"Mirafiori" alla prova dei giornalisti tedeschi di Tito Sansa
"Mirafiori" alla prova dei giornalisti tedeschi L'ultima vettura Fiat all'esordio in Germania "Mirafiori" alla prova dei giornalisti tedeschi (Dal nostro inviato speciale) Friedrichsruhe, 23 gennaio. E' in crisi il mercato dell'automobile in Germania? Se si guardano i dati delle vendite di vetture nuove durante il 1974, la risposta è un «sì» indiscutibile (la diminuzione è stata del 17,1 per cento rispetto all'anno precedente, quasi tutte le fabbriche sono costrette a sospendere ogni tanto la produzione, a licenziare migliaia di dipendenti, su un paio di esse pende la spada di Damocle della chiusura). Se si sentono i commercianti di vetture usate, già il quadro muta, hanno venduto in un anno 3 milioni 300 mila unità, la domanda è superiore all'offerta, i depositi sono quasi vuoti, in tutta la Germania i rivenditori vanno a caccia di auto usate come gli sceicchi vanno in cerca di aziende nelle quali investire i loro miliardi. Se poi si osservano i giornalisti specializzati in automobilismo (quelli che tastano il polso dell'acquirente e sono il barometro del mercato) la risposta alla domanda sulla crisi è ancora diversa ed è un «no»: la fame di vetture è insaziabile come negli anni passati. Soltanto — lamentano — il cliente tedesco, scioccato dal- dalla crisi petrolifera e l'inflazione (peraltro assai modesta in Germania), disorientato dalla politicadei modelli, non ha trovato la vettura adatta la quale soddisfi le sue esigenze attuali, riunendo in sé le qualità dei tempi di vacche magre: economia, durata, sicurezza, prezzo non troppo elevato e — se possibile — non a discapito della comodità, dell'ampiezza e della velocità. I giornalisti tedeschi specializzati in automobili devono avere fiutato che un'automobile di questo tipo potrebbe essere la nuova Fiat 131 mirafiori. Lo dimostra la grande curiosità da loro dimostrata per la vettura. Quando nei primi giorni di dicembre, la Deutsche Fiat di Heilbronn decise di invitare 120 giornalisti, in quattro gruppi di 30 persone, per provare la «mirafiori» sulle colline della Franconia, è avvenuto un fatto senza precedenti: non soltanto tutti gli invitati hanno risposto che sarebbero venuti (in precedenza la media delle conferme si aggirava tra il 55 e il 60 per cento), ma decine di altri hanno protestato per non essere stati prescelti. Al mattino, trentacinque «mirafiori» di un allegro color verde pistacchio erano alli¬ neate nel parco del castello, altrettanti giornalisti erano pronti a provarle, su un percorso di 205 chilometri attraverso le colline della Franconia, tra boschi e prati dai quali il vapore della nebbia si levava sotto un caldo sole primaverile. Un primo «tappone» di 130 chilometri su strade d'ogni tipo, battute dal traffico industriale o improvvisamente ostruite da trattori o da colonne di paperi, salite, discese, curve, fango, fino a Murrhardt, per una pausa di colazione e uno scambio di impressioni, poi un ritorno su percorso veloce, in gran parte su autostrada. Che i giornalisti tedeschi j fossero non solo curiosi ma anche diffidenti lo si è visto subito. Precisi e meticolosi, provavano e controllavano tutto, con strani aggeggi per misurare la compressione, con il metro per misurare la visibilità da ogni lato. Poi sono partiti da veri professionisti, tutti agganciati alle cinture di sicurezza, rombando per le campagne. A mezzogiorno la maggior parte di essi ha rinunciato alla seconda parte della prova. E ha fatto male, che quelli che l'hanno conclusa sono rimasti sbalorditi per la straordinaria facilità con cui la vettura superava tutte le altre, senza sforzo, a 160, sulle lunghe rampe delle autostrade. E — altra sorpresa — non vi è stata discussione, come in occasioni precedenti. E' sembrata ovvia anche ai più diffidenti che avevano fatto il pieno per controllare l'esattezza dei dati sul consumo, a quelli che avevano fatto diversioni su mulattiere da fuoristrada o che avevano arrischiato frenate sull'asfalto viscido di fanghiglia. «Tante grazie — hanno detto — è una vettura che non si discute», e sono ripartiti. Presi uno per uno, hanno espresso giudizi positivi: «E' la vettura che mancava nella tavolozza Fiat dopo la scomparsa della "124"». «Una macchina che corrisponde aZZ'image che i tedeschi hanno dell'auto italiana». «Una macchina anche per persone di grande statura e per la famiglia, economica, comoda e sicura». Secondo un collega la vettura è «tagliata su misura» per un'Europa minacciata dallo strangolamento degli sceicchi, in essa è stata realizzata la quadratura del circolo di riunire tutte le qualità che l'automobilista tedesco (esigente ma sparagnino) si aspetta. Particolarmente lodata è stata l'idea della Fiat di costruire — soltanto per il mercato tedesco — una versione della «mirafiori» adatta alla mentalità di un popolo che guarda al pfennig. E' la 1300 con 55 Cv, la quale si accontenta di benzina «normale». Le vendite in Germania cominceranno il 1" febbraio. Sul successo nessuno azzarda una previsione. «Decisivo sarà il prezzo», dicono tutti indistintamente i tedeschi. Uno dice: «Sarà una concorrente pericolosa per l'industria tedesca». Un altro, dalle visioni più ampie, augura cortesemente che le vendite in Germania possano contribuire a salvare i posti di lavoro in Italia. Ciò sarebbe a vantaggio anche della Germania, «perché in Europa siamo tutti su una barca». La risposta alla domanda: «Crisi di mercato in Germania?» potrebbe venire proprio da questa macchina. Tito Sansa
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