Sequestrati documenti venuti dalla Spagna di Francesco Santini

Sequestrati documenti venuti dalla Spagna Sequestrati documenti venuti dalla Spagna (Dal nostro inviato speciale) Arezzo, 28 gennaio. Mario Tuti è in fuga e attorno a lui, braccato dall'Antiterrorismo, il terreno si fa ogni giorno più scottante. I fatti di Empoli hanno isolato il faicismo toscano e gli uomini del msi si affrettano a tagliare- i ponti con i terroristi neri arrestati dal sostituto procuratore Marsili. Luciano Franci, Marino Morelli, Giovanni Gallastroni, Margherita Luddi, Pietro Malentacchi ed ' ; Mario Tuti al mare in una foto di alcuni mesi fa Augusto Cauchi, 25 anni, l'ultimo della lista del sostituto procuratore di Arezzo, sono stati allevati nelle file del msi e nelle sue organizzazioni giovanili, ma gli esponenti della federazione missina di Arezzo ne ridimensionano i ruoli e parlano di «manovra» contro il loro partito. Tentano una difesa disperata: «Si sono mossi sconsideratamente — ha detto il federale di Arezzo, Ghinelli — perché qualcuno dall'estero li manovra: l'Italia è terra di conquisto e loro si fanno largo con le bombe». Poi, rilancia le accuse. « Luciano Franci, un disperato sempre a corto di soldi, si è avvicinato a noi negli ultimi giorni della campagna elettorale del '72 — ha detto — ma viene dagli ambienti della de. Sono loro che gli hanno procurato l'impiego di carrellista nella stazione di Santa Maria Novella, a Firenze: sono loro che l'hanno aiutato». Infine, una frase dal sapore provocatorio: «Del resto, Luciano Franci — ha detto — è sempre stato in ottimi rapporti con Giuseppe Fanfani, il giovane procuratore legale, nipote del segretario nazionale della de. Andatelo a trovare, ha uno studio a San Sepolcro. Posso aggiungere che anche in pubblico, recentemente, ha speso per lui una parola buona». Oreste Ghinelli è un avvoca' to, difende Luciano Franci e ; buona parte del nucleo terrorista di Arezzo. Gli domandiamo di precisare meglio quanto ha dichiarato. Si limita ad aggiungere: «Non voglio dire che Franci lavora per Giuseppe Fanfani, ma che tutti e due erano nella de». Per Giuseppe Fanfani, 27 anni (il padre è Ameglio, fratello di Amintore) questa di Oreste Ghinelli è una provocazione «che vuole colpire non tanto me — ha detto — quanto il nome della mia famiglia». Poi fa una precisazione: «Non ho alcuna difficoltà ad ammette- re di conoscere Luciano Franci, frequentava il bar dell'angolo, il caffè Gabbini, a tutte le ore. E' falso, però, che io lo abbia aiutato, che abbia speso una buona parola per lui. Mi erano note le sue posizioni dì estrema destra già nel dicembre del 71 quando, concluso il servizio militare, tornai ad. Arezzo per impegnarmi nella politica». Gentile, riceve i cronisti nello studio di via Guido Monaco, ed aggiunge: «Del resto, gli ambienti di Arezzo sono questi. Posso dire che in città conosco una cinquantina di giovani tra estremisti di destra e di sinistra: qui ci si conosce tutti». Conclude che informerà la direzione provinciale della de stasera stessa: «E' intollerabile — aggiunge — 7720, del resto, bisogna prendere tutto ciò che accade con moderazione: è un sentimento che ho appreso da alcuni miei amici, certi frati francescani che vedo una volta ogni tanto». Sul piano delle indagini, il palazzo di giustizia di Arezzo ha ospitato questa mattina, ed ancora per molte ore nel pomeriggio, un summit di tutti gli inquirenti al completo. Ha presieduto la riunione il procuratore generale della Repubblica di Firenze, Mario Calamari, che ha coordinato gli interventi dei procuratori di Firenze, Arezzo, Prato, Pistoia, Lucca e dei loro sostituti. Presenti in forze gli uomini dell'Antiterrorismo, guidati dal dottor Santillo; i questori delle province toscane, alti ufficiali dei carabinieri, della polizia e della guardia di finanza. In un incontro con i giornalisti, nella breve pausa di mezzogiorno, Calamari ha chiarito i punti chiave dell'inchiesta. «Cerchiamo Mario Tuti anche per mare — ha detto —: a quest'ora potrebbe essere comunque farse all'estero ». L'alto magistrato ha escluso un collegamento tra la cellula eversiva toscana e la strage sull'«Italicus» affermando: «Allo stato delle indagini, nessun elemento è emerso per Val di Sambro». Ha aggiunto, invece, che l'attentato alla linea ferrata Firenze-Arezzo ha «non pochi punti di contatto con i fatti di Vaiano». Si riferiva al sabotaggio del 21 aprile dello scorso anno alla Firenze-Bologna, saltata pochi minuti prima del passaggio del treno «Palatino», in servizio tra Roma e Parigi. Il convoglio fu arrestato dalla prontezza del macchinista che riuscì ad intravedere l'allarme automatico. «Tra i due attentati — ha aggiunto Calamari — tiotz poche sono le similitudini, ma ancore, c'è molto da lavorare». Una perquisizione ha portato all'Antiterrorismo «documenti e materiale propagandistico» che confermano i collegamenti esteri degli ultras toscani. Calamari non ha voluto precisare la natura dei documenti sequestrati, ma ha aggiunto: «Il materiale propagandistico viene da un Paese europeo». «La Grecia?», gli è stato domandato. «Lo esclu do», ha risposto. «La Spa¬ gna?», ha insistito qualcuno. Un attimo di silenzio e Calamari ha detto: «Vi ricordo che esiste il segreto istruttorio». A giudizio del p.g., non è improbabile che il gruppo fascista di Mario Tuti possa essersi finanziato con una rapina. Qualcuno gli ha ricordato l'assalto al treno nella stazione di Firenze nell'aprile dell'anno scorso che fruttò 200 milioni di lire. Luciano Franci, in quel periodo, era già impiegato alle Poste di Santa Maria Novella e subito gli inquirenti sostennero la tesi che, più che dinanzi a rapina tori ordinari, ci si trovasse di fronte all'incursione di un commando. «Non abbiamo ancoro elementi per dire che la cellula neutralizzata dal giudice di Arezzo sia composta dagli stessi uomini che assaltarono il treno — ha detto Calamari —; si sa, però, :he i gruppi d'estrema destra, co me quelli dell'estrema sinistra si finanziano con le rapine». Il procuratore ha infino ammesso che gli inquirenti stanno dando la caccia al gio vane fascista di Lucca, Roy Affatigato, scomparso di casa poco dopo la sparatoria di Empoli. «E' lui che ha aiutato tini iiiiiiiliiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Mario Tuti a nascondersi?», gli è stato domandato. «Lo ricerchiamo — ha risposto Ca lamari — per interrogarlo; fi no ad ora. contro di lui, non è staio adottato alcun provvedi mento, ma l'inchiesta conti nua» Francesco Santini