Polemiche dimissioni del ministro Yariv di Giorgio Romano

Polemiche dimissioni del ministro Yariv Polemiche dimissioni del ministro Yariv (Nostro servizio particolare) Tel Aviv, 29 gennaio. Le dimissioni del ministro laborista dell'Informazione, Aharon Yariv, sono giunte del tutto inattese. Le ragioni addotte da Yariv nella lettera al presidente del Consiglio e ribadite oggi in una conferenza stampa non hanno convinto: in sostanza Yariv ha detto che un ministero dell'Informazione non ha ragione d'essere in Israele perché il capo del governo è anche il «com mentatore capo» della prò pria politica e il dicastero degli Esteri ha una sua rete informativa. Sebbene fossero note certe divergenze con Rabin, contrario a un governo di unione nazionale, e con Allon, che lo aveva smentito il 9 novembre quando aveva affermato che Kissinger sarebbe tornato presto nel Medio Oriente, è difficile spiegare perché abbia scelto questo momento per annunciare le proprie «irrevocabili» dimissioni, che diventeranno effettive tra 48 ore, ma che egli ha detto aver annunciato sin da venerdì scorso a Rabin. E' per lo me no singolare che — dopo l'annuncio al premier — Yariv abbia accennato lunedì a trattative segrete tentate dal governo d'Israele con esponenti dell'Olp. All'antivigilia dell'arrivo di Kissinger per quelle che sono considerate trattative preliminari in vista di un accordo . . ,- .„.>,„• temporaneo con 1 Egitto, sipuò pensare che la decisione di Yariv possa segnare il preludio di un braccio di ferro tra estremisti e possibilisti in seno al laborismo. Non a caso, un gruppo che si definisce la «Giovane guardia del Maarach» (Fronte del lavoro) ha proposto la costituzione di un governo di unione nazionale con un premier laborista diverso da Rabin (Peres?), con l'intento tra l'altro di preparare nuove elezioni. Ancor più significative sono le parole di apprezzamento espresse a Yariv dai rappresentanti del Likud, che intende chiedere un dibattito parlamentare sulle dimissioni del ministro, mentre il loro portavoce, Simcha Ehrlich, ha salutato con calore «i convincenti argomenti di Yariv, il cui gesto rappresenta una tappa verso lo sgretolamento dell'attuale governo». Giorgio Romano In crisi il governo israeliano?

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