A Sanremo si scelgono le canzoni di Remo Lugli

A Sanremo si scelgono le canzoni A Sanremo si scelgono le canzoni Il festival dei politici con un mare d'amore Tra i 162 motivi inviati ancora moltissimi innamoramenti disperati o travagli amorosi - I rappresentanti dei partiti sceglieranno entro giovedì i 30 titoli per la gara (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 28 gennaio. « Tuffiamoci anche noi / nel mare dell'amor », dice il ritornello della canzone contrassegnata con il numero 3a. E' una delle 162 che case editrici e autori hanno inviato per partecipare ai prossimo festival di Sanremo. E' veramente un mare d'amore: si contano sì e no sulle dita quelle che non parlano di innamoramenti o angosce amorose. E in questo « mare dell'amor » ci si stanno tuffando i politici. La scelta viene fatta da una commissione che comprende tutti i rappresentanti dei partiti presenti in consiglio comunale. S'è detto che il festival viene « lottizzato » come ogni altro aspetto della vita che passa sotto il filtro della politica. « E' logico che sìa così — dice l'assessore al Turismo, Napoleone Cavaliere, " patron " della manifestazione —. E' il modo migliore per far partecipare tutti alla scelta ». La tesi, all'incirca, è condivisa da quasi tutti i rappresentanti politici che siedono in sala d'ascolto, nella Palazzina del tiro a segno. Ieri e stamattina la commissione ha ascoltato tutte le canzoni; sedici sono già state escluse perché erano cantate, mentre il regolamento prescriveva soltanto l'invio della colonna musicale — disco o nastro — e di un foglio con il testo scritto. Oggi sono incominciati il riascolto e la votazione per fare una prima cernita di sessanta canzoni dalle quali entro giovedì sa¬ ranno scelte le trenta del festival. In sala ci sono le telecamere che trasmettono a circuito chiuso l'immagine dei membri della commissione e le musiche in un atrio nel quale c'è un po' di gente. Le canzoni, sorteggiate, vengono an- nunciate con un numero. I giudici non sanno di chi sono: i nomi stanno chiusi in una cassaforte del Comune, soltanto dopo la scelta si conosceranno gli autori. Oltre ai rappresentanti dei partiti, de, pei, psi, psdi, indipendenti, pri e pli, ci sono tre sindacalisti, due studenti sorteggiati nelle scuole medie, un'impiegata segnalata dai sindacati, il presidente dell'Azienda di soggiorno, il maestro Farina, direttore dell'orchestra sinfonica di Sanremo e la professoressa Salesi, direttrice della scuola di musica Respighi. « Noi della de — dice Cavaliere ■— che disponiamo di due rappresentanti, abbiamo scelto due maestri di musica, Montini e Caldani, per dare alla commissione maggior competenza ». Dice Caldani: « Qui siamo, più che politici, rappresentanti dell'opinione pubblica. E' ovvio che il bagaglio politico che è alle nostre spalle può condizionare la scelta. Io cerco comunque di basarmi sul concetto del bello ». Roberto Criscuolo, del pei, studente universitario di filosofia, viene da Genova. S'è già letto tutti i testi e s'è segnato i numeri delle canzoni da votare, la 17, la 18a, la 18b, la 19b. Essendo tutte unite, appartenevano ad un unico plico, forse sono di uno stesso autore, sono fra le poche che non parlano d'amore. « Ti ricordi da bambini — dice la canzone 18b — rubavamo perché ci mancava il pane ». Dice Criscuolo: « Voto le canzoni che uniscono bella musica ad un testo sociale, ma se la musica è davvero bella posso prendere in considerazione anche il tema d'amore ». La signorina Boeri del pli e la signorina Baraldi degli Indipendenti ritengono positiva la decisione di affidare ai politici la scelta, convinte che il bagaglio politico non influenzi nella decisione. Di parere contrario è il rappresentante del psi, Sepe (il quale però ammette di non essere iscritto al partito, di avere accettato per fare un favore all'amico che glie lo ha chiesto): «Per me è un fatto negativo. Il Festival di Sanremo è sempre stato tanto bello e genuino, adesso che c'entra la politica certamente si rovinerà ». I sindacalisti sono naturalmente contenti di sedere nella sala della giuria: i sindacati si sono sempre battuti per giungere a questo, del resto. Per un accordo con la Rai, dove le telecamere vanno all'esterno degli studi, si deve sempre avere preventivamente il parere dei sindacati. Vaglia della Cgil: «Politici e sindacalisti danno la garanzia di una maggiore obiettività. Peccato che qui, nei contenuti delle canzoni, non siano trattati i problemi sociali attuali: è lo specchio della situazione di crisi della canzone italiana ». Villa della Cisl: « Continueremo a batterci perché i festival abbiano importanza pubblica ». Nella sala d'ascolto fra lo scarso pubblico ci sono alcuni discografioi, tra cui Aurelio Pierro e Luciano Rondinella. Dice il Pierro: « Se per salvare Sanremo è necessario far sbagliare i politici, facciamoli sbagliare. Ma mi pare che tutto proceda nel migliore dei modi. Stanno scegliendo quel poco di buono che c'è: si sentono argomenti musicali che non han¬ no né capo né coda ». Rondinella: « Se i politici sono in buona fede, il loro parere può essere validissimo; e il fatto che siano rappresentati tutti i partiti dà garanzia di equilibrio ». Un discografico che non vuole essere citato fa delle insinuazioni: « C'è da credere che i vari partiti non facciano delle pressioni sui loro rappresentanti per appoggiare questa o quella canzone, anche se ufficialmente non si sa chi è che le presenta? ». « Le musiche si susseguono con monotonia, senza suscitare brividi, piuttosto qualche ricordo di motivi noti ». Un maestro dice: « C'è tanta roba fatta in casa, raffazzonata su alla meglio, senza il minimo pizzico d'arte ». E il plico dei testi che abbiamo sott'occhio è altrettanto eloquente in senso negativo. Solo qualcosa riesce ad emergere da una accozzaglia di banalità, di licenze sintattiche e grammaticali. Si legge: « Che soffrir me mi fai »; « Ama pure quel ragazzo che sarai anche felice »; « Dissi fra me quello lì gli voglio bene ». E poi si apprende che l'uomo è « Esemplare bello con mezzo chilo di cervello ». Dice uno della giuria: « Chissà se questo autore ne aveva proprio cinque etti o un po' meno ». Remo Lugli

Luoghi citati: Genova, Sanremo