La città intorno ad una famiglia

La città intorno ad una famiglia La città intorno ad una famiglia Le macchine rallentano davanti alla casa di corso Giovanni Lanza 60, dove le finestre restano illuminate tutta la notte - Pietro Garis è il dodicesimo bimbo rapito in Italia dalle organizzazioni brigantesche - Finora per questi riscatti sono stati pagati circa 10 miliardi di lire Dopo altre ventiquattr'ore di , inutile attesa, snervante, angosciosa, la sorte del bimbo rapito resta ancora un atroce mistero. Dove l'hanno rinchiuso, come lo trattano, quanto la fragile psiche dei suoi cinque anni e mezzo riuscirà a reagire? Quel minuscolo bambino biondo che sorride dalle fotografie dei giornali, non deve restare a lungo segregato, lontano dalla madre e dagli affetti più cari, con gente di pochi scrupoli, facce a lui sconosciute. Questo vuole la gente anonima che esprime con pudore, quasi sottovoce, la sua solidarietà alla famiglia; con lettere di incoraggiamento, telefonate, o anche solo con la preghiera interiore che tutto finisca presto. Sono gli stessi pensieri che forse inducono centinaia di automobilisti a rallentare lungo corso Lanza, di fronte a quella casa con le tendine abbassate alle finestre e le luci accese. Gli stessi commenti che si intrecciano tra passanti nel ripercorrere quel tratto di strada in cui mercoledì mattina i rapitori sono scomparsi trascinando con sé la piccola vittima. Questo sgomento, l'ansia per la vita di un bimbo sono garanzia di successo che induce sempre più spesso i malviventi a tentare il « kidnapping ». Pietro Garis è la dodicesima vittima nella catena di infami delitti che si inizia a Monza il mattino del 10 dicembre 1963. Paolo Ratti, 8 anni, figlio di un industriale, viene rapito da tre sconosciuti mentre si reca a scuola. A mezzogiorno, la richiesta di riscatto: 30 milioni. Ma il padre non si lascia intimorire e organizza una trappola con la polizia; lo stesso giorno del crimine due dei rapitori finiscono in carcere e Paolo torna a casa sano e salvo. Anche se il primo tentativo si conclude con un fallimento la delinquenza non si scoraggia, e con gli o anni d'oro » del sequestri molti altri bambini ne diventano vittime. Il 6 aprile del '71, nelle campagne di Arzachena (Olbia), tocca ad Agostino Ghilardi, di nove anni, preso dai banditi insieme con il padre, Giovanni Maria, possidente. La richiesta è di duecen to milioni: indebitandosi e vendendo la proprietà il nonno di Agostino riesce a versarne cento, due giorni più tardi può riabbracciare figlio e nipote. Nel maggio '74, la vicenda di Mirko Panattoni, che suscita commozione In tutto il Paese. Otto anni, figlio del proprietario di tre noti ri storanti a Bergamo, viene rapito sotto gli occhi dei passanti mentre si reca a scuola. La sua pri gionia durerà quasi un mese, finché il padre, impegnandosi come può, mette insieme e consegna ai malviventi circa 300 milioni metà della somma pretesa. Sempre lo scorso anno, il venti settembre, scompare a Cosenza il « bambino coraggioso », Franco Cribari, 10 anni, figlio del dottor Leonardo Cribari. I banditi vorrebbero rapire la sorella Costanza, 12 anni, ma lui si fa avanti e dice: « Prendete me ». Sarà liberato quindici giorni dopo, per un riscatto che è rimasto sconosciuto. Il « kidnapping » comincia a rendere e diventa sempre più frequente. Francesco Mosna, 10 anni, figlio di un ricco commerciante di Trento, è la prima vittima dell'ottobre: sequestrato da un uomo e una donna che parlavano austriaco viene condotto in una casa di campagna e legato ad un palo, in cantina, ma riesce a sciogliere i nodi della fune. Fugge, mentre già i rapitori hanno chiesto ai familiari cento milioni. Il 23 ottobre scompare la vittima più nota, Daniele Alemagna, sette anni, ultimo erede della dinastia di industriali dolciari. Cinque notti in compagnia dei banditi, che pare lo trattino be¬ i imi iiiiiiiiiiiiiiiiiimim iiiiii ne, poi 11 sesto giorno viene liberato dietro pagamento di un riscatto astronomico, parecchi miliardi. Lo rilasciano a qualche centinaio di metri dalla .-uà abitazione, nella zona di San Siro; il piccolo compie da solo il breve tragitto e si presenta nella villa dei genitori. La madre, trovan¬ iiiiiiiiiniiiii iiiiiini iiiiiiiiiiiiiiiiiniii doselo di fronte, sviene. Fino al rapimento di Pietro Garis resterà la vittima più giovane dei « kidnappers » in Italia. — Altri due rapimenti di bambini in novembre, a Bari e Milano. Nella città pugliese viene preso Gianfranco Cioce, 14 anni, figlio di un noto costruttore edi¬ iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinii liiiimmiiiim le; lo lasciano libero pochi giorni dopo nell'entroterra, pare per un riscatto di 400 milioni. Il 16 novembre, a Milano, era stata sequestrata un'altra ragazzina: Nicoletta Di Nardi, 11 anni. Un calvario commovente, il suo, che dimostra quanto simili esperienze possano lasciare segni pro¬ iiiiiiimiiiiiiiimimi il immillili fondi. Dopo che la famiglia, alutata dalla solidarietà di decine di milanesi, ha pagato un forte riscatto (si dice mezzo miliardo), Nicoletta viene abbandonata dai rapitori in mezzo ai campi, senza cappotto e senza scarpe, le mani assicurate dietro la schiena con strisce di lenzuolo. Intirizzita, la bambina cerca inutilmente di fermare alcune macchine di passaggio. Poi riesce a raggiungere un'abitazione, suona il campanello: è la fine di un incubo. I Gli altri sequestri sono storia di ieri. Odette Hasenfratz, 10 anni, rapita a Milano e rilasciata 1*11 gennaio; il piccolo Francesco Fabio Misto, ritrovato con la rapitrice qualche giorno fa in una pensione di Roma; l'episodio di Acireale, dove un ragazzo è stato strappato dalle braccia del padre e l'uomo abbattuto a colpi di lupara; il mancato sequestro dei figli di Manzù, la disperata reazione di due studentesse, a Roma e Torino, che sono riuscite a mettere in fuga i rapitori. Ora una famiglia e un'intera città subiscono per l'ennesima volta il ricatto odioso, individui | spregevoli speculano ancora sulla vita di un bimbo. Di soli cinque anni e mezzo, questa volta: l'età non è bastata a sottrarlo ad un'industria del crimine che ha reso In pochi anni quasi dieci miliardi. Servizio di: Renato Rizzo, Roberto Reale, Ezio Mascarino, Marco Marcilo ni minili mimi imi i imin , I