Imbattibile la Stratos di Munari-Mannucci nella prima "mondiale-rally,,

Imbattibile la Stratos di Munari-Mannucci nella prima "mondiale-rally,, Imbattibile la Stratos di Munari-Mannucci nella prima "mondiale-rally,, Lancia e Fiat sbancano Montecarlo Dalla Fulvia al "mostro,, La coppia-regina ha ripetuto l'exploit di tre anni fa - Munari è lo Stewart dei rallies - L'importante "tripletta" della Fiat - Un successo italiano anche negli accessori (pneumatici, proiettori) (Dal nostro Inviato speciale) Montecarlo, 24 gennaio. La nostra Industria dell'auto ha ottenuto oggi a Montecarlo un successo di grande prestigio. La Lancia Stratos di Sandro Munari e Mario Mannucci ha vinto il Rallye più celebre del mondo, che apriva il campionato marche 1975, e gli spider Fiat Abarth 124 hanno conquistato il secondo, terzo e quarto posto con Mikkola-Todt, Alen-Kivimaki e Bacchelli-Scabini. Una parata tutta italiana, che si riallaccia alle affermazioni delle due Case torinesi nei rallies della scorsa stagione e che riafferma la validità di uomini e mezzi, in particolare la qualità di una produzione che non ha nulla da temere nei confronti internazionali. La Lancia con i suoi Munari e Mannucci, coppia regina, rinnovella il trionfo di tre anni fa. Allora fu il coupé Fulvia HF 1600 (che aveva sulle fiancate il numero 14 come oggi la Str3tos) a portare alla nostra Casa un successo tanto insperato quanto provvidenziale. Un successo sofferto, che ripagava la squadra della sfortuna accumulata in tante edizioni del « Montecarlo », che premiava sforzi ed impegno commoventi, che faceva dimenticare le lunghe ore della vigilia, con l'occhio rivolto al cielo, supplicando la neve, quella neve che avrebbe potuto far emergere 1 vantaggi della trazione anteriore e far dimenticare i pochi cavalli. Questa volta, a parte le emozioni provocate da Andruet e Pinto, non c'è stata ansia. La Lancia possiede il «mostro", la vettura « su misura » per I rallies, che accompagna alla potenza un'architettura costruttiva di avanguardia: sospensioni e geometria dello sterzo di tipo particolare, passo cortissimo, peso contenuto, tanto che II rapporto peso-potenza è il più valido registrato in questi ultimi anni. Certo, la Fulvia era un modello normale, adattato ai rallies e sorretto da un team capace di coni- piere ogni miracolo, mentre la Stratos è una « formula 1 » del rallies, una vettura che in fondo si discosta dallo spirito di queste gare. Però, il fatto che una fabbrica sia capace di realizzare una macchina come questa indica la presenza di risorse umane e tecniche di primissimo piano. E', in sostanza, una garanzia che alla Lancia si lavora bene, che si cammina sempre In testa, che c'è un « gap » tecnologico comune a tutta la produzione. Mettete un « mostro » del genere nelle mani di un Sandro Munari e non può non uscire un ' en plein ». Il successo diventa scontato, anche se poi, in realtà, costa sempre ansia e fatica. Munari è il denominatore comune del successo Fulvia e di quello Stratos, il catalizzatore « uomo » che rende viva ogni affermazione tecnica. Un po' il Jackie Stewart dei rallies, un pilota che ha saputo vincere non solo oggi — che è facile — ma ieri, che non lo era. All'esaltante « Montecarlo » della Lancia va unito quello della Fiat. Il « 124 » è una granturismo di serie, una « sportiva » nata per il turismo e successivamente adattata alle competizioni. Un lungo processo cominciato nel 1968 con lo spider 1400 che tocca oggi il culmine con questa « tripletta » dell'Abarth Rally. Non è da tutti partire per un rallye duro come quello monegasco con quattro macchine e portarne tre alla fine e con un simile piazzamento. La Fiat si è attenuta fin dall'inizio dell'attività rally al principio di utilizzare un modello di serie (ricordate le 124 e 125 berline?) opportunamente affinato e migliorato. Ha vinto e ha perso, come capita nello sport senza scandalo per nessuno visto che gli unici veri sconfitti sono sempre gli assenti, ma ha soprattutto dimostrato di saper costruire anche vetture non utilitarie, con motori brillanti ed eccezionali doti di robustezza e affidabilità. Rimane ora da valutare quanto questo successo « tutto italiano » (fra l'altro, accessori di capitale importanza come i pneumatici e di notevole rilievo come I proiettori sono di nostre industrie — Pirelli e Carello — che riversano sulla serie le loro esperienze sportive) sia valido nell'attuale difficile situazione. E' chiaro che domani alle filiali Lancia e Fiat non si precipiterà una marea di acquirenti. Però, le impressioni positive rimangono, l'immagine della marca e del modello costituiscono un punto fermo. E quando momenti migliori arriveranno, ci sarà chi ricorderà, e bene, questa felice «Montecarlo». Michele Fenu Mannucci e Munari sul tetto della loro Stratos festeggiano il successo: Munari, veneto, sposato, con un bimbo, ha 35 anni, è alla Lancia dal 1966 ed è stato campione europeo nel 1973. Mannucci, milanese, ha 43 anni e corre dal '68. E' in coppia con Munari dal 1971

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