Centro-sinistra francese alla ricerca d'uno spazio di Alberto Cavallari
Centro-sinistra francese alla ricerca d'uno spazio Congresso dei radicali di Servan-Schreiber Centro-sinistra francese alla ricerca d'uno spazio (Dal nostro corrispondente) Parigi, 24 gennaio. Sid fronte dei partiti politici francesi è arrivata la stagione dei congressi. Oggi è iniziato a Bagnolet quello del nuovo partito radìcal-socialìsta di Jean-Jacques ServanSchreiber; è in preparazione a Pan, per il 30 gennaio, il congresso del partito socialista di Mitterrand. Contemporaneamente, anche un altro partito nuovo, il «democratico-sociale», fondato martedì scorso, da alcune personalità centrisle, sta organizzando la sua prima assemblea. La fioritura in Francia di nuovi partiti, e di tanti congressi, deriva dalla necessità di assestamento degli schieramenti seguita alle elezioni presidenziali. Sulla sinistra, i socialisti devono mettere a fuoco i loro nuovi rapporti con i comunisti. Ma soprattutto al centro il terremoto è stato tale da sfasciare tutte le vecchie famiglie politiche che cercano spazio tra i repubblicani indipendenti di Giscard e i gollisti di Chirac. Il vecchio sogno giscardiano di «federare i centristi» — che pullulano senza grande forza nella politica francese — è stato sepolto dalla necessità di mantenere e privilegiare l'alleanza con i gollisti, che rappresentano il perno della maggioranza presidenziale. Il centrista riformatore Lecanuet, che questo sogno federativo sembrava ereditare, ha poi completamente fallito il progetto di fondere nel centro repubblicano sia le piccole formazioni che costituivano il movimento riformatore, sia i radicali di centro, sia i gruppuscoli centristi vaganti. Si assiste così a un grosso rimescolamento delle carte, in vista di nuovi raggruppamenti: che non nascono da una nuova vitalità politica ma dalla necessità dì sopravvivere al naufragio. La nascita dei radical-socialisti di Servan-Schreiber, e quella dei «democratici sociali», avvenuta martedì scorso, rappresenta sulla carta un primo tentativo di organizzare due partiti di centro sinistra, per raccogliere tutto ciò che c'è a sinistra di Giscard d'Estaing e tutto ciò che c'è a destra di Mitterrand. Ma questa ricerca di spazio politico resta scarsamente credibile per la natura stessa dei due partiti. Quello di ServanSchreiber (troppo legato ai giscardiani) finisce col rappresentare una riedizione inutile della cosiddetta «tecnocrazia progressiva» che dà vita — e potere — ai repubblicani indipendenti. I democratici sociali, poi, nonostante si definiscano «movimento della sinistra riformatrice», sono un coagulo di personalità centriste note semmai per la loro inclinazione a destra (Durafour, Rossi, Stasi, eccetera). Non bisogna dimenticare, infine, che esiste una polìtica riformairice presidenziale che taglia continuamente l'erba sotto i piedi delle tormazioni che intendono aprire un discorso di centro-sinistra. Il giscardismo è una forza politica basata sopra un elettorato di centro-destra, sostenuta da una maggioranza centro-golli¬ sta, che produce in questo momento un'azione politica funzionalmente di centro-sinistra. Fatalmente, osserva una ironica vignetta di Le Monde, queste forze hanno un solo destino: «Di collocare alla destra del centro il centro-sinistra francese». In apertura del congresso radical-socialista, oggi, Servan-Schreiber ha rappresentato bene questa situazione proponendo di cambiare già il nome del nuovo partito, proponendogli l'etichetta di «Partito radical-socialista-rif ormatore». Procedendo di questo passo, sì arriverà infatti chissà dove: per coprire coi nomi il vuoto politico delle false forze di centrosinistra. Alberto Cavallari
Persone citate: Chirac, Giscard D'estaing, Lecanuet, Mitterrand, Rossi, Schreiber, Stasi
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