha dichiarato la disponibilità «ad applicare, ove necessario e possibile, ì termini procedurali previsti dall'accordo, anche prima del perfezionamento legislativo del provvedimento». De Benedetti ha, invece, escluso che l'Unione Industriale possa impegnarsi ad evitare che vi siano riduzioni degli orari a zero ore. Gli imprenditori hanno chiarito che l'incontro con i sindacati non poteva trasformarsi in trattativa, ma aveva carattere conoscitivo. Fatta questa precisazione, i rappresentanti dell'Unione Industriale si sono dichiarati favorevoli ad una prosecuzione dell'esame dei dati che le organizzazioni sindacali riterranno di fornire. Le parti s'incontreranno ancora la prossima settimana. Approfondire la discussione sulle aziende fornitrici sarà ■ i utile perché i dati sono con- j trastanti. Secondo alcuni si tratta di circa 15 mila ditte con 350 mila dipendenti. Durante l'incontro di mercoledì, l'Unione Industriale ha affermato che le ditte collegate al settore dell'auto occupano da 70 a 77 mila persone di cui meno della metà (30-35 mila) e | in Piemonte. A giudizio di al n a i . . e à i e , a i cuni sindacalisti le aziende collegate all'auto avrebbero invece un numero di dipendenti almeno doppio di quello indicato dagli industriali. Le cifre variano perché non esistono statistiche precise, ma anche perché è difficile stabilire quali sono i confini dell'«indotto». Al limite, quando decine di migliaia di operai stanno a casa, eriche i tranvieri hanno meno lavoro. Un altro esempio potrebbe riguardare la Riv-Skf, la quale ha annunciato riduzioni d'orario che diventa però difficile dividere in misura esatta tra la crisi dell'auto, la crisi degli elettrodomestici e la crisi dei clienti esteri. L'Associazione torinese delle piccole industrie (Api) afferma che i tagli di produzione, nelle aziende associate, sono stati sopportati bene fino a Natale e che i ricorsi alla Cassa integrazione nelle piccole ditte sono cominciati in gennaio. La crisi automobilistica, dice l'Api, non è che una componente del fenomeno più generale che tocca quasi tutti i settori. Per avere un quadro il più possibile completo della situazione delle aziende forni trici i sindacalisti riuniranno a Torino, nella prima metà di febbraio, l'assemblea regionale piemontese dei delegati di tutte le fabbriche dell'«indotto». Sergio Devecchi Impegno di imprenditori e sindacalisti Le preoccupazioni per l'uso della Cassa integrazione sono in parte mitigate dall'accordo sul salario garantito, che però non è ancora stato reso operante
Persone citate: Carlo De Benedetti, De Benedetti, Sergio Devecchi
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