Gli italiani più prolifici dopo Fanno d'austerity
Gli italiani più prolifici dopo Fanno d'austerity Gli italiani più prolifici dopo Fanno d'austerity Sessantamila bimbi in più rispetto al 1973 Roma, 28 gennaio. Sessantamila bambini in più rispetto al '73: a tanto potrebbe ammontare — secondo uno studio dell'Associazione italiana di educazione demografica — l'incremento delle nascite nello scorso anno. L'aumento del tasso italiano di natalità è attribuito dagli esperti dell'Aied al periodo di austerità, che s'iniziò nel dicembre '73 (un fenomeno analogo si registrò col «black out» a New York). In base alla politica d'austerity, come si ricorderà, fu disposta la chiusura anticipata delle trasmissioni televisive e dei locali pubblici (ristoranti, cinema, teatri, discoteche e night clubs). «Il tasso-di natalità — ha detto il professor Luigi De Marchi, segretario nazionale dell'Aied, in una conferenza nella sede dell'Istituto ricerche demografiche — è stato del 16,6 per mille nel settembre del '74, mentre era stato del 15,7 nello stesso mese dell'anno precedente. Ciò equivale a un aumento di circa cìn qusmìlu bambini nella natalità dì settembre: su scala annuale ciò potrebbe significare un incremento di 60 mila unità (pari a circa il 7 per cento) nella natalità annua del Paese». Dopc aver rilevato che le ragioni di questo incremento «sono evidenti ed erano perfettamente prevedibili», De Marchi ha spiegato che i provvedimenti adottati dal governò «hanno tolto a masse ingenti di popolazione quella che è la loro principale fonte di distrazione e divertimento serale, incoraggiando di fatto una maggiore frequenza di rapporti sessuali». «Ancora una volta — ha detto fra l'altro il segretario nazionale dell'Aied — le più danneggiate sono state le classi e le regioni povere del Paese: mentre al Nord il più alto tenore di vita'ha consentito distrazioni alternative alla televisione o al cinema e un più diffuso ricorso all'aborto clandestino, contenendo l'incremento della natalità entro limiti più modesti, al Sud le ripercussioni del nuovo modo di vivere sono state molto più gravi sotto il profilo demografico. Mentre a Torino e a Milano la natalità è rimasta pressoché stazionaria, a Napoli e a Palermo è passata rispettivamente dal 30.7 al 34,1 e dal 27,8 al 30,1» Lo squilibrio tra pressione demografica e risorse economiche è già, in Italia, troppo grave — secondo il professor De Marchi —«perché il Paese possa permettersi il lusso di una politica economica che infligge con assoluta incoscienza danni demografici e socioeconomici assai maggiori dei vantaggi energetici e monetari che tenta di assicurare». «Chiediamo quindi al governo — ha concluso — di revocare immediatamente U norme sulla chiusura anticipata delle trasmissioni televi sive e dei pubblici spettacoli e dì provvedere alla massima diffusione degli anticoncezio¬ nali». fe. Secondo i dati di uno studio statistico
Persone citate: De Marchi, Luigi De Marchi
Luoghi citati: Italia, Milano, Napoli, New York, Palermo, Roma, Torino
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