Per Fabbri e Suarez una vigilia senza dichiarazioni di guerra

Per Fabbri e Suarez una vigilia senza dichiarazioni di guerra I granata puntano al rilancio, i nerazzurri al sorpasso Per Fabbri e Suarez una vigilia senza dichiarazioni di guerra Ma quasi certamente sul terreno di San Siro l'atmosfera del "quasi derby" muterà - L'allenatore del Torino elogia Mazzola e Facchetti (Dal nostro corrispondente) Milano, 18 gennaio. Con questo tempo da lupi (su Milano sta cadendo la pioggia che è mancata nell'ultimo mese) chiedere che San Siro possa ospitare un calcio-spettacolo è indubbiamente eccessivo. Inter e Torino, comunque, sembrano in grado per tanti motivi di offrire una gara interessante per non dire avvincente. Le premesse sono confortanti: ad un'Inter che vuole vincere ad ogni costo per portare a compimento la sua prima operazione sorpasso proprio a spese dei granata, risponde un Torino intenzionato a riprendere il cammino dopo il passo falso con il Napoli. Le contestazioni più o meno legittime di questi giorni crolleranno se la squadra di Fabbri dimostrerà nel » quasi derby » con l'Inter di avere ancora qualcosa da spendere sulla » roulette » del campionato. Pur mancandogli Pulici, i granata ritroveranno certamente la giusta sollecitazione dalla presenza fra I pali di Castellini, rimesso in sesto in tempo record dall'operazione menisco, oltre che dell'impiego di capitan Ferrini a centrocampo: una diga nel posto giusto, sia come punto di riferimento che d interdizione nel gioco avversario. Alla sua 3983 prova con la maglia granata, Ferrini troverà sicuramente nuovo entusiasmo per appoggiare i più giovani compagni in una partita che negli ultimi anni si è rivelata «stregata» per il Torino, giocassero sull'altro fronte il Milan o l'Inter. E' il momento dunque per Interrompere la serie nera e la formazione che sta meditando Fabbri appare indubbiamente la più valida in questo momento anche se per meglio bilanciare il centrocampo, per impedirgli cioè di proiettarsi troppo in avanti ma neppure di apparire troppo difensivo, il tecnico dovrà rinunciare ad Agroppi utilizzando Salvadorl nelle reali funzioni di mediano di spinta con Zaccarelli e Mascetti impegnati a creare a centrocampo quella ragnatela nella quale dovrà invischiarsi più di un avversario e in primo luogo Mazzola. Fabbri non ha voluto o potuto anticipare i nomi di chi giocherà: alla formazione sopra indicata ci si può arrivare con un ragionamento abbastanza logico considerato che col Napoli giocando il tandem Salvadori-Agroppi, il Torino contrariamente alle previsioni è stato sulle difensive mentre con Ferrini, In teoria, Salvadori dovrebbe spingere maggiormente in modo da compensare, in parte ovviamente, l'assenza di Pulici. Contro l'Inter attuale guai a chiudersi in difesa: è vero che Boninsegna non va in gol da tante domeniche ma non dimentichiamo che il ■ bomber » ha una tradizione favorevole proprio col Torino e, soprattutto, che la squadra di Suarez si esprime con un buon collettivo per cui cannonieri possono diventare ora Mazzola, ora Moro, ora Bertinl. Fabbri ha grande stima dell'Inter attuale e in particolare di Mazzola e di Facchetti, due giocatori che lanciò in gioventù in nazionale « ma che anche ora — ha commentato ieri nel residence che ospita alla periferia di Milano il Torino — meriterebbero la maglia azzurra. Col tempo — ha aggiunto — hanno affinato la loro tecnica, Mazzola ha vinto una sua grande battaglia imponendosi come regista, Facchetti nel ruolo di stopper non teme avversari. Mi auguro soltanto che non si es-f./mano al massimo anche col Torino... ». Poco dopo Fabbri portava i suoi uomini su un vicino campo per collaudare le condizioni di Castellini, Sattolo e Zaccarelli; poi tutti in un salone a vedersi un buon film che Federico Bonetto si è portato dietro da Torino dopo avere ricevuto ovviamente l'« imprimatur » dei giocatori divisi fra il western e II drammatico. L'Inter non sembra avere problemi d'ordine tattico: semmai restano le tracce del litigio fra Boninsegna e Mariani ma già sta¬ mane i due giocatori, pur evitandosi, sorridevano a chi accennava loro l'episodio. Sono due bravi ragazzi ed in campo faranno presto la pace. Restano da riportare le dichiarazioni di Mazzola e di Facchetti, entrambi grossi estimatori di Edmondo Fabbri: • La contestazione di Torino — ha detto Mazzola — non ha senso, non è così che si aiuta una squadra alla quale si vuole bene. Non credo che per noi sarà un vantaggio il fatto che il Torino sia circondato da una simile atmosfera, anzi potrebbe essere per I granata un grosso stimolo. Noi e loro, d'altronde, giochiamo una grossa fetta delle nostre ambizioni: guai a chi perde ». Infine Facchetti: « Nel confronti di Fabbri — ha dichiarato — dal tempi della sconfitta con la Corea, quando fummo In tanti a perdere e non soltanto lui, si sta portando avanti un linciaggio morale che non è ammissibile. Fabbri, anzi, è in credito col nostro calcio per quello che ha saputo fare in Nazionale e per II suo valore di tecnico. Anche se è sulla panchina avversarla, resta per me un grande allenatore che meriterebbe di lavorare con maggiore tranquillità ». Queste le premesse: complimenti e non dichiarazioni di guerra. Sempre così alla vigilia, poi sul palcoscenico di San Siro ritorna l'atmosfera da quasi derby ed anche i gentiluomini si trasformano in guerrieri. Giorgio Gandolfi

Luoghi citati: Milano, Napoli, Torino