Ex partigiano, contrabbandiere e ricercato accusa mezza Resistenza di "cospirazione"

Ex partigiano, contrabbandiere e ricercato accusa mezza Resistenza di "cospirazione"All'esame di Violante le dichiarazioni rilasciate da "Binda,, Ex partigiano, contrabbandiere e ricercato accusa mezza Resistenza di "cospirazione" E' Carlo Fracassi, due medaglie d'argento - Dopo la Liberazione, una vita scombinata e numerose condanne - Sul nastro parla della riunione convocata da Sogno per programmare la repubblica presidenziale e cita i nomi di noti resistenti torinesi che vi avrebbero partecipato - Afferma di conoscere un deposito di armi a S. Stefano Belbo che avrebbe dovuto servire al tentativo insurrezionale promosso dall'ambasciatore ; ma l'arsenale non esiste - Un comunicato dei magistrati che indagano sul "golpe" La registrazione di un'Intervista che, sotto alcuni aspetti, potrebbe rivelarsi « esplosiva », è all'esame del magistrati Violante e Pocliettino i quali hanno intenzione di interrogare i protagonisti della conversazione c, In particolare, l'autore delle dichiarazioni. II giornalista è Franco Magagnlni, Inviato romano di « Paese Sera ». Nella notte tra sabato e domenica della settimana scorsa, Magagnlni incontrò in una casa sperduta nella campagna vercellese, Carlo Fracassi, 55 anni, via Priocca 27, soprannominato « Binda » ai tempi della guerra partigiana, comandante di una formazione autonoma della 7" divisione Langhe e Monferrato detta « Tuca pà '1 Mnnfrà ». Pensionato di guerra, due medaglie d'argento e una proposta di medaglia d'oro, Fracassi è stato membro della direzione socialdemocratica alla scissione di Palazzo Barberini, nel 1947. Lasciò presto la vita politica « perché — dice — non sapevo parlare ». La sua vita, nel dopo guerra, è stata disordinata. E' finito in carcere più di una volta per contrabbando, ha cercato di arrotondare le entrate facendo 11 demolitore di auto in una baracca, ma senza successo. E' vedovo da due anni, ha un figlio, Umberto Paolo, di 20 anni, che presta servizio militare a Trento, in un reparto di artiglieria di campagna. Vive con Lina Tavano, at- | rivista comunista a Trino Recentemente Fracassi è stato colpito da ordine di carcerazione; deve scontare 4 anni in conversione di una multa di 14 milioni per contrabbando. Come diremo In seguito, l'uomo, poco tempo fa, è entrato in contatto con l'Ufficio politico della Questura per rivelare il luogo del deposito di armi che avrebbe dovuto servire a Edgardo Sogno e ai suoi « partigiani bianchi ». La « collaborazione » di Fracassi, però, si è interrotta all'improvviso, e l'uomo è fuggito. Adesso si trova nella curiosa condizione di «evaso », pur non essendo mai stato ufficialmente catturato. Il suo racconto è inciso sulle due facciate di una bobina che il dott. Violante ha ordinato al giornalista Magagnlni di « esibirgli » in quanto potrebbe contenere materiale « utile all'istruttoria ». Parte dell'intervista è già stata pubblicata sui giornali della sera di ieri. Ne pubblichiamo un riassunto, riportando nomi di persone, di luoghi e circostanze così come 11 ha riferiti Fracassi al suo intervistatore. Solo i giudici Violante e Pochettino potranno stabilire quanto ci sia di vero nel racconto di « Binda », confrontando le sue rivelazioni con il materiale già in loro possesso e, soprattutto, interrogando i principali protagonisti della « confessione » registrata. Ecco il suo racconto. «Anch'io, come tanti altri, dovevo andare alla riunione di Va- rese, nella Villa Mozzoni a Blu- I mo, verso la fine dell'estate '72. ! Ma non ci andai, nonostante un invito preciso, come non partecipai a quella di Santa Vittoria d Alba. So però chi vi prese parte, su convocazione di Sogno: il giudice torinese Emilio Germano, Franco Geraci, assicuratore con ufficio in piazza San Carlo, l'architetto Mozzoni, Enrico Martini Mauri, Felice Mautino, l'avv. Valdo Fusi, l'ex deputato Silvio Geuna, l'ex capo di Gabinetto di Zagari. Berla d'Argentine, e tutti i comandanti delle formazioni au- 2 e o i " i i e i o o a , n o à i l . e o : a o a tonarne. Pochi giorni dopo quella riunione, Incontrai in piazza San Carlo il dott. Germano e Mautino. 11 giudice mi domandò: "Come mai, '"Binda"', non sei venuto"?. Gli risposi: "Avena da fare" ». Domanda di Magagnlni: « Ma che cosa volevano fare, in quelle riunioni? ». Risposta: « La repubblica presidenziale ». Il racconto, a questo punto, fa un balzo indietro. Siamo nella primavera del '72 (a pochi mesi dalle elezioni politiche anticipate). Fracassi telefona a Giulio Carmine, ex comandante partigiano, titolare di un negozio di elettrodomestici. « Sono nei guai — gli dice — mia moglie (Clara Eicher) è morta, i suoi soldi sono bloccati in banca. Ho bisogno di te, aiutami a trovare un fido ». L'aiuto non si fa attendere. Il commerciante gli fa sapere di aver parlato col direttore generale della Cassa di Risparmio, dr. Mario Boidi. «Va' pure nella tua agenzia — gli comunica Carmine — ho ottenuto per te un fido di 2 milioni ». Anche il dott. Boidi è un ex comandante partigiano. Come contropartita, Carmine chiede a Fracassi di appoggiare il prof. Elio Quaglino nell'imminente campagna elettorale, poiché si presenta candidato per 11 psdi. Durante un altro incontro, al quale, come sempre, è presente .( Binda ». Geraci e Carmine parlano di Sogno. Carmine: « Non possicmo più fidarci di lui, è troppo assetato di potere. Ho visto Scicluna, quello della Cia (commissionario della Fiat a Malta) e gli ho detto di non parlare solo con Sogno, ma anche con noi». Ceraci: « Occorre parlare con Ferrerò, quello del cioccolato, per avvertirlo, lui che ha i camion, di portare via tutte le armi do là, in modo che Sogno non possa più trovarle». Si delinea cosi, attraverso le parole di Fracassi, il contrasto tra il gruppo di Quaglino e quello di Sogno, tra l'ideologia del primo e l'azione « forte » del secondo. Ancora un salto nel tempo. Autunno '74. E' il momento caldo dell'inchiesta sulle trame nere, l'attività di Violante e Pochettino è frenetica (come del resto continua ad esserlo). «Binda » parla di un incontro in un bar di piazza San Carlo. « C'erano Geraci, Germano, Geuna, Fusi, Mautino, Quaglino, Carmine, Mario Bogliolo e l'ex senatore del pli Cesare Rotta, ex direttore sanitario della Fiat ». Maurino esclama: n Non è ora di mettere una museruola a Sogno? Quello lì finisce col cacciarci tutti nel guai ». E rivolto a Quaglino: « Tu, che ce l'hai in casa, fallo stare zitto! ». Un altro Interpella Il giudice Germano: « E quel Violante, che cosa ha In testa? Ci vuole "inguaiare" tutti?». iiiiiiiiiiiiiini iimiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiii Il magistrato — sono sempre parole di Fracassi — avrebbe risposto: « Domani torno in servizio dalle ferie; ci penso io. E se si deve andare a Roma, a parlare con Berla d'Argentine, ci vado ». 13 ottobre 1974. La squadra mobile — secondo la versione ufficiale — si presenta in casa di Fracassi per notificargli l'ordine di carcerazione. Alla polizia Fracassi è noto dal '57, per falso in cambiali, emissione di assegni a vuoto, rissa, contrabbando, ubriachezza molesta; ha subito condanne a Torino, Vercelli, Milano. Nel rapporto Informativo si dice « frequenta ambienti malfamati ». n Binda », portato in questura, dice: « Ho cose Importanti da rivelare sul caso di cut si occupa il giudice Violante. Conosco un "mare" di armi legate a Sogno. Vi posso portare nel deposito ». La « Mobile » avvisa l'Ufficio politico, che prende in consegna l'uomo. « Binda » accompagna un gruppo di agenti a Santo Stefano Belbo, in alcune grotte che si affacciano alla villa di Piero Balbo, detto « Poli », medaglia d'oro per la Resistenza tra i partigiani autonomi. L'uomo di fiducia del partigiano, Pietro Carle, 62 anni, dice: k Mi è rimasta soltanto questa pistola, di tutte le armi. Un'altra ce l'ha "Poli" ». Un agente ascolta la conversazione, e la riferisce ai superiori. Continua il racconto di Fracassi: « Le armi erano nelle grotte dove adesso è stato costruito un acquedotto. Fino a due anni fa c'erano; Sogno lo sapeva. Ce n'erano tante da armare 150-200 uomini. Le teneva in efficienza, fino al '59, un colonnello del vigili urbani di Torino, che è morto ». E conclude, riassumendo cosi il suo «excursus » sulle ideologie dei partigiani bianchi: « Quaglino e l'antagonista di Sogno; Geraci è l'eminenza grigia. Coloro che sanno che cosa vogliono fare per l'Italia, sono Piero Balbo, Carmine, Geraci, Rotta, Quaglino e Mautino. Ma quest'ultimo, a differenza degli altri, non sa dove si nascondono le armi. Germano non c'entra, è una persona "sana", così Valdo Fusi. Sogno vuole costituire le bande armate, gli altri parlano soltanto di politica ». L'intervista termina qui. « Binda » e la sua convivente sono scomparsi. La polizia lo cerca per arrestarlo, il giudice Violante lo cerca per interrogarlo. Quanto c'è di vero nel racconto di Carlo Fracassi? Le dichiarazioni di alcuni dei personaggi chiamati In causa da « Binda » (e che pubblichiamo in questa pagina) sono illuminanti. Fracassi probabilmente non è un mitomane ma neppure il teste-chiave dell'Inchiesta su Sogno e il presunto golpe-liberale. Racconta parecchie cose, metà strada tra la rivelazione e il pettegolezzo. I suoi precedenti penali parlano da sè. Chi invece continua a non parlare (ma le notizie escono Io stesso) è 11 dott. Violante. Ieri sera la Procura della Repubblica e l'Ufficio Istruzioni hanno emesso un comunicato: « In relazione all'articolo comparso su "Stampa Sera" del 20 gennaio '75 concernente una Intervista che sarebbe stata concessa da tale Fracassi Carlo, attualmente ricercato perché colpito da ordine di carcerazione, ad alcuni giornalisti, si esclude che in ordine al fatti che sarebbero stati oggetto dell'intervista medesima siano in corso indagini nei confronti delle seguenti persone: Mario Bogliolo, Piero Balbo, Michele Ferrerò, Valdo Fusi, Silvio Geuna, Cesare Rotta, Elio Quaglino, Franco Geraci, Emilio Germano, Adoldo Berla d'Argentine. Allo stato, Infatti, gli accertamenti già tempestivamente compiuti e diretti a stabilire la fondatezza di quanto sarebbe stato riferito dal predetto Fracassi, hanno dato esito negativo. Firmato: Vincenzo Pochettino e Luciano Violante ». Sergio Ronchetti Carlo Fracassi parla di contrasti tra il « gruppo » di Sogno e quello di Quaglino