Indignati commenti dei personaggi chiamati in causa da Binda? "È pazzo" di Clemente Granata

Indignati commenti dei personaggi chiamati in causa da Binda? "È pazzo"Indignati commenti dei personaggi chiamati in causa da Binda? "Èpazzo" Geuna: "Sono pronto a tornare dal magistrato" - Scherzose battute di Fusi - Mauri: "Le insinuazioni non meritano smentite" ■ Germano: " E' una follia. Non ho mai conosciuto Sogno" Com'era prevedibile le sconcertanti dichiarazioni che Carlo Fracassi ha rilasciato a « Paese sera » hanno suscitato enorme scalpore. E anche una buona dose di scetticismo e d'incredulità derivanti soprattutto dal passato di alcuni dei personaggi che, in misura diversa, Fracassi coinvolge nell'accusa di cospirazione contro la Repubblica. « Volevano la repubblica presidenziale », dice. Tra i nomi chiamati in causa da « Binda », ci sono quelli dell'on. Silvio Geuna e dell'avv. Valdo Fusi. Prima di sentire ciò che dicono oggi, è forse opportuno ricordare quello che hanno fatto ieri. Nel volumetto di Giampaolo Pansa « Viva l'Italia libera » leggiamo ad esempio: « Il 31 marzo (del 1944 n.d.r.) cadeva di venerdì. Piazza San Giovanni era quasi deserta. C'era soltanto qualcuno agli angoli delle vie, intento a leggere i bandi tedeschi affissi ai muri, o presso la fermata del tram con un giornale in mano. Erano agenti in borghese: altri poliziotti stavano nell'interno della chiesa. Perotti fu preso accanto all'acquasantiera e lo stesso avvenne per Geuna che gli si era avvicinato per stringergli la mano... L'avv. Valdo Fusi arrivato dopo di loro sulla piazza, senti nell'aria odor di cattura, ma entrò ugualmente nella basilica con la speranza dì poter avvertire gli amici. Per giustificare la propria presenza nel Duomo, si recò in sacrestia e chiese al parroco mons. Garneri di potersi confessare: i poliziotti lo catturarono ». Perotti, Geuna e Fusi, assieme a Leporati e a Giraudo, a Braccini e a Balbis, a Giambone e a Giachino, a Biglieri e a Brosio, a Montano, a Bevilacqua, a Chignon costituivano l'ossatura del primo comitato militare del Cln piemontese. Furono portati con rapidità davanti al tribunale speciale fascista e processati per attentato contro la Repubblica sociale. Il 3 aprile ci furono otto condanne a morte (i Caduti del Martinetto). Geuna ebbe l'ergastolo, Fusi l'assoluzione per insufficienza di prove. Oggi Geuna dice: « Le affermazioni di Fracassi che oltretutto io non conosco e tutte le altre illazioni che si sono volute trarre da inchieste in corso m'indignano. Sono stato eletto alla Costituente e ho partecipato alla redazione della legge fondamentale dello Stato, sono stato per anni deputato democristiano alla Camera, e consigliere comunale per lo stesso partito ed ora mi trovo coinvolto in fatti di questo genere. Sono amareggiato anche perché dalla presidenza della Federazione volontari della libertà non è stata mai pronunciata una parola in difesa e non ci è stato mai reso il dovuto, e sembra che si siano dimenticati i periodi trascorsi in galera durante la Repubblica di Salò ed il sangue versato dai miei compagni ». Nella so stanza delle affermazioni di Fracassi, l'on. Geuna non vuole entrare. Afferma soltanto: « Sono già andato a testimoniare dal magistrato e sono pronto a tornarci facendo le dichiarazioni più ampie e complete. Ricordo che nello stato di diritto solo il magistrato è legittimato a ricevere le dichiarazioni sul merito delle vicende processuali ». L'avv. Valdo Fusi ricorda «quel presidente del Tribunale di Parigi che nel '500 aveva sentenziato: "Se mi accusassero di aver rubato le torri di Nótre Dame, comincerei col tagliare la corda"». E conclude: « Se io avessi i mezzi farei una lunga crociera sul Po. Non avendoli non mi resta che rivolgermi ad un legale. Spero che mi faccia lo sconto ». Aggiunge: « Per la verità a ben pensarci una riunione c'è stata, ma a Parigi, presso la "Tour d'argent". Erano presenti anche Kis- singer, il barone di Munchausen e la santa di Volvera ». I nomi, chiamati in causa da Fracassi, sono parecchi. Ci sono la medaglia d'oro della Resistenza Enrico Martini Mauri, il prof. Cesare Rotta, senatore del pli, l'antiquario Elio Quaglino, l'assicuratore Franco Geraci, il giudice di Cassazione Emilio Germano, l'industriale Michele Ferrerò e l'ex capo di gabinetto del ministro Zagari, Berla d'Argentine. Tutti smentiscono nel modo più reciso. Secondo Martini Mauri « le insinuazioni e le ac¬ pseali il li 1111111 niun iiniiiiiiiiiii cuse sono talmente basse ed ignobili che non meritano neppure una smentita ». Come Geuna, anch'egll afferma di avere già ampiamente riferito al magistrato sul merito della vicenda. Il dott. Emilio Germano, noto e stimato presidente della corte d'appello di Torino, esprime la sua indignazione e contesta «ogni attendibilità delle notizie false e assurde », « Non ho mai avuto contatti con nessuno dei personaggi indicati. Mentre mi riservo di tutelare in sede civile e penale i iiiiiiiiiiiiiiiiii 11 ■ 111 m t 1111 j 11111111111111 i miei diritti, desidero intanto ricordare il mio passato di partigiano combattente decorato di 2 croci di guerra al valor militare e di medaglia d'oro di benemerenza conferitami dalle Comunità israelitiche italiane per l'aiuto prestato agli ebrei perseguitati dai nazifascisti. Tutte le affermazioni diffuse da questo "Binda" sono pura fantasia e follia. Edgardo Sogno è uno dei pochi della Resistenza che non ho mai conosciuto. Conoscevo Invece alcuni dei suoi gregari che ebbi ad assistere quando furono arrestati prima della Liberazione e furono rinchiusi in carcere ». L'antiquario Elio Quaglino sostiene, come riferisce l'agenzia Italia, che le dichiarazioni di Fracassi sono « il parto di un pazzo ». Ed aggiunge: « Ho già detto al giudice Violante che l miei rapporti con Sogno terminarono il 18 dicembre del '71, quando alla vigilia del congresso nazionale di Resistenza democratica di Bologna, Geraci, Germano, Geuna ed io firmammo un telegramma indirizzato a Sogno in cui annunciavamo le nostre dimissioni perché non eravamo d'accordo con lui sull'impostazione che voleva dare all'attività del Comitato stesso ». Quaglino smentisce inoltre di aver partecipato all'incontro nel bar di Torino di cui parla Fracassi perché a quell'epoca si trovava in crociera in Medio Oriente sulla nave « Federico Mai ». Quanto all'industriale Michele Ferrerò, amministratore delegato della società dolciaria « P. Ferrerò e C. » ha dichiarato all'Ansa: n Sono indignato e sbalordito perché è macroscopicamente falsa ogni notizia che volesse anche solo alludere ad un qualche mio intervento di qualsiasi tipo in tale vicenda. Mi riservo ogni facoltà di legge a tutela della mia reputazione ». Clemente Granata 111 r r 11 li 11111 m i r 1111 ( t ! 1111111 ■ ■ i ■ 11111111 iiiiiiiiiii Silvio Geuna e Valdo Fusi: « E' tutta un'invenzione »