Una partita d'attacco nei "piani" di Parola

Una partita d'attacco nei "piani" di Parola Una partita d'attacco nei "piani" di Parola (Dal nostro inviato speciale) Vicenza, 25 gennaio. La Juventus che scende dal treno a Vicenza è una squadra sicura dei propri mezzi, concentrata quanto basta da potersi permettere anche lo scherzo e la battuta, mentre il suo allenatore. Parola, con voce roca e con gesti chiarissimi, ha già Inquadrato l'avversario di domani. E non gli piace troppo, questo Vicenza, perché ha bisogno di punti. Dice inlatti Puricelli, sornione ma mica troppo: «Qui da noi hanno già vinto Bologna, Roma e Inter: è matematico che questa serie non può continuare ». Parola cerca di tenere le cose sui binari della normalità. Gli di- cono che Puricelli ha annunciato pare} che farà ba- (una battuta, gnare il campo per renderlo pe sante e svantaggiare la squadra dal maggior contenuto tecnico. « Penso che questo sia uno scherzo — ribatte Parola sorridendo, — comunque anche se dovesse piovere ci siamo preparati, non siamo una squadra di allodole ». — Domani, quindi, la Juventus cercherà di staccarsi, per quanto glielo permetteranno gli avversari al vertice? « lo ho sempre sostenuto che la Lazio andava forte e non doveva essere sottovalutata — ribatte Parola —, certo avremmo potuto ottenere un punto di più e ora il distacco sarebbe di due lunghezze. Con tutto rispetto per la Fiorentina, domenica scorsa avremmo potuto vincere e non alludo soltanto al rigore sbagliato. Adesso in ogni caso è troppo presto per discutere su chi sarà il primo alla fine. Si sono viste squadre con cinque punti di vantaggio alla conclusione del girone di andata che hanno perso lo scudetto, lo vedo come avversari più pericolosi la Lazio seguita dalle due milanesi, poi la Roma e anche Il Torino ». Parola torna alla Juventus, come è logico. Non fa tabelle di marcia, ma commenta: « Per quanto riguarda l'arco del campionato, mi contenterei che la Juve si comportasse nella seconda parte nello stesso modo in cui si è comportata finora. Stessi punti, insomma ». Qualche punto perduto, contro Lazio e Fiorentina, non costituisce un problema, perché, come dicono tutti i bianconeri: « Abbiamo sempre giocato bene, e che colpa ne abbiamo se il portiere viola ha parato tutto. Ma la Juventus è | stata a lungo nell'area di rigore avversaria e ha premuto finché è \ arrivata ad ottenere il calcio di \ rigore Ecco, appunto, la questione dei calci di rigore —■ spiega Parola molto serenamente —, li ottiene chi attacca a lungo, complice l'avversario. Noi giochiamo con due punte e mezzo, con i terzini che fluidificano e con il libero che spinge. Ci vuole del coraggio, ma le occasioni da rete diventano parecchie. Non mi dicano quindi che siamo favoriti dagli arbitri. Basta che anche gli altri facciano come noi, comprimano l'avversario ». Quindi, una Juventus proiettata in avanti con Anastasi, Bottega e Damiani, ma con un certo criterio. • Aggredire l'avversario significa nel caso della Juventus soprattutto trovare i varchi. Nel senso che è inutile farsi imbotti! gliare nell'area avversaria ». Per domani, il discorso sulla | formazione è già definito. Non alI trettanto quello sulle marcature. Parola sfoggia una lunga lista di relazioni sul Vicenza (più di sette fogli fitti) e lamenta che si trova sempre di fronte squadre che non sanno con quali uomini giocheranno, cosa che complica un poco i suol piani. Comunque su Anastasi dovrebbe esserci Gorin, su Bettega Berni e su Damiani, Longoni. Ma Puricelli consiglia il suo ex allievo di starci attento perché Longoni è tipo che sa anche puntare a rete. La Juventus non si accontentò di un pareggio, perché Parola vuole che il girone si concluda in modo brillante visto che desidera quello di ritorno della stessa portata. Giocherà per vincere, senza tener conto di fattori sentimentali, come quello che riguarda Stivanello. « Il papà sarà un amico, ma non possiamo fargli regali ». Beppe Bracco Giorgio e Piero Stivanello, padre e figlio: due stili e due ruoli diversi

Luoghi citati: Bologna, Lazio, Roma, Vicenza