Stanziati 198 miliardi agli ospedali piemontesi

Stanziati 198 miliardi agli ospedali piemontesi Stanziati 198 miliardi agli ospedali piemontesi La Regione aveva valutato a 240 miliardi i fondi necessari; lo Stato li ha ridotti del 20 per cento - Un amaro commento del presidente (Dal nostro inviato speciale) Asti, 21 gennaio. Dei 240 miliardi annui in cui la Regione aveva valutato il fabbisogno per l'assistenza sanitaria nel 1975, lo Stato ha assegnato al Piemonte solo 198 miliardi e 315 milioni. «I b'ianci erano stati fatti sulla buse dei consuntivi del '74 piU un prevedibile aumento delle spese — dice il presidente dell'ospedale civile, dottor Piero D'Adda —. Ora, per mantenere l'assistenza ai livelli dell'anno scorso ci viene H mancare un buon 20 per cento: ancora una volta il Piemonte rischia di fare la parte della Regione che amministrando bene ci rimette». La cifra che si attendeva dallo Stato era il risultato di gestioni serie e costi contenut; in misura maggiore di altre zone. «Non essendo gonfiata artificialmente, cos'i ridotta aggrava in modo pauroso la situazione — prosegue il dottor D'Adda —; l'ospedale di Asti, e così tutti gli altri ospedali piemontesi, avevano preparato un bilancio in base alle indicazioni della Regione, e non potendo più "limare" le rette sono quindi nell'impos sibilità di erogare ancora assistenza a livelli dignitosi. DI qv.i l'iniziativa con cui abbiamo chiesto all'assessorato alla Sanità una riunione con tutte le altre amministrazioni L'allarme deve suonare subito». Dal 1" gennaio gli ospedali dovevano iniziare la gestione con i fondi forniti dallo Stato che però non sono ancora arrivati. Sul primo riparto di 187 miliardi (già inferiore alle valutazioni) era previsto il versamento di un acconto che, con molta probabilità, tarderà per mesi. «Se il 27 pagheremo gli stipendi — sostiene il presidente — dovremo ringraziare la Regione che, senza esserne obbligata, ha deciso di anticipare con i suoi fondi parte della somma. Questo intervento potrebbe rendersi necessario anche a febbraio, ma non può durare a lungo e la situazione rischia (fi diventare tragica». L'ospedale civile di Asti vanta una retta di ventimila lire, tra le più basse per gli ospedali provinciali. Il bilancio previsto si aggirava sul sei miliardi, calcolando spese di assistenza, proventi di prestazioni ambulatoriali e interessi passivi. In pratica l'assegnazione necessaria era di circa 500 milioni mensili, esclusi i proventi ambulatoriali. «Adesso invece ci troveremo il bilancio decurtato dagli organi di controllo — commen¬ tano gli amministratori — per adeguarlo alla nuova cifra stanziata dallo Stato». Nel frattempo l'ospedale riceverà come acconto in gennaio febbraio 301 milioni mensili. Se arriveranno in tempo serviranno appena a coprire il pagamento di stipendi e contributi, circa 290 milioni, ma resta l'incognita per il futuro. «Tenendo conto delle proporzioni, infatti — sostiene il dott. D'Adda — sulla base dei 198 miliardi assegnati alla regione noi riceveremmo una cifra mensile di 412 milioni. Quattro miliardi e 800 milioni a fine anno, con un diasavanzo sul bilancio di oltre un miliardo. In questi giorni c'è poi arrivata sulla testa un'altra tegola: pare infatti certo che dovremo versare al fondo sanitario nazionale i proventi delle prestazioni ambulatoriali. E questi verranno comunque conglobati nelle assegnazioni». Una somma che per l'ospedale civile si aggira sui 400 milioni all'anno (con recuperi di telefoni e medicinali) e sulla quale si faceva affidamento per finanziare altre spese. Sostituendosi alle mutue, per i debiti al 31 dicembre '74 lo Stato obbliga inoltre i nosocomi a considerare con l'inizio dell'anno due esercizi separati. I nuovi fondi dovranno coprire solo le spese del '75 e per l'esercizio precedente ogni amministrazione non può più ricorrere, anche volendo, al credito bancario. «L'unico spiraglio — aggiunge il dott. D'Adda — restano le parole del ministro della Sanità: "Per sei mesi andiamo avanti con questo riparto, poi vedremo". Intanto però i fondi non arrivano e non si sente neppure parlare di quei 1700 miliardi che dovrebbero coprire i vecchi debiti. L'ospedale ha due miliardi di arretrati con i fornitori al 31 dicembre '74: se arrivano citazioni o pignoramenti non sappiamo che cosa fare. Lo stesso discorso vale per gli interessi passivi sulle anticipazioni bancarie, che continuano a correre; per l'ospedale civile sono altri 900 milioni all'anno». In sostanza, da una cifra già contenuta di 240 miliardi annui, lo Stato assegna alla regione piemontese solo 198 miliardi, ben al di sotto dei limiti di altre regioni in cui evidentemente gli ospedali hanno denunciato rette più alte. «Si incoraggiano così le gestioni meno serie — conclude il presidente —. Non solo, ma su questa cifra non arrivano neppure gli acconti promessi e in compenso ci tolgono anche i proventi ambulatoriali. Ad una situazione del genere, pur con tutta la buona volontà, la Regione non può far fronte a lungo con i propri mezzi. C'erano quindi gli estremi per chiedere una riunione in cui chiarirsi le idee. Uniti con le altre amministrazioni ospedaliere del Piemonte dobbiamo far sentire ia nostra voce agli organi centrali». Roberto Reale

Persone citate: D'adda, Piero D'adda

Luoghi citati: Asti, Piemonte