Rifatta la giunta Picco Ora 90 giorni di lavoro
Rifatta la giunta Picco Ora 90 giorni di lavoro Dopo una crisi oscura e incomprensibile Rifatta la giunta Picco Ora 90 giorni di lavoro Fissati i punti per un'azione concreta: esame del bilancio '75 in deficit, revisione delle tariffe tranviarie e studi sui trasporti pubblici, avvio dei piani urbanistici, sostegno dell'edilizia economica - La formula di centro-sinistra dimostri la sua validità Quaranta giorni di crisi per rappezzare un centro-sinistra in tutto e per tutto identico a quello di prima. Il psdi annunciò le dimissioni dei suoi cinque assessori il 16 dicembre: « Così non si può andare avanti, la Giunta deve cadere ». Venerdì, 24 gennaio, la Giunta è caduta, come voleva il psdi, e sì è ricostituita due ore più tardi con gli stessi uomini, la stessa formula e il medesimo programma pienamente d'accordo il psdi. Otto assessori de, cinque psdi, quattro psi, un pri; Picco sindaco, Migliano prò sindaco, Secreto vice. Punti qualificanti del nuovo impegno: riesame del deficit per il bilancio '75; adeguamento delle tariffe tranviarie con ristrutturazione dell'azienda e studio del metrò; avviamento dei piani urbanistici; appoggio all'edilizia economteopopolare sulle aree della 167. Nessun cambiamento, salvo il tempo perso, i lunghi comunicati, le molte parole, i sondaggi e le polemiche, le accuse e gli appelli. A meno che i nostri consiglieri, tediati dalla monotonia di un anno di riunioni, avessero deciso di cercare nella crisi un po' di brivido e di popolarità. Forse il brivido l'hanno avuto, la popolarità, cioè il consenso della cittadinanza, proprio no. Non affiora neppure nella rinata alleanza una coesione maggiore di prima. O almeno questo non risulta dal dibattito di venerdì in cui psi e pri hanno criticato il psdi che a sua volta non ha rinunciato ad attaccare la conturbata de. I quattro compagni di viaggio hanno da¬ to l'impressione di essere un tantino insofferenti e di trovarsi scomodi nella stessa diligenza. Riteniamo perciò utile sottoporre alla loro attenzione alcune semplici considerazioni. 1) E' stata una crisi oscura e totalmente incomprensibile, malgrado tutti gli sforzi fatti per spiegarla. Cavilli, minuzie, bizantinismi, segrete manovre elettorali? Una cosa è certa: la crisi non ha giovato a nessuno e tanto meno al prestigio di chi pensa di presentarsi come amministratore preoccupato dagli interessi della sua città. 2) Se sottolineiamo che alcuni partiti di Giunta sono da tempo in difficoltà, che in difficoltà è la formula stessa di centrosinistra e che la popolazione è irritata per le continue crisi, i politici non devono offendersi. Ottima cosa sarebbe che i partiti ne prendessero atto con tempestiva sollecitudine, provvedendo. Contristarsi a sciagura avvenuta è meno utile. 3) Nel quadro politico nazionale il centrosinistra è la sola formula possibile, ma se vuole sopravvivere in amministrazioni difficili come questa di Torino, dove ha una maggioranza minima, deve provare la sua validità. L'unico modo è quello di rimboccarsi le maniche e lavorare con efficienza, cioè con risultati visibili e utili. Altrimenti saranno sempre più giustificate le offerte alternative che liberali e comunisti propongono in sostituzione di una maggioranza traballante. 4) La classe politica locale si è impoverita per parecchi motivi, non ultimo l'elezione delle assemblee regionali, che hanno bisogno di gente preparata, esperta. E' inevitabile e legittima l'aspirazione degli uomini a trasferire le loro capacità verso centri di governo più vasti. Ma lo spostamento complica la situazione di un grande Comune, capoluogo di regione, come Torino, che nei periodi di carenza del potere nazionale, si vede caricato di oneri, compiti e responsabilità che neppure gli competono. Conta più un sindaco di Torino o un deputato in Parlamento? Entrambi hanno una funzione importante, purché possano svolgerla. Questo devono ricordare i partiti. C'è chi già pensa alle elezioni di giugno, è opportuno. Per Torino in questo momento si tratta di fare qualcosa di buono nel prossimi novanta giorni. Poche cose, ma farle. La Giunta ha un calendario di lavoro, la città constaterà se saprà rlspet. tarlo. f. D.
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