È un vero e proprio genere letterario di Emanuele Kanceff
È un vero e proprio genere letterario È un vero e proprio genere letterario Il viaggio in Italia Stendhal: « Roma, Napoli e Firenze. Viaggio in Italia da Milano a Reggio Calabria », Ed. Laterza; pag. XIV-450, lire 9000. « Apro la lettera che mi concede una licenza di quattro mesi. Slanci di gioia, cuore in tumulto. Quanto sono ancora pazzo a ventisei anni! Vedrò dunque la bella Italia! ». La splendida avventura che Stendhal si prepara a sostenere sarà per lui la chasse au bonheur. « L'Italia — dice Carlo Levi — è il modo e l'oggetto della sua interna scoperta e rivelazione. Questo paese inventato dall'amore è il suo vero, permanente, unico personaggio... ». Innegabile che Stendha. apra un capitolo nuovo nella letteratura di viaggio in Italia: il tipo d'esaltazione che lo contraddistingue, ove si fondono « il volo delle armate napoleoniche » e « l'alacrità risvegliata della ragione settecentesca», quel suo sguardo ispirato che coglie le donne e gli uomini « improvvisi, sempre nel momento della tensione, dell'azione, o del calcolo appassionato, o del sogno, o della follia, ciascuno pieno di forza chiusa, tutto intero nelle cose, nella vicenda irripetibile della propria vita », non si ritrovano che in rare, eccezionali pagine prima di lui, e quanto al « montaggio » che di questi innumerevoli istanti di percezione finissima egli ha saputo realizzare, disponendoli in sequenze di ritmo sostenuto ed affidando l'effetto poetico alla frammentarietà delle notazioni — ciascuna delle quali si trasfigura nelle parentesi d'immaginabile che la racchiudono — è certo che questa rimane una sua caratteristica, di difficile imitazione. Stendhal non è, tuttavia, isolato quanto verrebbe fatto di pensare: il « viaggio in Italia », il diario o il racconto delle esperienze italiane, formano nel corso dei secoli un vero genere letterario, ricco di pagine sublimi e di acutissime testimonianze. Il lettore che avesse seguito attraverso il tempo l'esile filo d'Arianna che lega tante immagini italiane, e si fosse aggirato con curiosità nel labirinto di questo reportage senza fine, avrebbe scoperto gli oscuri rapporti che uniscono opere luminose non solo a climi di civiltà per noi oggi sfocati o perduti, ma anche a tanti libri dimenticati di cui esse si sono nutrite; e forse sarebbe stato indotto a nuove valutazioni. E poi, certamente, si sarebbe lasciato catturare dalla lettura, e non si sarebbe limitato a soffrire di calcoli con Montaigne o a lapidare, con De Brosses, di sferzanti sentenze l'Italia di mezzo Settecento; né gli sarebbe bastato scoprire con Montesquieu le leggi della nostra (già allora) carente economia, o seguire Dupaty nelle sue allucinazioni pittoresche, Cochin nelle sue elucubrazioni pittoriche. E passato dalla libreria antiquaria alla biblioteca, giacché non altrove è ormai possibile leggere queste pagine — e non in una biblioteca qualunque! —, con quanto gusto avrebbe assaporato l'asciutta e pur ricchissima prosa, duttile a tutte le sfumature, di Denon ramingo nel solitario paesaggio siciliano; con quanta gravità avrebbe seguito Barthélemy nella sua caccia astuta e implacabile di numismatico; con quale letizia avrebbe porto l'orecchio alle malignità di Duclos, e posato lo sguardo sulle meraviglie offerte dal Saint-Non in quel capolavoro insuperato d'arte tipografica ohe è il suo Voyage pittoresque'. E credo che, alla fine, il nostro ipotetico e curioso lettore non si sarebbe fermato alle saie delle biblioteche internazionali, ma sarebbe disceso nei rari e polverosi depositi di manoscritti, per scoprire tra cumuli di carte che rimangono inedite, rose dal tempo e velate da qualche ragnatela, mille fascicoli di note (la cifra non è azzardata) prese a dorso di mulo o in sedia di posta, su una terrazza affacciata al Mediterraneo o nel buio di una cattedrale, e avrebbe potuto frugare con Dumas nei segreti della nostra storia, seguire con Ampère alti pensieri dettati dalla lontananza, collezionare con Mercy-Argenteau ri¬ cordi del mito napoleonico, sentire con Bourget il sapore della nostalgia, visitare con Bouchard le pendici fumanti del Vesuvio, ammirare con Delannoy l'architettura italiana o con Du Camp le nostre collezioni d'arte, vivere con Montfaucon i retroscena di un itinerario erudito o con Porterrieu-Lafosse tutta l'avventura e l'eccitazione che sa provare solo un vero e consumato artista del viaggiare. Emanuele Kanceff
Persone citate: Bouchard, Bourget, Carlo Levi, De Brosses, Denon, Du Camp, Duclos, Dumas, Lafosse
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