La "trattoria della morte" di Napoli: nove a giudizio
La "trattoria della morte" di Napoli: nove a giudizio Il duplice delitto al "Pullastiello" La "trattoria della morte" di Napoli: nove a giudizio Nel '73 un corriere della droga e l'amica furono soppressi nel ristorante e i loro corpi occultati (Dal nostro corrispondente) Napoli, 21 gennaio. (a. I.) Si è conclusa, dopo circa due anni di indagini, l'istruttoria formale sul giallo del «Pullastiello», il ristoran-te di Secondigliano dove furo- no uccisi a colpi di pistola l'italo-canadese Vito Adamo, di 33 anni, corriere della droga, e la sua amica, la ballerina Laura Savo, di 25 anni. I loro corpi furono trovati, il 15 gennaio 1973, nel giardino del locale, sepolti sotto un palmo di terra (quello dell'uomo) e in una fogna (quello della donna). Il giudice istruttore, Cozzolino, ha rinviato a giudizio, sotto l'accusa di concorso nel duplice omicidio, i fratelli Gennaro, Antonio e Francesco Ruggiero, rispettivamente di 31, 28 e 24 anni, proprietari della «trattoria della morte», e Aniello Santella, di 36 anni, commerciante ortofrutticolo di Palma della Campania, un paese del Nolano, amico del canadese. Ad esclusione del Santella, i fratelli Ruggiero devono rispondere anche di occultamento dei cadaveri. Attualmente, in carcere sono Aniello Santella e Gennaro Ruggiero; gli altri, nel corso dell'indagine giudiziaria, hanno usufruito della libertà provvisoria. Sono stati rinviati a giudizio, per favoreggiamento nella vicenda, i camerieri del locale Aristide Paudice, di 60 anni, Giacomo Cimmino, di 30, il cuoco Edoardo De Maio, di 61 anni, l'orchestrale Nicola Caccavallo, di 47, e il can- p) po l'ilo tante Vittorio Pasqualini, di 38. Nonostante l'impegno del magistrato, che ha indagato per due anni, rimane ancor an-1 oggi senza nome l'autore ma ro- tenale del duplice delitto l'idi ga, na ro 15 del mo e lla zoNella sentenza di rinvio a giudizio, che consta di una tren tina di pagine dattiloscritte, il killer non viene infatti individuato fra gli imputati. Da una serie di perizie e accertamenti è risultato che Vito Adamo e Laura Savo furono uccisi nel ristorante e i loro corpi sepolti nel giardino. Sarebbero stati uccisi perché avrebbero «parlato troppo».
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