Metà dei portoghesi voterebbe per un partito di centro-destra

Metà dei portoghesi voterebbe per un partito di centro-destra Metà dei portoghesi voterebbe per un partito di centro-destra (Dal nostro inviato speciale) Lisbona, 28 gennaio. Governo, forze armate, partiti, tirano le somme del turbolento fine settimana politico culminato nei disordini di Oporto che, stando ai socialisti, rischiavano di trascinare il Portogallo sull'orlo della guerra civile, ponendo le premesse di un intervento straniero « per sventare pericolose avventure di tipo totalitario ». Il drammatico mònito del ministro degli Esteri, Mario Soares, approvato all'unanimità dal comitato centrale socialista, conferma che il dissidio ideologico con i comunisti è di fatto insanabile. I due partiti continueranno a far parte della coalizione del primo ministro Vasco Goncalves, ma lotteranno separatamente per assicurarsi l'appoggio popolare in vista delle elezioni per l'assemblea costituente, fissate in linea di principio per la fine di aprile, entro un anno cioè dalla « rivoluzione dei garofani » che portò i militari al potere. Gli incidenti di Oporto, scoppiati sabato sera in concomitanza con il primo congresso del Centro democratico sociale, restano al centro dei commenti. Tutti i partiti, eccetto il Mrpp maoista, condannano senza riserve gli atti di intemperanza dei manifestanti estremisti ai danni dei delegati del Cds, intrappolati da una folla ostile all'interno del Palazzo di Cristallo di Oporto e liberati dopo 14 ore di paura grazie all'intervento dei paracadutisti inviati per aereo da Lisbona. Le contumelie rovesciate sui congressisti, accusati di mascherare mire fasciste sotto l'etichetta di un partito di centro-destra che si dice conservatore, sono ritenute ingiustificate, pur ammettendo che Cds non può essere chiamato «democratico» per la presenza nelle sue file di elementi compromessi con il regime Caetano, primo fra tutti Xavier Pintado, ex sottosegretario all'industria. Ciò che spaventa invece socialisti, comunisti e, indirettamente, il Movimento delle forze armate, è l'ampiezza del consenso che il raggruppamento di centro-destra sta raccogliendo in tutto il paese. Numerosi sondaggi indicano che il Cds potrebbe contare su quasi la metà dei suffragi, quando e se i portoghesi verranno chiamati alle urne. I comunisti, che all'indomani del 25 aprile sembravano i più forti, non andrebbero oltre il 10 per cento, i socialisti otterrebbero il 20 per cento, altrettanto il Partito popolare democratico, a cui andrebbero le simpatie dell'ex presi¬ dente della Repubblica Antonio De Spinola, mentre il resto sarebbe diviso fra nostalgici di estrema destra e i democristiani diretti dal maggiore Sanches Osorio, ministro delle Informazioni sino a pochi mesi fa. L'incertezza sui risultati della consultazione, una promessa che i militari sinora non si sono rimangiati, emerge dall'editoriale apparso oggi sul bollettino del Movimento delle forze armate. Il «gruppo dei capitani», dopo aver rilevato «il moltiplicarsi delle manifestazioni di perplessità, impazienza e indignazione che mettono in causa i meccanismi decisionali del governo», afferma che «è giunto il momento di superare il punto morto, invitando gli ufficiali ad assumersi la pienezza delle loro responsabilità rivoluzionarie». Il discorso è chiaro: l'esercito intende allargare la sua sfera di influenza a tutti i sistemi della vita pubblica, restringendo lo spazio di manovra dei partiti non comunisti. Questo spiega le apprensioni dei socialisti, che vedono profilarsi nella manovra l'eventualità di un ricorso alla dittatura militare. Sul piano politico, essi hanno già perso una grossa battaglia accettando, anche se a denti stretti, la costituzione di un sindacato unico che rag¬ grupperà le 18G confederazioni dei lavoratori portoghesi sotto l'ombrello di un ente che i comunisti, essendo meglio organizzati, potranno controllare facilmente. C'è da segnalare, inoltre, un'altra significativa iniziativa dei militari. Il maggiore Melo Antunes, ministro senza portafoglio e uno dei promotori del colpo di Stato dello scorso anno, è stato nominato responsabile del piano economico di emergenza, ultima spiaggia del tentativo di sanare una precaria situazione congiunturale con oltre 100 mila disoccupati e un ritmo di inflazione del 30 per cento annuo. La crisi di governo, che sarebbe scoppiata se i socialisti fossero usciti dalla compagine ministeriale trascinando a rimorchio il Ppd, è dunque evitata, almeno per il momento, ma la tensione non si è placata. L'ora della verità è rimandata a venerdì. Per quel giorno sono previsti a Lisbona tre cortei, organizzati rispettivamente dai comunisti, dai socialisti e dal Mrpp, il movimento rivoluzionario per il progresso portoghese, il più battagliero dello schieramento di estrema sinistra. Il tragitto delle manifestazioni è destinato ad intersecarsi, e i simpatizzanti dei vari cortei potrebbero scontrarsi. Piero de Garzarolli

Persone citate: Antonio De Spinola, Mario Soares, Melo Antunes, Piero De Garzarolli, Sanches Osorio, Vasco Goncalves, Xavier Pintado

Luoghi citati: Lisbona, Oporto, Portogallo