Monza, la capitale del nudo patinato ha lanciato una "crociata" antiporno
Monza, la capitale del nudo patinato ha lanciato una "crociata" antiporno L'editoria sexy trema per l'iniziativa del magistrato Monza, la capitale del nudo patinato ha lanciato una "crociata" antiporno Undici mandati di cattura spiccati dal dott. Viola: sette arresti - Lungo l'asse MonzaMilano lavorano alcune decine di tipografìe che sfornano quintali di riviste pornografiche (Dal nostro inviato speciale) Milano, 18 gennaio. Trema l'industria del nudo in carta patinata. Denunce, processi, sequestri a raffica stanno mettendo alle corde l'opulento commercio d'immagini erotiche, di riviste più o meno « cochon » in libera vendita in tutte le edicole. Il magistrato milanese Guido Viola, ha spiccato undici ordini di cattura contro lo stato maggiore dell'editoria sexy italiana e contro tre fra i principali distributori di giornali. Un fulmine a ciel sereno. In particolare ha stupito che l'iniziativa sia partita da un giudice che proprio tre anni fa, in occasione del lancio dell'edizione italiana d'una famosa rivista americana per « soli uomini » aveva inviato una lettera di « spirito liberale », molto distensiva sui rapporti fra il mondo della giustizia e i tecnici dell'erotismo formato tascabile. L'intervento di Viola si collega in un certo senso all'azione da tempo portata avanti da un giovane magistrato di Monza, Giuseppe La o , a e ù a e o e e a e ae a » i il eo i a ia i i li e a re o 2. hi ti a e è prei o di eMattina, che in sei anni di attività a palazzo di giustizia ha imbastito alcune migliaia di processi contro altrettanti direttori o stampatori di riviste « osé ». La media è di circa 1200 rinvìi a giudizio all'anno (dai primi del mese ad oggi sono più di cento), ben poco in confronto ai 45.000 procedimenti che fanno capo alle aule giudiziarie di Monza, ma pur sempre una cifra notevole, in grado di assorbire tempo e lavoro destinato a ben più serie vertenze. Monza è un po' la capitale della stampa sexy in Italia. Attorno alla città (a Cinisello, Cologno, Sesto San Giovanni) e lungo l'asse MonzaMilano lavorano a pieno ritmo alcune decine di tipografie che sfornano ogni settimana quintali di riviste e opuscoli colorati, destinati alle edicole delle grandi città come alle rivendite dei più sperduti centri della penisola (i più ingordi divoratori di nudi in carta patinata). Se le immagini ripetono con modeste varianti i temi dell'amore singolo o di gruppo, gli autoscatti fotografici di floride casalinghe con qualche chjlo di troppo e le interpreta7ioni in chiave erotica delle tradizionali fiabe dell'infanzia (Biancaneve Story, Cappuccetto Rosso), i titoli delle pubblicazioni rappresentano invece un'antologia del Kitch in camera da letto. Si va da « Tre gattine con gli stivali » all'« Ammucchiata Story », a « Sculacciami amor mio », « La furia dei sensi ». « Si contano più di sessanta titoli diversi — spiega il dottor Giuseppe La Mattina, forse il più esperto « esaminatore d'ufficio » di fotografie e testi da codice penale ! — un mare di pubblicazioni sempre nuove, stessi direttori, stessi responsabili ». La Mattina, 33 anni, si occupa del sesso in carta patinata dal febbraio del '68 quando arrivò al Nord da Roma. Sulla sua scrivania le riviste pornografiche hanno una cartella e un numero: una pratica come un'altra, un procedimento da concludere in fretta. « Il processo è sempre per direttissima, le condanne quasi sempre confermano la fondatezza delle nostre accuse; non così si può dire per i giudizi in appello, molto lenti, non sempre negativi per gl'imputati ». Le richieste di sequestro si susseguono. Per legge le tipografie debbono inviare per posta alcune copie di ogni pubblicazione alla magistratura. Un rapido esame per verificare se è infranta la barriera dell'osceno (quella contro la quale i mercanti d'erotismo oppongono ormai la sola difesa d'una « liberazione sessuale ») poi il ritiro dalle edicole diventa un ordine. Decine di agenti, carabinieri, mobilitati per ritirare giornali spesso già esauriti. Problemi logistici non indifferenti: solo a Monza esistono due capannoni strapieni di quintali di riviste sequestrate. Ogni tanto si vende tutto al macero, qualche migliaio di lire d'incasso, a disposizione degli editori in caso d'assoluzione. Le condanne in primo grado sono la norma. Ma non serve. Spiega il giudice La Mattina che «il carcere preventivo dura al massimo 10 giorni, poi il direttore responsabile torna in libertà, in attesa dell'appello ». « Un appello che tarda troppo a venire, se in sei anni di attività il magistrato antiporno di Monza non ha ancora visto una sola condanna confermata. La stessa legislazione, sostengono i giudici, è troppo indulgente nei confronti di chi produce e stampa materiale porno. « Si va a cercare il responsabile della società editrice e si scopre che è lo stesso uomo che firma anche da ruztsslvmp responsabile la rivista ». Poi un labirinto di società svizzere, con recapiti in Italia; tipografie per le quali la stampa di riviste spinte costituisce solo un'attività, fra le tante (dalle stesse rotative escono pubblicazioni religiose, riviste agricole, economiche). Sicché il sequestro di macchinari, efficace sul piano pratico, si tradurrebbe in un danno per chi lavora. Giorgio Battistini
Persone citate: Cologno, Giorgio Battistini, Giuseppe La Mattina, Guido Viola, La Mattina
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