Domani 23 gennaio le tabaccherie scioperano per l'intera giornata

Domani 23 gennaio le tabaccherie scioperano per l'intera giornata INFORMAZIONE PUBBLICITARIA Domani 23 gennaio le tabaccherie scioperano per l'intera giornata Imotivi della manifestazione sono riassunti nel seguente documento approvato dalla Giunta Nazionale della Federazione Italiana Tabaccai - F. I. T. La Giunta Nazionale della Federazione Italiana Tabaccai, riunita a Roma il 9 gennaio 1975, ha deciso uno sciopero della categoria dei rivenditori di generi di monopolio con la chiusura degli esercizi per le intere giornate del 23 gennaio e del 6 febbraio. Ha deciso inoltre di dare mandato al Comitato Esecutivo per disporre eventuali improvvise sospensioni prolungate per più giorni del servizio di vendita dei valori bollati e dei francobolli. Questi scioperi e queste altre forme di lotta debbono essere considerati come prima fase dell'azione sindacale della categoria, di protesta e di rivendicazione per i seguenti motivi. 1) Aumento del prezzo delle sigarette — La categoria dei tabaccai contesta l'utilità e l'efficacia del recente aumento del prezzo delle sigarette. Ritiene infatti che non doveva procedersi usando lo strumento del Decreto Ministeriale, che elude un qualsiasi dibattito parlamentare sull'argomento, tanto più che attraverso gli aumenti si perviene ad una maggiore imposizione tributaria per circa 150 miliardi oltre che ad una più elevata remunerazione delle industrie produttrici per la fornitura dei prodotti. Inoltre gli aumenti di prezzi di alcune marche, palesemente non equilibrati a quelli medi verificatisi, offrono il destro ad una paurosa ripresa del fenomeno del contrabbando delle sigarette, con grave turbamento dell'ordine pubblico, con insidioso avvio di molti giovani disoccupati o sottoccupati alla criminalità, con rischio di minore introito per l'Erario. Deve infatti ricordarsi che ad una politica di blocco dei prezzi nel settore delle sigarette erano seguiti una notevole contrazione del contrabbando di tabacco lavorato estero ed una notevole lievitazione del gettito fiscale. Si ritiene quindi che potevano contemperarsi le richieste di adeguamento delle quote fornitori avanzate dalle industrie estere del settore (nella misura in cui dette richieste erano suscettibili di accoglimento in quanto derivanti da obiettiva lievitazione dei costi e non da intenti di speculazione o di incentivazione del mercato illegale di contrabbando) con il mantenimento dei prezzi precedentemente in vigore. Il modesto apparente sacrificio dell'Erario, sarebbe stato reso decuplicato dalle maggiori vendite oltre che — per differenza — dalle minori spese occorrenti pelle repressione del contrabbando. 2) Aggio sui tabacchi — In base ad un impegno assunto in sede di chiusura di una vertenza sindacale aperta dalla Federazione Italiana Tabaccai, fu pattuito fra la F.I.T. stessa e la Amministrazione dei Monopoli che l'aggio riconosciuto ai rivenditori di generi di monopolio (fino ad allora del 6,50%) sarebbe stato aumentato al 7,25 per cento a decorrere dal 1° gennaio 1974 ed all'8% dal 1" gennaio 1975. La prima fase dell'accordo, che chiudeva un'annosa questione restituendo se non la realtà almeno la prospettiva di una gestione economicamente sana alle tabaccherie, andò in vigore con 53 giorni di ritardo il 23 febbraio 1974 a seguito della pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» del Decreto Legge n. 18 del 22 febbraio 1974 e convertito in Legge 3 aprile 1974, n. 106 pubblicata sulla « Gazzetta Ufficiale» numero 105 del 23 aprile 1974. La seconda fase di attuazione dell'accordo avrebbe dovuto aver decorrenza dal 1° gennaio 1975. L'esigenza dell'aumento dell'aggio all'8% malgrado l'aumento del prezzo delle sigarette risulta chiaramente dai seguenti dati. Nel corso del 1974 si sono verificati maggiori oneri per le gestioni delle tabaccherie in ragione del 30%, così ripartito: maggiori oneri per costo del lavoro 20%, per affitti 27,1%, per servizi 27,7%, per elettricità e combustibili 40,6%, per trasporti e comunicazioni 20,6%. Non può infine dimenticarsi che la componente principale ed essenziale di una gestione familiare è la remunerazione dello stesso titolare e dei suoi coadiutori. Come dimenticare allora che il costo della vita nel '74 è salito almeno del 25%? Di conseguenza l'aumento del prezzo medio delle sigarette del 15%, deciso con il noto D. M., potrà apportare (in teoria, perché in pratica si avrà un calo delle vendite) un beneficio largamente inferiore all'aumento dei costi verificatisi nel solo anno 1974. Nell'accordo a suo tempo sottoscritto tuttavia non si pensava ad un aumento dell'aggio all'8% come conseguenza di eventuali aumenti dei costi verificatisi nel 1974, ma come seconda rata di un aumento riferito ad aumenti di costi già verificatisi prima della firma dell'accordo stesso (19 ottobre 1973). Rateazione quindi di un onere finanziario per lo Stato che veniva graduato nel tempo per poter essere ricavato senza sacrificio per l'Erario, da maggiori gettiti fiscali imprevisti (ma puntualmente verificatisi), rateazione ottenuta a prezzo del prolungarsi del sacrificio della categoria, che può nuovamente esprimersi — se pure con qualche interno contrasto — nella rinuncia per ora a richiedere percentuali di aggio superiori all'8% in considerazione delle condizioni di difficoltà del Paese, ma non già nella rinuncia all'ottenimento di quanto a suo tempo pattuito. L'esigenza dell'aumento dell'aggio dei tabacchi all'8% trova del resto conferma di validità dalle risultanze della commissione di studio, nominata dal Ministro, che riconosce la fondatezza economica della richiesta della categoria mentre cerca differirne l'attuazione con speciose motivazioni. 3) Aggio sui valori bollati e postali — La drammatica frequenza delle rapine e dei furti nelle tabaccherie e la brusca lievitazione dei tassi bancari (fino ad oltre il 20%) con i conseguenti maggiori costi assicurativi e finanziari rendono addirittura insostenibile la vendita dei valori bollati e postali con gli attuali aggi (3% sui valori bollati sino a 15 milioni di prelevamento, 2% oltre, 2,50% sui valori postali). In proposito si rileva che fin dal 19 aprile 1972 fu solennemente assicurata alla categoria dal Presidente del Consiglio e dal Ministro delle Finanze la revisione dell'aggio sui valori bollati portandolo al 4% sino ai 40 milioni. Si tratterebbe di un provvedimento che non risolverebbe certo il problema, ma la categoria sarebbe disposta ad accettarlo come manifestazione di buona volontà mentre per i valori postali pretende almeno un fermo impegno alla ricomprensione del problema dell'aggio sui valori postali nell'annunciato piano per la revisione delle tariffe e per l'ammodernamento del servizio postale. (Scandaloso particolare: mentre in oltre 21 anni nessun aumento di aggio è stato disposto a favore dei tabaccai per il servizio di vendita, ad ogni rinnovo biennale si susseguono gli aumenti di provvigione a favore degli istituti bancari incaricati della distribuzione primaria tanto che non è certo esagerato dire che la vendila all'ingrosso di questo passo presto costerà più della vendita al dettaglio!). 4) Riforma dell'Azienda dei Monopoli — Sono a tutti note le carenze di produzione di sigarette nazionali e su licenza drammaticamente evidenziatesi nell'anno 1974 e la necessità di adeguare le strutture dell'Azienda dei monopoli alle richieste delle Comunità Economiche Europee in materia di liberalizzazione delle importazioni e della distribuzione all'ingrosso senza sacrificare gli interessi nazionali, il livello occupazionale dell'Azienda e — come richiesto dallo stesso Comitato Economico e Sociale della CEE — la redditività (e quindi la non proliferazione) delle attuali tabaccherie. Poiché le scadenze fissate (31 dicembre 1975) si avvicinano, ognuno può rendersi conto che il discorso della riforma dell'azienda dei Monopoli va affrontato senza indugi, facendo rapidamente proseguire e concludere i lavori della Commissione di Studio a suo tempo nominata che comprende rappresentanti dell'Amministrazione, dei sindacati dei dipendenti e della F.I.T., in modo di trasferire rapidamente le relative proposte in sede parlamentare. Sulla piattaforma rivendicativa che precede la F.I.T. ha chiamato a raccolta la categoria dei tabaccai c chiede la comprensione dell'opinione pubblica ed il concreto appoggio dei parlamentari italiani. a cura della: F.I.T. - Federazione Italiana Tabaccai Delegaz. interregionale Piemonte-Val d'Aosta V. S. Quintino, 9-Torino-Tel. 547.633-518.162

Luoghi citati: Aosta, Piemonte, Roma, Torino, Val