Era bella, pareva felice, a 22 anni s'è uccisa perché delusa in amore di Remo Lugli

Era bella, pareva felice, a 22 anni s'è uccisa perché delusa in amore La giovane cuneese suicida sotto il treno a Diano Marina Era bella, pareva felice, a 22 anni s'è uccisa perché delusa in amore Ha lasciato una lettera in cui spiega di essere stata lasciata dal suo ragazzo - Un gesto disperato : ha trovato il coraggio bevendo liquore prima di gettarsi sulla massicciata - Il macchinista: "Mi guardava in faccia, non dimenticherò mai quello sguardo" (Dal nostro inviato speciale) Diano Marina, 27 gennaio. Morte per amore. Ventidue anni, bella, apparentemente felice; e invece aveva l'angoscia nel cuore. Ha bevuto cognac per trovare il coraggio e poi ha spiccato un balzo, è saltata tra i binari mentre un treno stava arrivando, ha puntato i suoi occhi azzurri sul locomotore che ingigantiva. «Finché avrò vita non dimenticherò quello sguardo — dice il macchinista Isidoro Arnaldi, di Genova —. Mi guardava in /accia; pochi atti¬ mi, per me tremendamente lunghi. Ho azionato la "rapida", ma andavamo a ottanta l'ora e quei cinquanta metri che mi dividevano da quella giovane sono stati bruciati. Ci siamo termali almeno altri sessanta metri dopo il colpo». Michelina Ferrerò, nativa di Castellinaldo in provincia di Cuneo, abitava a Torino, in via Bogino 27, sola. Perché è venuta a morire qui in Riviera? Il motivo lo si conosce, l'ha lasciato scritto lei: una delusione amorosa. Nella lettera trovata nella sua stanza | spiega che aveva un ragazzo, di 23 anni, Giampiero, ma la relazione s'era spezzata. Forse Giampiero è di Diano Marina E' la domanda che si pongono i genitori, i quali non sapevano nemmeno che avesse l'innamorato ed ora sanno solo che si chiama Giampiero, niente altro. Giuseppe Ferrerò, il padre, ed Elsa Risso, la madre, sono entrambi operai alla Fiat, abitano in via Testona 23 e hanno altri quattro figli. Racconta piangendo la mamma: «Michelina aveva un carattere indipendente, era buona, affettuosa, andava d'accordissimo con noi, ma le piaceva stare sola. Era uscita di casa tre anni fa, era andata ad abitare con una sorella, Graziella, in camera e cucina, nello stesso isolato dove c'è la boutique nella quale lavorava. Graziella si è sposata l'anno scorso e lei è rimasta sola. Ma appariva contenta, veniva a trovarci due-tre volte la settimana e, quando non veniva lei, passavo io prima di andare al lavoro ». Nessuno sapeva che fosse ì fidanzata. Quando i suoi toc-1 cavano quell'argomento, lei diceva che non voleva parlar- [ ne, non aveva nulla da dire e , che, comunque, non aveva voglia di sposarsi. «Sabato — i dice il padre — ci ha telefonato e le abbiamo proposto di venire con noi al paese. Ha detto di no, che doveva anda-1 re a Diano Marina, era una cosa che non poteva rimandare. Ma non era triste, tutt'altro. Stava telefonando dall'abitazione della portinaia e mentre era al telefono scherzava con un bambino della custode, sentivo la sua voce allegra ». Era davvero serena e le complicazioni sono sorte dopo, improvvise e impreviste, oppure sapeva fingere e già stava meditando di troncare la sua giovane vita? E' partita dalla stazione di Porta Nuova domenica mattina, alle 6,22. Ha fatto il biglietto fino a Ventimiglia. Perché? Voleva andare in Francia? E come mai è scesa poi a Diano Marina (oppure a Cervo, non è stato possibile accertarlo)? Tra Cervo e Diano ci sono | cinque minuti di percorso in treno. L'arrivo è intorno alle 10,35-10,40. La sciagura avviene alle 14,20. Che cosa ha fatI to, dov'è stata, in questo frattempo, Michelina Ferrerò? Ha incontrato il suo Giampie! ro, s'è sentita ripetere un rifiuto definitivo? Questo è il sospetto della madre. Dice: «Può darsi che lui abiti in una delle case vicino al luogo dove lei si è buttata, forse ha voluto che lo sapesse subito». Un gesto disperato, estremo, per il quale occorre coraggio. E lei stentava a trovarlo. Ha cercato di infonderselo bevendo cognac. Il maresciallo Bellacicco, della stazione di Diano Marina, ha trovato in un orto, a lato della ferrovia, centocinquanta metri dal luogo del suicidio, il mantello e la borsetta della giovane, e, di fianco, un flacone con un'etichetta da latte di mandorla, ma piena per metà di brandy; ne mancavano circa cento grammi. Remo Lugli

Persone citate: Bellacicco, Giuseppe Ferrerò, Isidoro Arnaldi