Si voterà il 9 (elementari), 16 (medie), 23 febbraio (superiori) di Felice Froio
Si voterà il 9 (elementari), 16 (medie), 23 febbraio (superiori) Si voterà il 9 (elementari), 16 (medie), 23 febbraio (superiori) Ecco la guida alle elezioni nelle scuole Alle urne venti milioni Dal 9 febbraio, per tre domeniche successive, più di venti milioni di cittadini sono chiamati alle urne nelle scuole. Eleggcranno i rappresentanti dei genitori, degli insegnanti, del personale non docente, degli studenti che faranno parte dei nuovi ordini collegiali della scuola. Questa pagina vuol dare un contributo alle elezioni: riassume le varie fasi elettorali, indica il ruolo che possono svolgere i cittadini nella scuola. I compiti affidati ai consigli di classe e a quelli d'istituto sono illustrati a parte; ma al di là di ogni aspetto formale, è il modo con cui s'imposta il lavoro c si affrontano i vari problemi che renderà più o meno efficace la partecipazione dei genitori e degli studenti ai fatti della scuola. II primo impatto tra genitori c docenti sarà tutt'altro che facile; è un fatto scontato perché finora non è esistito un reale rapporto con la scuola. Da una parte presidi e insegnanti con tutta la loro autorità; dall'altra il genitore con atteggiamento dimesso che va a scuola solo se chiamato o per chiedere notizie sul comportamento del figlio. Ora le cose cambiano o quanto meno ci sono le condizioni perché cambino. Ciascuno dei protagonisti avrà un suo ruolo; questo fatto nuovo non deve però creare equivoci: il docente continuerà a svolgere i suoi compiti, senza alcuna interferenza e tanto meno senza limitazioni alla sua libertà di insegnamento. I genitori dal canto loro porteranno nella scuola la voce delle famiglie e della realtà sociale in cui sono inserite; dovranno però farlo liberamente, coscienti che è un loro diritto collaborare e non una concessione; perciò devono abbandonare ogni atteggiamento dimesso o di subordinazione. C'è un punto che forse può dare la misura della novità di questi decreti delegati: la partecipazione dei genitori nel consiglio di disciplina (nelle superiori anche degli studenti). Prima queste riunioni erano segretissime, nulla doveva trapelare fuori della scuola. Durante la contestazione alcuni professori hanno subito procedimenti disciplinari per aver riferito quello che era accaduto nelle riunioni. Ora genitori e studenti fanno parte dei consigli di disciplina a parità con i docenti e avranno un ruolo determinante quando si dovrà decidere delle punizioni da infliggere agli alunni. L'interesse dei cittadini per queste elezioni è molto vivo. Lo si sente dai discorsi che si fanno nei luoghi di lavoro, nei negozi, per la strada, nelle case. E' già un successo non pre¬ visto che fa sperare in una adeguata partecipazione di cittadini al voto. Da qualche settimana le assemblee nelle scuole registrano più affluenza, quelle nei cinema di quartiere sono più affollate. Le diffidenze emerse appena si è cominciato a parlare dei decreti delegali, anche se non sono scomparse, certamente sono diminuite. Non c'è stala una conversione totale, restano larghi strali tra insegnanti e genitori contrari agli organi collegiali della scuola; sono quelli che temono che la politica entri nella scuola o che ci sia interferenza sul lavoro dei docenti. Tuttavia quel che conta è la partecipazione, anche critica o diffidente. E' la prima prova, il primo esperimento in una scuola rimasta legata alle vecchie tradizioni, restia a recepire le novità che vengono dall'esterno. L'esperienza dovrebbe eliminare timori e diffidenze, convincere che la scuola non si trasformerà in un luogo di risse politiche. Questi decreti delegati non eliminano i mali della nostra scuola, Mancano le riforme, il diritto allo studio e l'aggiornaI mento dei docenti sono obiettivi lontani. Rappresentano però l'inizio di un nuovo discorso, rompono mentalità vecchie e dannose. Il rinnovamento della scuola italiana ora dipende anche dalla richiesta che verrà dai cittadini attraverso i nuovi canali, ossia gli organi collegiali. Felice Froio
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