Moro alle sinistre dc usate moderazione

Moro alle sinistre dc usate moderazione Il presidente difende Fanfani Moro alle sinistre dc usate moderazione La "base" ha chiesto un cambio alla dirigenza del partito, "forze nuove" vuole la sostituzione del segretario - Attesa per il Consiglio nazionale di venerdì Roma, 28 gennaio. A tre giorni dal consiglio nazionale de, che si aprirà venerdì 31 gennaio in Palazzo Sturzo all'Eur, Moro è stato impegnato oggi in tre direzioni: rilancio del programma economico del governo; insistenti inviti alle sinistre de perché valutino la reale situazione prima di sferrare il preannunciato attacco a Fanfani; convocazione per domani d'una riunione dei segretari politici e capigruppo parlamentari della maggioranza per garantirne la compattezza nella conversione del decreto di riforma della Rai, così da superare l'ostruzionismo missino. Malgrado la lunga riunione interministeriale per i provvedimenti economici, Moro ha più volte telefonato a leaders della « base », come Marcora e Galloni (che era a Firenze), ha parlato con il ministro Donat-Cattin, cui fa capo « Forze nuove », per convincerli alla moderazione nel consiglio della de. Non si tratta di una mediazione, ma di interventi che Moro colloca, ovviamente, nel quadro politico complessivo, che impone la difesa e il rafforzamento del governo. E' implicito che ulteriori ritardi nell'economia, incertezze contro l'ostruzionismo missino nel dibattito sulla Rai e, peggio, una lacerazione nella de avrebbero conseguenze forse nefaste per il bicolore e potrebbero portare ad elezioni politiche anticipate. La « base » ha chiesto, in un recente convegno a Roma, che cambi la dirigenza o il modo di dirigere nella de, ma Galloni ci ha precisato oggi che non intende arrivare a una rottura con Fanfani, pur perseguendo gli obiettivi stabiliti. « Forze nuove » è più decisa nel chiedere la sostituzione di Fanfani. Ma è indubbio che entrambe queste correnti, pur giudicando superato il « patto di Palazzo Giustiniani » per una gestione unitaria della de, guardino con estrema attenzione a Moro, considerato la guida ideologica del progressismo democristiano, anche se il suo gruppo è volontariamente inattivo in omaggio alla sua attuale carica di presidente del Consiglio. Questo consiglio nazionale vale, dunque, un congresso, tanto più che sembra irrealizzabile l'ipotesi di assise de anticipate, da tenersi prima delle elezioni amministrative e regionali di maggio o giugno. Sono contrarie le sinistre de, lo stesso Moro considera strumentale un dibattito del genere, i dorotei sono divisi ma, in sostanza, Rumor, Piccoli e Taviani contrastano un disegno congressuale anticipato. Contrario è anche il gruppo Andreotti-Colombo. Oggi Piccoli ha detto: « II nostro rapporto di stima e di fiducia con il segretario politico non è mai venuto meno », precisando che i dorotei concorderanno dopo la relazione di Fanfani « il tragitto che è dinanzi a noi con l'obiettivo di garantire una linea politica certa e socialmente impegnata ». Questa linea consiste in un sostegno leale e incisivo al governo Moro, in un rilancio della de, « intaccata anche dai nostri errori, ma certo dal duro assedio degli avversari », preparandola a garantire l'ordine democratico, la ripresa economica, il consolidamento delle istituzioni, « anche in vista della competizione elettorale amministrativa e regionale di maggio o giugno ». Taviani intende pronunciare un discorso molto duro verso Fanfani, ma si atterrà alle decisioni dei dorotei nel voto finale. Si susseguono incontri e colloqui: Rumor ha visto Moro, poi Piccoli che, a sua volta, s'è incontrato con Fanfani, Moro e Andreotti. Tema dominante sono le proposte di Fanfani sull'ordine pubblico e contro la criminalità, che costituiranno l'argomento della campagna elettorale per le consultazioni amministrative e regionali. I dirigenti socialisti e quelli comunisti hanno esaminato oggi l'impostazione della campagna elettorale; conclu-1 rendo il convegno socialista, il vicesegretario Mosca ha espresso « profonda preoccupazione di fronte alla persistente carenza di iniziativa politica del governo », mentre la segreteria presieduta | da De Martino ha constatato i — secondo il lombardiano si-1 gnorile — « la crescente diffi- ; colta in cui è costretto a ope- ' rare il governo » (è una frecciata a Fanfani, per le sue prese di posizione). L'intenzione dei fanfanianì di non aggravare le polemi- ; che interne potrà dimostrarsi I domani quando le sinistre de presenteranno il loro settimanale Domani d'Italia, alla cui pubblicazione cercò di opporsi Fanfani. E' un fatto che nei confronti delle aperture a un discorso politico con il pei, fatte dai ministri Marcora e De Mita, soltanto un de- putato della destra de, l'onorevole Zolla, è intervenuto chiedendo a Fanfani « di impedire che a quei livelli ci siano uomini della de su posizioni opposte ai principali e alla linea ufficiale della de». In caso contrario, ritiene Zolla, « diventerebbe evidente la acquiescenza degli organi della de all'indirizzo politico eespresso da De Mita e Marcora ». De Mita in un'intervista al Mondo, ripete che la de deve cercare una nuova maggioranza, che la proposta comunista è « di grande rilievo e solo chi non vuole fare più politica può dire che non gli interessa ». Lamberto Fumo di occuparsi del decreto a partire dal 6 febbraio. Lo hanno concordato gli uffici di presidenza delle due commissioni allargati ai rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari. La decisione, che dovrà ora essere avallata dalla conferenza dei capigruppo convocata per i prossimi giorni, fa cadere, almeno in parte, l'ostruzionismo che l'estrema destra si proponeva di svolgere anche durante questa prima fase dell'iter parlamentare del nuovo decreto che dovrà essere definitivamente convertito in legge entro il 23 marzo. Nel corso della riunione i missini avevano ribadito l'intenzione di ritardare il più possibile la discussione presentando una miriade di emendamenti mentre il socialista Manca aveva sollecitato una interpretazione restrittiva del regolamento che consentisse di non andare oltre questa settimana. Alla fine è stata accolta alla unanimità la soluzione di compromesso formulata dal liberale Quilleri che ha proposto appunto il termine del dibattito per martedì prossimo.

Luoghi citati: Firenze, Italia, Mosca, Roma